Teatro

“Cabudanne de Sos Poetas” , la “non-scuola” delle Albe e la musica di Maroccolo

28 Agosto 2024

SENEGHE _ La gente del Montiferru, Sardegna, è di scorza dura. Chi vive in quel massiccio di origine vulcanica a mille metri dal livello del mare e che comprende i paesi di Bonarcado, Santu Lussurgiu, Cuglieri, Scano di Montiferro e Seneghe, è caparbio, come sono i sardi, con un senso forte della comunità, in grado di rialzarsi davanti alle avversità tendendo comunque dritta la barra del cammino intrapreso. A maggior ragione nel caso di ingiustizia e situazioni limite. Come quella del colossale incendio che il 24 e 25 luglio di tre anni divorò oltre tredicimila ettari di boschi e campi coltivati, distruggendo case e aziende agricole, così drammaticamente raccontato dall’intenso e struggente documentario “L’Ombra del fuoco/S’Umbra e’ su fogu” del cineasta Enrico Pau, le cui riprese, iniziate quando le radici dei lecci secolari erano ancora roventi, hanno restituito immagini conficcatesi poi nel cuore come proiettili. Frammenti di emozione dolorosa di un disastro che ha coinvolto uomini, vegetazione, alberi. Natura. Visione necessaria come imprenscindibile ammonizione. A distanza di tempo il ricordo non è stato cancellato, come un senso amaro di ingiustizia, sopraggiunto quando lo scorso novembre il giudice del Tribunale di Oristano decise di archiviare il caso. Quel mega incendio indotto dal rogo di un’auto fu cioè una tragica fatalità senza colpe. E non causato -come sostenevano gli avvocati dei cittadini danneggiati- da una scarsa prevenzione tra cui l’assenza delle fasce parafuoco.

Adesso quelle terre segnate da quella ferita nera sono oggetto di un altro assalto. Sono le gigantesche pale eoliche per produrre centinaia di megawatt incredibilmente fuori misura per una popolazione che conta appena ventimila anime. Oltre una decina di progetti potrebbero trasformare in modo quasi definitivo un antico e sacro paesaggio. Una vera speculazione in nome dell’ambiente e contro la quale in tanti, e non solo nel Montiferru, in Sardegna stanno protestando dicendo no.

Un fotogramma tratto dal documentario  girato dal regista Enrico Pau “L’Ombra del Fuoco/S’Umbra e’ su fogu” sul vasto incendio di tre anni fa nel  Montiferru. Al centro i cantores di Cuglieri

 

Ma tutto questo c’entra qualcosa con un festival della poesia? Sì, perchè è proprio in codesto territorio con epicentro il comune di Seneghe che è nato e cresciuto venti anni fa “Cabudanne de sos Poetas”, rassegna ideata e costruita dall’associazione Perda Sonadora che affonda nelle radici di un’arte secolare, quella di poetare che è sacra altrettanto come questa stessa terra. Manifestazione e riferimento culturale più importante e significativo della zona, nell’arco della sualunga e complessa storia, ha richiamato non solo poeti da tutto il mondo ma anche teatranti e musicisti. Perchè questo è il modo di intendere da queste parti la poesia, oltre le rime e le parole. Un sentimento profondo in grado di parlare alle genti al di là delle differenze. Una lingua unica, corrente senza fili capace di collegare cuori ed emozioni come solo i poeti sanno. “Cabudanne” quindi, è davvero un luogo unico e incredibile. Rappresenta il territorio, le vicende di uomini e donne a questo legate, le tragedie come le lotte, lungo un percorso serrato di eventi, fatto di incontri, letture, spettacoli e concerti all’ombra di grandi querce e odorosi giardini, dentro piazze che portano ancora il nome antico di “Pratza de sos Ballos”, cioè “Piazza dei Balli” dove nel tempo tutto il paese si era solito ritrovare per danzare in cerchio “su ballu tundu”, al suono delle launeddas o dove ascoltare “is cantadores” accompagnati dalle chitarre e soprattutto assistere in religioso silenzio alle gare dei poeti improvvisatori. “Cabudanne de sos poetas”– dal 25 all’8 settembre- rinnova così, anche stavolta, l’antico rito intrecciandolo con quello della contemporaneità e del guardare il mondo da un piccolo ma significativo punto geografico di un’isola al centro del Mediterraneo. Tante sono anche questo anno le occasioni da non perdere e seguire magari alloggiati nelle case del paese, nella ormai consolidata consuetudine di un turismo diffuso, tanti eventi da non perdere. Dal grande fiume degli appuntamenti vale però la pena di isolarne qualcuno di particolarmente significativo.

