Teatro

“Colpi di scena”, il teatro emergente va in scena a Forlì

17 Settembre 2023

Si fa presto a dire giovani. E lamentarsi magari su quanto sia difficile trovare talenti. E’ dimostrato: senza appuntamenti ad hoc è problematico imbattersi sui teatranti del domani. Eppure, se non vogliamo vedere il teatro andare in crisi di ricambi, è proprio questo il momento di puntare a costruire zone franche, luoghi come agorà dove sia possibile confrontare idee sperimentando progetti anche solo in embrione. Facile a dirsi. Chi opera e dirige rassegne e festival spesso non intende rischiare. Gli esordienti o i debuttanti della scena sono così visti talvolta come un problema. Rischiano di abbassare lo share del pubblico, spesso male abituato da scelte di cartelloni pieni di star e spettacoli leggeri, facili da digerire, compilati proprio da chi dovrebbe farsi promotore del contemporaneo. Se l’emergente è visto con diffidenza i muri continueranno a venire su, e con questi a crescere la decadenza delle sale. Al contrario, quei muri devono essere abbattuti e il coraggio deve conquistare i cuori di chi organizza. In fondo potrebbe essere anche questa la motivazione sottotraccia di chi ha dato vita a “Colpi di scena”, bel titolo teatrale che evoca, stupore e sbalordimento per l’inatteso. Ma anche il botto, l’esplosione … Questo festival in quel di Romagna _ e dove se no? _ a Forlì, dal 26 al 29 di settembre, quattro giorni fitti fitti di proposte spettacolari, organizzata dai tipi di Accademia Perduta e Romagna Teatri e Ater Fondazione e la direzione artistica di Claudio Casadio e Ruggero Sintoni “mette in discussione temi universalmente centrali per l’essere umano, abitante in balia di un mondo in continuo cambiamento, in un viaggio tra limiti, contrasti, realtà e finzione”.

Dopo il numero zero di due anni fa, eccoci giunti alla seconda tappa di questo progetto (si alterna anno dopo anno all’edizione dello storico festival del Teatro Ragazzi): metterà in pista ben diciannove compagnie, affermate ed emergenti (soprattutto). Una esauriente vetrina con ben dieci lavori presentati in anteprima o in prima nazionale.

Teodoro Bonci Del Bene è autore e interprete di “Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la Russia” che apre il festival “Colpi di scena” di Forlì

La ricerca dell’identità è il filo che lega tanti di questi lavori, figli di “un mondo in continua evoluzione, fatto di fratture e paradossi”. Questi gli artisti e le compagnie in campo a “Colpi di scena”: Teodoro Bonci Del Bene, Menoventi, Elsinor/Sblocco5, Instabili Vaganti, Bluestocking, Kepler-452, Centro Teatrale MaMiMò/ERT, Les Moustaches, Paola Fresa, Emiliano Bronzino, Christian Di Domenico, Cranpi, Compagnia Berardi Casolari, Associazione Teatrale Autori Vivi, Mabellini/Postorino, Gruppo della Creta, Collettivo BEstand, Eco di Fondo, Mana Chuma Teatro, Compagnia Amendola/Malorni, Alessandro Berti/Casavuota. Accanto agli spettacoli la rassegna ha previsto anche un angolo di riflessione con approfondimenti su tematiche di settore in “I mestieri del teatro oggi” a cura della studiosa Renata Molinari. Si terranno inoltre due osservatori critici. Il primo coordinato dal critico Massimo Marino in collaborazione con il Dams dell’Università di Bari; il secondo è seguito dal critico Michele Pascarella con una attività laboratoriale organizzata da Accademia Perduta per giovani e adulti di Forlì sulle proposte della scena contemporanea.

