Teatro
Che bello scambiarsi posti nel letto e magari anche il sesso del partner
Il titolo originario fu per un tempo Meet My Father, incontra mio padre, poi diventato Relatively Speaking, alla lettera relativamente parlando, parlando in modo approssimativo, e diventato in italiano Sinceramente Bugiardi (che non c’entra niente), diventa finalmente Sono Cardi Amari! una sciocca commedia sentimentale, che c’entra ancora meno, ma almeno fa ridere, anche se non proprio di buon gusto, alla Cappella Orsini di Via di Grotta Pinta 21, a Roma, con la regia di Marco Medelin. Si tratta di una commedia, quasi una pochade, ma dal bon ton britannico, di Alan Ayckbourn. Mar Medelin non si è limitato però solo a cambiarne il titolo, ha cambiato anche i nomi dei personaggi, GREG GINNY PHILIP SHEILA sono diventati NORBERTA GIOVANNA GUIDO LUISA. E così la coppia di innamorati etero diventa una coppia lesbica, senza che nessuno dei personaggi abbia niente a che ridire. Nemmeno quando Norberta al supposto padre ma in realtà amante di Giovanna confessa di amare una donna ch’ella crede sua figlia, e che invece il supposto padre crede sua moglie. Ovvio che l’equivoco non desta scandalo in Gran Bretagna dove il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale da molti anni,. Anzi ci fu un bellissimo film, anni fa, che comincia proprio con il matrimonio di due uomini, Clapham Junction, diretto, per la televisione, da Adrian Shergold. Ve l’immaginate in Italia un film per la televisione dove si vedono giovani minorenni che seducono un affascinante quarantenne, assassini di marchette nei parchi, madri isteriche che strappano il figlio dagli artigli del mostro frocio che corrompe il ragazzo? Ma nemmeno se si avverte che la visione è sconsigliata per i minori di 14 anni. Che differenza di civiltà! Ed eravamo nel 2007. Lo spettacolo di Medelin, di traverso, denuncia dunque anche questo ritardo della società italiana e della sua legislazione. Oltre a vedersi cambiare i nomi il testo ha subito una energica sforbiciata, e ci ha guadagnato. La rivoluzione omoerotica è casuale. Mancava un secondo attore, ma c’era una terza attrice. Et voila! La finezza e l’eleganza degli equivoci rende la salsa più piccante. Ma non solo. È la dimostrazione che un testo pensato per le scene non è scritto una volta per tutte, ma può mutare ad ogni messa in scena, talora perdondoci qualcosa, ma spesso anche arricchendo l’impatto con il pubblico. L’autore, una volta che dà alle stampe un testo, non ne è più il padrone. Sbagliò dunque Pinter quando disse che Visconti aveva tradito la sua commedia, ambientandola in un ring di pugilato. Ne aveva cambiato il senso, rivelato un significato nascosto. Nemmeno tanto estraneo, poi, al teatro di Pinter, se proprio una commedia come Tradimenti è giocata sui cambiamenti di senso con cui il tempo condiziona un amire. ma lo spettacolo attrae anche per la bravura strepitosa delle tre donne, la spiritata Michela Totino, l’indiavolata Rossella Petrucci e, imperturbabile, Silvana Rossomando, e dell’attore, satiresco e compassato, Fabrizio Micarelli. Nessuno dei quattro, nemmeno quando si agita sopra le righe, declama o spara fuori recitazione da accademia d’arte drammatica, insopportabile, oggi, sulle scene italiane, ma nemmeno farfuglia incomprensibili sussurri, pena e tormento di tutti gli sceneggiati televisivi. Insomma, uno spettacolo, di vero – naturale? – teatro. Si entra, ci si diverte, si gode, si ride, e alla fine si applaude tutti.
Devi fare login per commentare
Accedi