Il regista del Teatro delle Albe Marco Martinelli lo scorso anno al festival “Cabudanne de Sos Poetas” dove presentò il suo film d’arte “The Sky over Kibera” il gigantesco slum di Nairobi (foto Marco Vitali)

Torna infatti dopo una lunga assenza la “non scuola” del Teatro delle Albe inventata dal regista Marco Martinelli che proprio a Seneghe era approdata nel 2006 diretta allora dall’attore Roberto Magnani e che dal 29 al 5 settembre terrà il suo laboratorio guidato da Laura Redaelli e Cinzia Baccinelli, attrici e guide della “non-scuola” assieme allo stesso Magnani. La “non-scuola” è la pratica teatral-pedagogica di laboratori rivolti a ragazzi e ragazze che il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro porta avanti dal 1991 a Ravenna e in tutto il mondo. Il laboratorio coinvolgerà un gruppo di ragazze e ragazzi che lavoreranno assieme sulle “Fiabe di mare” di Italo Calvino “concentrandosi soprattutto sull’aspetto corale e giocoso a partire dall’energia e dalle invenzioni dei partecipanti stessi, attraverso la proposta di esercizi teatrali e improvvisazioni che andranno a creare un’azione teatrale finale”. ”Fiabe di mare” sarà un viaggio nella storia di molte Italie e racconti che approdano a nuovi porti. Storie marine dove sono protagonisti “il mare e anime semplici, lontane dai giochi di potere, che spesso si ritrovano imbrigliati nelle trappole di arrivisti e regnanti”.

Per le “Buonenotti” all’ombra della grande Quercia il 6 settembre, a mezzanotte, spazio alla performance poetica e sonora realizzata in tandem da Perda Sonadora e Gianni Maroccolo, mitico bassista dei Litfiba e dei CCCP, Csi e poi Pgr fino ai recenti Deproducers. Con lui altri musicisti di culto come Andrea Chimenti, storico frontman della new wave fiorentinadegli anni Ottanta, Antonio Aiazzi, componente e fondatore dei Litfiba e Simone Filippi (della cult band Ustmamò), liberamente ispirato e dedicato all’opera del poeta palestinese Mahmoud Darwish, considerato tra i maggiori poeti del mondo arabo che ha raccontatol’orrore della guerra e l’esilio. “La saggezza del condannato a morte” è l’ultima raccolta del poeta: un atto poetico e politico di resistenza.

Gianni Maroccolo in concerto. Il musicista è protagonista di un live sulle poesie del palestinese Mahmoud Darwish. Con lui a Seneghe anche Andrea Chimenti, Antonio Aiazzi, Simone Filippi (Foto Robin)

E proprio attorno alla situazione palestinese sono dedicati alcuni appuntamenti di questa edizione perchè affermano gli organizzatori: “anche i movimenti culturali hanno l’obbligo difare la propria parte quanto meno nel tentativo di innescare una riflessione comune verso la pace”. Così, proprio il 6 settembre alle 21,30 in Pratza de sos Ballos è previsto l’incontro con Francesca Albanese, giurista specializzata in relazioni internazionali relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi che presenterà il suo libro “J’accuse, Gli attacchi del 7 ottobre, Hamas, il terrorismo, Israele, l’apartheid in Palestina e la guerra” (edito da Fuoriscena, 2023). Con Albanese dialogano Manolo Luppichini, Meri Calvelli, Raja Ibnou,Yasmine Al Jarba, e Fawzi Ismail. Modera l’incontro Nicolò Palla.

Per far capire come l’attività del “Cabudanne” è radicata durante tutto l’anno con diverse iniziative, va ricordato come un virtuale inizio del festival sia stato dato a maggio di questo anno nell’incontro a Seneghe con lo scrittore Patrick Chamoiseau, autore del capolavoro “Texaco”, epopea del popolo antillese tradotto dallo scrittore Sergio Atzeni.

Tema dichiarato di questa edizione è quella dei “Linguaggi”, cioè la poesia declinata e raccontata con l’aiuto degli stessi autori. Le illustrazioni grafiche sono di Roberto Pusceddu, alias Erre Push.

Il 28 si inizia alle 18 in Sa Domo de sa Poesia con “Parolacce” , linguaggi poetici a cura di Federico Crobe. Alle 19 Roberto Ciccarelli presenta “L’odio dei poveri” una inchiesta politico-filosofica sul welfare. L’autore sarà in dialogo con Antonio Bove e Alessandro Cauli. Alle 21 monologo e letture a cura di Giuseppina Pintus da “Difficoltà di genitori” di Stig Dagerman, Alle 21,30 proiezione de “Il dito e la luna” di Agostino Marco D’Antonio in conversazione con Myriam Mereu. Alle 23 spazio ail rapper nuorese Bakis Beks in concerto (Domu de sa Poesia).