IL PROGRAMMA

26 Settembre. Il primo lavoro è dedicato alla libertà di espressione di un artista. E’ “Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la Russia” sul palco il 26 alle 15 al Teatro San Luigi. Lo spettacolo di Teodoro Bonci Del Bene (produzione Accademia Perduta) racconta di un caso verosimile accaduto nel grande Paese slavo di questi giorni. Le vicissitudini di un attore comico di successo che denunciando le politiche del regime e le condizioni di vita dei villaggi rischia ogni giorno la vita.

L’attuale società dei consumi è al centro di una fiaba contemporanea in cui “la protagonista vive rintanata nella sua comfort zone domestica, vittima di un conformismo volto a esaudire ogni desiderio, ancora prima che venga concepito”. E’ “Odradek” presentato dai Menoventi che sono partiti da una idea di Consuelo Battiston e Gianni Farina autore anche della drammaturgia, la regia e le luci; in scena Consuelo Battiston e Francesco Pennacchia. Ex ATR, alle 16, 45.

Versione totalmente in rosa per uno dei romanzi di culto più popolari: “Frankenstein”. Tre interpreti raccontano un’epoca in cui donne e artiste erano costrette a giustificare la grandezza delle loro ambizioni e creazioni artistiche. Lo presenta Elsinor alle 18,30 al Teatro Testori. Drammaturgia e regia di Yvonne Capece. In scena Laura Palmeri e in video Lara di Bello e Giuditta Mingucci.

Una scena di “Odradek” dei Menoventi, da un’idea di Consuelo Battiston, di scena a Forlì (Foto Marco Parollo)

Sul tema dei confini si cimentano gli Instabili Vaganti, nuova edizione di “The Global City – A Journey Beyond Borders”. Di Nicola Pianzola, regia di Anna Dora Dorno in scena con Nicola Pianzola e i performer del progetto “Beyond the Bordeers” realizzata con il sostegno di MIC-Boarding Pass Plus e Accademia Perduta. Lo spettacolo è ispirato a “Le Città invisibili” di Italo Calvino e si presenta come “l’attraversamento delle frontiere che ancora oggi separano molti paesi), in una messa in scena che appare come un caleidoscopico meccanismo di suoni, musiche, canti che guidano lo spettatore nei meandri di una città sospesa tra realtà e immaginazione”. Teatro Diego Fabbri, ore 20,30.

27 Settembre. Paura e pregiudizio al centro di “Io che amo solo te” dei Bluestocking di Alessandro Di Marco e Lucilla Lupaioli  in scena con Riccardo D’Alessandro, Alessandro di Marco, Andrea Lintozzi. Regia di Alessandro di Marco. Due adolescenti sono gli interpreti di questo atto unico presi “in una lotta interiore di sentimenti contrastanti in cui non trovano il coraggio di vivere la loro felicità”. Teatro San Luigi, ore 10.

Kepler-452, nello spettacolo “Album”, a cura di Nicola Borghesi (anche in scena) ed Enrico Baraldi, indaga i rapporti familiari, chiedendosi di cosa siano realmente fatti, sperimentando una spazialità non frontale, in presa diretta e con proiezioni audiovisive che riproducono storie, comunità e incontri. Ex ATR, ore 11,30.

Le paure e i pregiudizi, le lotte interiori  di due adolescenti in “io che amo solo te” dmesso in scena da Bluestocking

Nel cuore della notte Leo, ventunenne, si presenta alla porta dell’appartamento nel West Village dove vive la sua nonna novantunenne, Vera, “una vecchia comunista che vive sola, lui è un hippie contemporaneo, rientrato recentemente da un giro in bicicletta attraverso il paese. Nel corso di un mese di convivenza, questi strani compagni di appartamento, alla fine, entrano in contatto”. Accade in “4000 Miglia” di Amy Herzog, presentato dal Centro Teatrale Mamimò, regia di Angela Ruozzi con Lucia Zotti, Alessio Zirulia, Lorena Nocchia e Annabella Lu. Ex ATR, ore 14,30.

