Teatro

Cinema e danza a Bologna, via al festival “Gender Bender”

25 Ottobre 2024

BOLOGNA _E’ il tempo del “Gender Bender”, il festival di cinema e danza che si tiene a Bologna dal 31 ottobre al 9 novembre e ospita nei cinema e i teatri del centro storico ogni anno opere di artisti e artiste da diverse parti del mondo che esplorano gli immaginari legati al corpo e al genere. Per questa ventiduesima edizione sono in programma prime nazionali, incontri con le autrici e gli autori delle pellicole e i coreografi. In particolare per la danza focus speciale sulla scena contemporanea tedesca con gli spettacoli di Moritz Ostruschnjak, James Batchelor e Margarida Alfeirão. I curatori di “Gender Bender”, prodotto da il Cassero LGBTQIA+Center di Bologna, Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli affermano che questa edizione in tempi di guerre e catastrofi “vuole essere all’insegna dell’ebbrezza perturbante”. Questo è infatti “ lo spirito giocoso che getta lo sguardo nell’abisso, che si confronta con l’orrore senza esserne piegato, pur essendone consapevole e agendo di conseguenza. È il furore vitale, la resistenza dei corpi alle pratiche sociali che definiscono la nostra relazione con lo spazio, con la natura e tra gli esseri umani, esclusivamente in termini di competizione e sfruttamento”. Ma anche “la ricerca e l’esplorazione del piacere, motore primo del nostro essere corpi viventi. È la sfida a rendere tridimensionali e adattabili le nostre identità, non etichette funzionali a target di mercato, ma cultura e politica collettive”.

Gender Bender” infine, secondo i curatori vuole inneggiare alla interdipendenza e l’invito a considerare il tempo dedicato alle relazioni come un fattore di crescita e di ricchezza. La volontà insomma “di incontrare l’altro da noi per testimoniare come i corpi – nelle loro pluralità – segnano l’agire potente di una trasformazione per la creazione di una nuova bellezza singolare e collettiva”.

Un fotogramma dal film “Memories of a burning body” della regista costaricana Antonella Sudasassi Furniss sul desiderio femminile nella terza età a “Gender Bender” 

DANZA. Sono ben otto le prime nazionali proposte dal festival. Nel primo fine settimana spazio a tre artisti che hanno scelto come base di ricerca la Germania. Il primo è un coreografo australiano, James Bachelor che presenta “Shortcuts to familiar places” (il 2 e 3 novembre) un duo che passa in rassegna quattro diverse epoche della danza contemporanea, iniziando dalla traduzione in linguaggio contemporaneo della tecnica espressionista di Ruth Osborne. Prima nazionale anche per Margarida Alfeirao con “Lounge” che “esplora in maniera ipnotica piacere e sensualità femminile tra due donne nere, in una delicata e irriverente lap dance sostenuta da potenti sonorità da ballroom della scena black e queer “(1 e 2 novembre). Moritz Ostruschnjak presenta due coreografie in prima nazionale. La prima ,“Terminal Beach” (3 novembre) mostra “il potenziale del movimento con sei straordinari performer su un enorme palco che arriva a occupare la platea dell’Arena del Sole: attraversando passato, presente e futuro in un mix visivo e musicale di periodi, generi, stili e tecniche differenti, gli interpreti surfano uno intorno all’altro, corrono su pattini a rotelle, diventano cowboy, si intrattengono in duelli corazzati e sventolano bandiere come giovani rivoluzionari”. L’altra coreografia è “Tanzanweisungen (It won’t be like this forever”) ed è un solo del danzatore Daniel Conant: “un fuoco d’artificio di passi, giri e calci che rispecchia lo stile eclettico di Ostruschnjak, formatosi nella scena della street art e dei graffiti” (8 -9 novembre). Saranno comunque gli italiani di Dewey Dell ad aprire il festival (26 e 27 ottobre) con l’esito del progetto “Cauma Meridie”, reinterpretazione del Fauno e della figura mitologica del dio Pan con la presenza in scena di 30 professionisti.