Un incontro sulla poesia in una recente edizione del festival “Cabudanne de Sos Poetas” che si tiene da venti anni a Seneghe

Il 29 agosto in programma a Sa Prentza de Murone alle 18,30 si presenta il libro “Un ribelle nell’ombra. Vita e opera di Pasquale Dessanai” di Giancarlo Porcu. Con lui Mario Cubeddu. Letture di Marco Moledda. A Sa Domu de sa Poesia,A sa Biddobranesa, abbigliamento della comunità di Villaurbana tra l’Ottocento e il Novecento”. Con i curatori Leandro Ventura e Vincenza Santoro. Coordina Marcello Marras. Domu de Sa Poesia: il 30 agosto alle 18,30 Angelo Mazza presenta “Jump” introdotto da Duilio Caocci. In collaborazione con la Fondazione Faustino Nonnis e il festival Anderas alle 21 lo spettacolo “Stand up Poetry” di e con Lorenzo Marangoni in collaborazione con Sardegna Teatro. Il 31 agosto alle 18,30 “Alla terra i miei occhi”, Mauro Liggi incontra la poetessa Simonetta Milia. Alle 19,30 Nicola Piredda presenta il suo nuovo album “Shardirland”. Il 1 settembre alle 19 “Romanzo Popolare. Come i Promessi Sposi hanno fatto l’Italia”: Raimondo Cubeddu intervista l’autore Roberto Bizzocchi.

Sa Prentza de Murone il 2 settembre alle 18,30 Camilla Cubeddu si confronta con Mauro Mottinelli autore di “Non ti sento ma ti ascolto”. Alle 21,30 Nicola Angrisano dialoga con Claudio Metallo autore di “Kamizake Blues Esplosion”. Il 3 settembre alle 17,30 “OC”, Numero speciale dedicato alla poesia in Sardegna con i versi di Antonella Anedda, Mario Cubeddu, Simonetta Milia, Francesco Ottonello, Nanni Falconi e Giandiego Zoccheddu. Alle 19,30 Nicola Crocetti autore di “Dimmi un verso anima mia. Antologia della poesia universale” si intrattiene con Duilio Caocci. Il 4 settembre alle 19 in Santa Prentza de Murone Bastiana Madau autrice di “Le maestre dell’università sconosciuta” si confronta con Myriam Mereu. Alle 21,30 “Clandestino visionario: ritratto di Antonio Newiller”, incontro a cura di Marcello Anselmo. Si entra così nel vivo del festival nelle giornate dal 5 all’8 settembre.

Un dibattito in notturna all’interno di un grande giardino nel paese di Seneghe. Durante il festival in arrivo poeti da tutto il mondo, teatranti e musicisti. A maggio la presenza di Patrick Chaimoseau

Il 5 si parte alle 17 da Sa Prentza de Murone per assistere alla presentazione del libro “Gli occhi chiusi e lo specchio” del poeta Sergio Cicalò con Emanuele Dattilo. Alle 18,30 spazio all’arte poetica di Maria Lai nell’appuntamento con Silvia Loddo curatrice di “Io sono Sardegna/I am Sardinia” con Livia Crispolti e Pietro Clemente. Alle 20 nel Campo della Quercia, azione teatrale finale della “non-scuola” del Teatro delle Albe con Laura Redaelli, Cinzia Baccinelli e Roberto Magnani.

Arruga de Putzu Arru: alle 21,30 , poesie come “Nature vuote” nel libro di esordio di Andrea Franzoni a confronto con Francesca Mancinelli e Rossana Abis. Segue alle 23 il concerto della blueswoman Irene Loche.

Il 6 settembre si inizia a Sa Prentza de Murone dove alle 10 si presenta la recente opera di Tommaso di Dio, “Ardore”, presentata da Franca Mancinelli.

A seguire alle 11,30 il mondo visto dallo sguardo di un bovino è al centro della “Sinfonia delle mucche” di Guido Celli. “Un viaggio siderale tra disegni (a cura di Poki) e versi nellacostellazione delle mandrie, delle stalle, dei campi, del fango, nella convinzione che solo gliocchi delle mucche comprendano cosa sia effettivamente l’addome del pianeta Terra”. Dialoga con il poeta e performer romano, Luca Manunza (direttore tecnico del festival e socio di Perda Sonadora).

Arruga de Putzu Arru: alle 17,30 l’arte poetica della musica e il contributo delle donne alivello globale e locale degli ultimi decenni, nel progetto Ladies on Records, a cura di Kornelia Binicewiz, dj e antropologa di origine polacca, di base a Istanbul, Turchia, dove dal 2015 esplora la musica femminile dalla Turchia e dal Medio Oriente. Un viaggio tra i versi delle poetesse e musiciste turche in compagnia di Lea Nocera, Vittoria Soddu e Giorgia Cadeddu di Studiolanda.