“La “ricerca di senso” dell’esistenza viene affrontato anche nella nuova co-produzione di Società per Attori e Accademia Perduta “I cuori battono nelle uova” di Les Moustaches (in prima nazionale): le pance di tre donne in attesa del loro primo figlio ricordano tre uova, tanto forti quanto fragili. “Il disegno del domani dei figli condizionerà il comportamento delle madri che, mosse da un amore cieco, si spingeranno in dinamiche nascoste nel più buio cassetto dell’animo umano”. Drammaturgia di Alberto Fumagalli, con Elena Ferri, Matilda Farrington, Grazia Nazzaro. La regia è di Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli. Teatro Il Piccolo, ore 16,15.

Riscrittura contemporanea per un personaggio mitologico. In “P come Penelope” di e con Paola Fresa in collaborazione con Christian Di Domenico (produzione Accademia Perduta e Fondazione FRG di Torino) partendo dal significato etimologico del nome, cioè “anattrocola” “in riferimento all’episodio dell’infanzia del personaggio vittima di un tentativo di affogamento da parte del padre, la figura di P riacquisisce una funzione attiva nella narrazione, in un confronto tra ruoli maschili e femminili, restituendoci un’educazione sentimentale al femminile che mette al centro la ricerca della felicità”. Primo Studio al RidottoTeatro Goldoni di Bagnacavallo, ore 18,30

Kepler 452 è presente a “Colpi di scena” con “Album” di Nicola Borghesi ed Enrico Baraldi (Foto di Elisa Vettori)

“Il grande vuoto”, ultimo lavoro di Fabiana Iacozzilli di Cranpi, dramaturg Linda Dalisi, indaga “il dissolversi di una famiglia, amplificato dal progressivo annientamento delle funzioni cerebrali della madre, causato da una malattia neurodegenerativa, cui fa eco lo svuotarsi di esseri umani dalla casa, mentre questa si popola di ricordi che pesano e riempiono tutte le stanze. Una riflessione su ciò che rimane alla fine di noi, per domandarsi se si possa ancora trasformare il dolore in bellezza. Anteprima al Teatro Goldoni di Bagnacavallo, ore 20.

28 Settembre. La giornata si apre al Ridotto del Teatro Diego Fabbri con l’incontro “I mestieri del Teatro, oggi” a cura di Renata Molinari e prosegue con l’affermata e popolare Compagnia Berardi Casolari in “LidOdissea” di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari che analizza il poema di Omero per “riscrivere un’Odissea 2.0: una famiglia in vacanza in uno stabilimento balneare, tra flashback e flashforward, rivive e racconta le avventure del viaggio mitologico, trasformandolo in un viaggio interiore alla scoperta dei paradossi della società contemporanea”. Teatro Testori, ore 14,30.

A ruota debutta in prima nazionale “Dieci modi per morire felici” dell’associazione Teatrale Autori Vivi. Ideato da Emanuele Aldrovandi che ne ha curato la regia. In scena Luca Mammoli. Il lavoro è “uno spettacolo-gioco in cui dieci spettatori hanno la possibilità di vivere una nuova vita, con un solo obiettivo: morire felici. Uno spettacolo teatrale per vivere un’altra vita, un bis di esistenza per riflettere insieme sulle possibili attribuzioni di senso alla nostra esistenza”. Ex ATR ore 16,15.

Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari in “LidOdissea” ultimo lavoro della compagnia (Foto di Alice Merola)

Altra prima nazionale: è “Tu (non) sei il tuo lavoro” di Rosella Postorino (finalista “Strega” 2023),  a cura di Mabellini/Postorino, regia, luci e spazio scenico di Sandro Mabellini (produzione Accademia perduta/Romagna teatri). In scena il cortocircuito di una coppia. “Lei che è il suo lavoro, Lui che – senza lavoro – rischia di essere “niente”. Entrambi alle prese con master-truffa, ritmi impossibili, affitti che incombono e contratti a tempo determinato. Estremi opposti di una generazione in lotta per il futuro”. Teatro Il Piccolo, ore 18,15.

