Teatro

Castiglioncello, una mostra per Micha van Hoecke

21 Luglio 2024

CASTIGLIONCELLO _ Fuori dagli schemi, visionario e poetico, ironico e passionale. Micha van Hoecke, il grande coreografo scomparso appena tre anni fa manca tantissimo alla danza e alla cultura europea. E, soprattutto a quella dell’Italia, divenuta sua seconda patria nella seconda metà degli anni Ottanta, quando atterrò al Castello dei Pasquini a Castiglioncello con il suo Ensemble, notevole compagnia che, come il suo direttore, sfuggiva a classificazioni: eclettica e dotata di danzatori straordinari seppure molto differenti tra loro ma, sotto la guida di van Hoecke, trasmetteva vitalità ed energia come poche compagini.

Di quegli anni esaltanti che hanno lasciato un importante segno nella danza contemporanea c’è giustamente traccia in “Le vie d’Artiste: Micha Van Hoecke”, mostra voluta dalla Fondazione Armunia per celebrare gli ottanta anni del geniale Maestro, coreografo, danzatore e regista di fama internazionale proprio nei locali del Castello dei Pasquini di Castiglioncello a partire dal pomeriggio del 21 luglio e per sette giorni, fino al prossimo 28 luglio . E’ una esposizione molto speciale curata personalmente da Miki Matsuse -la danzatrice compagna della vita di Micha– fatta di immagini fotografiche, molte inedite, ma anche di cimeli di famiglia e, nel primo giorno di apertura, anche la partecipazione dei danzatori dell’Ensemble che si produrranno in alcune coreografie capolavoro diel Maestro: “Monsieur Monsieur” e “Adieu à l’Italie”.

Una rara fotografia tratta dall’archivio della famiglia van Hoecke che qui vede ritratti il futuro coreografo Micha e la sorella Marina tratta dall’esposizione di Castiglioncello (archivio familiare)

Non poteva che essere questo il luogo giusto per ricordare van Hoecke che questi posti elesse come residenza di vita e lavoro.

“La vie d’artiste. Micha van Hoecke” straordinaria e unica esposizione intende celebrare così gli ottanta anni di colui che fu “un pioniere che, tra i primi, credette in un teatro totale, dove la danza si fonde con la musica, col canto, con la recitazione per dar vita a un’irripetibile opera d’arte”.

In questi spazi l’artista creava i suoi lavori, qui faceva le prove generali di spettacoli che avrebbero preso la via dei grandi teatri d’Europa e d’America.

L’esposizione voluta dalla Fondazione Armunia diretta da Angela Fumarola, prevede un itinerario che intreccia storia biografica e percorsi d’arte. E’ un itinerario che inizia considerando in primis le radici culturali di Micha, nato a Bruxelles nel 1944 da padre belga e madre russa. In questo caso sono da scoprire gli scatti fotografici, rimasti inediti fino a poco fa, che si riferiscono proprio al ramo materno della famiglia, cioè quello russo: con “dipinti a firma del padre pittore belga e disegni del nonno allontanatosi da Charkiv dopo la rivoluzione –, per giungere agli anni con Maurice Béjart a Bruxelles e alla sua produzione autoriale prima in Belgio e poi in Italia”.

Un giovanissimo danzatore  Micha van Hoecke ripreso nello spettacolo  “Notre Faust” coreografato da Maurice Bejart in mostra questi giorni a Castiglioncello per gli 80 anni dell’artista belga

Ma prima ancora è a Parigi che il giovane van Hoecke inizia la sua carriera artistica danzando nella compagnia di Roland Petit (1960) e del quale il giovanissimo ballerino assorbirà un certo gusto per l’ironia. Appena due anni dopo entra a far parte del corpo del Ballet du XXe siècle di Maurice Bejart diventandne in breve tempo l’assistente, oltre che grande amico. E Bejart stesso a volerlo alla guida del prestigioso Mudra di Bruxelles, scuola di formazione tra le più celebri. E’ proprio tra gli allievi di questo centro che il coreografo farà nascere prima il Ballet-Thèatre L’Ensemble e poi nel 1981 l’Ensemble di Micha van Hoecke. In questa data anche il debutto del primo spettacolo in veste d’autore “Monsieur Monsieur” (dedicato al padre) che ha in nuce tutte le qualità artistiche e le intuizioni che si ritroveranno poi nel capolavori a venire. Sei anni dopo è a Roma a dirigere il corpo di ballo del Teatro dell’Opera e quello del Massimo di Palermo. Intanto dopo il “Monsieur Monsieur” arrivano gli spettacoli di ispirazione russa come “Doucha” del 1983 e qualche anno dopo “Prospettiva Nievskij” del 1986. Nell’anno di “Doucha” firma le celebri coreografie per il film di Claude Lelouch, “Bolero”, che gli assicurano una fama immediata in campo internazionale.

Il danzatore e coreografo belga, Micha van Hoecke, scomparso tre anni fa in Italia è qui fotografato in una scena di “Gaite Parisienne” nel ruolo di Offenbach, coreografia di Maurice Bejart

Sono anche i tempi in cui sempre più spesso fa capolino in Italia per collaborare, oltre che con il Teatro di Roma anche con il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro alla Scala di Milano. Spazio speciale è riservato al Ravenna Festival dove instaura un solido rapporto d’amicizia con il direttored’orchestra Riccardo Muti e la moglie Cristina Mazzavillani. Numerose comunque le collaborazioni artistiche: da Luciano Damiani a Luis Bacalov, Roberto De Simone e e Luca Ronconi, Carla Fracci e Beppe Menegatti, Nicola Piovani, Lindsay Kemp. Luciana Savignano.

Autore instancabile ha regalato moltissime coreografie: “Les Mariès de la Tour Eiffel” di Cocteau, “Dante Symphonie”, “Adieu’ à Italie”, “Pierrot Lunaire”, “Orpheus”, “Salomè”, “Le Baccanti” di Euripide, “Le Troiane”, e i recenti “Carmina Burana”, “La Pastorale”, “Pierino e il Lupo qualche anno dopo…” e nel 2019 “Shine Pink Floyd Moon” con la Compagnia Daniele Cipriani.

“La Vie d’Artiste-Micha van Hoecke” si può visitare tutti i giorni dalle 18 alle 23. L’ingresso è gratuito.

Un ritratto del coreografo e danzatore Micha van Hoecke a Castiglioncello che gli ha dedicato una importante esposizione (Foto di Cristiano Castradi)

 

 

 

 

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