Daniel Conant nella coreografia “Tanzanweisungen” di Moritz Ostruschnjak. “Gender Bender” dedica questa edizione un focus sulla danza tedesca (Fotografia Wilfied Hosel)

Dal 3 al 5 novembre spazio a Gaetano Palermo che presenterà in prima nazionale “The Garden”, opera che fonde i dispositivi di cinema, danza, teatri e arti visive. I francesi Les Idoles portano il loro “Reface” con due interpreti in scena che danno vita a figure e personaggi che si trasformano con parrucche e altri semplici mezzi (8 e 9 novembre). Dal 1 al 3 novembre Claudia Caldarano è autrice di una performance site specific a Palazzo Bentivoglio dove il corpo della danzatrice interagirà con un monolite. “Onde” è invece la creazione che la coreografa Simona Bertozzi ha tratto da “The Waves” di Virginia Woolf (8 e 9 novembre).

Sul consumo di immagini e la sessualizzazione del corpo femminile è “Eat me” di Giorgia Lolli (6 e 7 novembre). Giulio Santolini e Lorenza Guerrini portano sul palcoscenico “Le Baccanti” dal testo di Euripide, progetto speciale per le donne over 65 (5 novembre). Chiude la sezione danza il workshop “Poetry of Difference” con Vera Rosner artista e performer viennese (6 novembre).

CINEMA. Quattro prime nazionali e uno sguardo sul conflitto medio orientale connotano questa edizione che proietterà con “From Ground Zero” film collettivo selezionato per la gara degli Oscar (4 novembre) è un progetto ideato da Rashid Masharawi “per tracciare la memoria dell’occupazione palestinese tramite 22 cortometraggi girati a Gaza da altrettanti artisti residenti”. Anche un altro film si colloca sullo stesso tema.

Un momento di “Eat Me” coreografia di Giorgia Lolli sul consumo di immagini del corpo femminile al festival di Bologna (Fotografia di Piero Tauro)

E’ “La belle de Gaza” della francese Yolande Zauberman. Parla di una donna trans di cui si narra il viaggio a piedi da Gaza a Tel Aviv (7 novembre). Queste le prime visioni.: “Cidade Campo” della brasiliana Juliana Rojas si occupa di due storie di emigrazione (1 novembre). “Memorias de un cuerpo que arde” della costaricana Antonella Sudasassi Furniss che esplora il tema del desiderio e del piacere femminile nella terza età. Il film racconta la storia di tre donne tra i 68 e 71 ani d’età (8 novembre).

Sullo stesso tema anche il film del regista francese Alexis Taillant che in “If I Die, It’ll Be of Joy” racconta di un gruppo di anziani attivisti (3 novembre; “L’Homme dels Nassos” è l’opera prima di Abigail Schaaff, un dramma d’epoca che mette assieme avvenmtura e fantasia e collega la Spagna degli anni 30 agli anni 60, il decennio della guerra civile spagnola le cui atrocità furono messe a tacere come prezzo della transizione alla democrazia (2 novembre). Altri film in programmazione: “Les Femmes au balcon” di Noémie Merlant (6 novembre); “She Is Still Here” di David Charles Rodrigues (31 ottobre); “Desire Lines” di Jules Rosskam (8 novembre); “Duino” dell’argentino Juan Pablo Di Pace e di Andres Pepe Estrada (5 novembre); “Gondola” del tedesco Veit Helmer (9 novembre); “Kokomo City” dell’americana D. Smith (9 novembre); “The summer with Carmen” del greco Zacharias Mavroeidis (1 novembre); “This is Ballroom (Salao de Baile)” film brasiliano di Vita e Juru. Per quanto riguarda gli incontri il 1 novembre Walter Siti presenterà il suo nuovo libro “C’era una volta il corpo”. Il 9 novembre Tommaso Giartosio porta a “Gender Bender” il suo libro “Autobiogrammatica” finalista allo “Strega”. Claudio Rossi Marcelli invece presenta la conferenza spettacolo “Barbie siamo noi” (8 novembre).

Una scena tratta dalla pellicola “Les Femmes au Balcon” girata dalla cineasta francese Noémie Merlant al festival “Gender Bender” di Bologna dal 31 ottobre al 9 novembre
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