La giornata si chiude con un’altra prima nazionale: “Beati voi che pensate al successo noi solo pensiamo alla morte e al sesso” del Gruppo della Creta, regia di Alessandro Di Murro. Lo spettacolo “si prende gioco delle macerie della società consumista: uno spettacolo irriverente che deride l’evoluzione che punta solo al progresso tecnologico e che crea la falsa illusione di esserne tutti protagonisti”. Teatro Diego Fabbri, ore 20,15.

29 Settembre. Costruzione di un personaggio controverso, a tratti grottesco, imprendibile – Vittoria Benincasa – leader di un partito di estrema destra candidata alla presidenza del Consiglio. Vita, travestimenti, ascesa di una populista: una cattiva da fumetto che prende progressivamente corpo e si fa pericolosamente reale. E’ il tema dello spettacolo del Collettivo Bestand, “Dov’è la vittoria” di Agnese Ferro, Giuseppe Maria Martino, Dario Postiglione, con Martina Carpino, Luigi Bignone, Antonio Elia. La regia è di Giuseppe Maria Martino. Produzione Casa del Contemporaneo e Teatro di Napoli. Teatro Comunale di Russi, ore 10,45.

Rosella Postorino e Sandro Mabellini a Forlì debuttano in prima nazionale con “Tu (non) sei il mio lavoro”

“Pigmalione” di Eco di Fondo, drammaturgia e regia di Giacomo Ferraù e Giulia Viana è ispirato alla vera storia di Kurt Gerron, regista ebreo a cui il Terzo Reich “commissionò un documentario sul campo di concentramento Terezin – in cui era prigioniero – lo spettacolo si interroga sul rapporto tra verità e arte, sull’onestà intellettuale di un artista: qual è il suo dovere etico qualora sia ingaggiato dal potere per realizzare un’opera destinata alle masse?” Teatro Testori, ore 15.

“Un’altra Iliade”di Mana Chuma Teatro in prima nazionale è la guerra vista dal punto di vista degli ultimi. “Una narrazione immersiva, un racconto incessante che non lascia spazio alla retorica”. Testo e regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla con Salvatore Arena. Teatro Il Piccolo ore 16,45.

La condizione umana è al centro de “La Faglia” della compagnia Amendola Malorni, progetto artistico di Simone Amendola e Valerio Malorni. Testo di Adéle Gascuel (tradotto da Adele Palmeri Borghese). Una “favola post-apocalittica che parla della nostra insistenza nel voler dominare la natura. Presenta due antieroi che non hanno più voglia di salvare il pianeta; curare tutte le sue ferite è un compito troppo grande per loro. Vorrebbero andarsene, cambiare tutto, ma non sanno come fare”. Anteprima al teatro Diego Fabbri, ore 18,45.

“Negri senza memoria” di Alessandro Berti/Casavuota è il titolo dell’ultimo spettacolo in programmazione a “Colpi di scena”. Di e con Alessandro Berti , a cura di Gaia Raffiotta. Dopo il primo capitolo presentato a “Colpi di Scena 2021”, Alessandro Berti torna con il secondo capitolo della sua trilogia “Bugie Bianche”, che indaga il rapporto tra italoamericani e afroamericani negli Stati Uniti: un oggetto teatrale unico, assieme popolare e coltissimo, lirico e documentario, storicamente puntuale eppure schierato, grazie anche a una felice scelta di canzoni che punteggiano i capitoli del lavoro, permettendo alla mole di informazioni, aneddoti e vicende storiche raccontate di depositarsi con dolcezza nella coscienza dello spettatore”. Ex ATR, ore 20,30.

Eco di Fondo in “Pigmalione” ispirato alla vera storia del cineasta ebreo Kurt Gerron arruolato dai nazisti per un film sul lager di Terezin (Foto di Laila Pozzo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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