Il concerto della musicista e cantante Daniela Pes lo scorso anno al Campo della Quercia di Seneghe per il “Cabudanne de Sos Poetas”

Alle 18,30 (stessa location) un altro appuntamento di rilievo è quello dedicato a “PAZ -Andrea Pazienza”- in compagnia del giornalista e scrittore Guido Piccoli, intimo amico dell’autore scomparso, che con Daniele Mocci presenta al Cabudanne 2024 una serie di documenti inediti dedicati alla vita e alle opere di PAZ. Alle 23 nel Campo della Quercia dj set di Kornelia Binicewicz. Segue la performance poetica e musicale di Maroccolo, Chimenti, Aiazzi, Filippi e Jogodic. Il 7 settembre si parte da Sa Prentza de Murone alle 10 per ricordare la figura di Maria Giacobbe con Maurizio Ciampa e Mariangela Sedda. Segue alle 11 “Piazzale senza nome” di Luigia Sorrentino voce Rai e poetessa in compagnia del critico Fabrizio Fantoni. Dopo quindici anni di silenzio torna in libreria e arriva per la prima volta in Sardegna Roberta Castoldi, una delle voci più originali della poesia contemporanea italiana (Franco Loi ha scritto l’introduzione nel suo esordio poetico “La scomparsa”, 1999) con il terzo libro“La formula dell’orizzonte” (Animamundi, 2022): un tempo, un luogo, una condizione dell’anima a cui si accede per un forte innamoramento che produce perdita, svista e dimenticanza. Alle 17,30 (Prentza de Murone) Franca Mancinelli e Rossana Abis intervistano la poetessa. Alle 18,30 si parla dell’esordio letterario di Janek Gorczyca, (“La storia della mia vita”) autore polacco, homeless, che vive a Roma da più di trent’anni, per strada, in case occupate,edifici abbandonati, marciapiedi, sotto un balcone. Racconta tutto, in una lingua non sua, appresa per strada e tra la gente. Con l’autore c’è Christian Raimo, giornalista e scrittore.

Nel dialogo serrato con la storia, Durs Grünbein, poeta, saggista e traduttore tedesco (Dresda) tra le voci liriche più illustri della scena contemporanea della letteratura europea, “deriva nell’antologia “Le parole non dormono” le premesse per una diagnosi del presente attenta a cogliere le mutazioni antropologiche in atto su scala globale”. Con il poeta si confrontaValentina Di Rosa, docente di letteratura tedesca contemporanea e traduzione letteraria all’Università Orientale di Napoli: in Pratza de sos Ballos. Alle 21,30. Nello stesso spazio, a seguire, il concerto del Trio Mandili, un trio vocale giorgiano al femminile che riprende la tradizione dei canti polifonici con l’accompagnamento del “panduri”, strumento tradizionale a tre corde in compagnia del coro a tenores Su Contrattu Seneghesu . Si chiude alle 23,30 nel Campo della Quercia con il gruppo hip hop napoletano Sangue Mostro formato da Speaker Cenzou, Ekspo, Ale Zin e dj Uncino.

Nei giorni del Festival nel centro di Seneghe si possono leggere dappertutto versi di grandi ma anche sconosciuti poeti. Frasi e pensieri degli ospiti della rassegna (in questo caso è Paolo Nori)

L’ultima giornata del festival, 8 settembre si inizia alle 10, 30 in Sa Prentza de Murone dove Nicoletta Di Vita presenta il suo libro “Il nome e la voce. Per una filosofia dell’inno” dove si racconta che “l’inno, il canto in onore degli dèi ,è stato per secoli la forma per eccellenza della poesia e del pensiero nel mondo classico. Con l’autrice il filosofo Elenio Cicchini. Alle 11,30 si tiene il ricordo di Franc Ducros, saggista, traduttore di poesia, grande poeta francofono e grande amico del Cabudanne, scomparso lo scorso agosto. Insieme alla moglie Giselle Pierra, Mario Cubeddu e ai redattori della rivista occitana di poesia “OC”. l’omaggio tra presentazioni, reading, e ascolti tratti dal libro “Poésie, figures traversées”, Théétète Editions, 2023, a lui dedicati.

In Sa Pratza de sos Ballos alle 17,30 lo scrittore Alberto Capitta, autore de “La tesina di S.V.” dialoga con Simone Cireddu.

Alle 18,30 Gabriella Caramore nel suo libro “L’età grande. Riflessioni sulla vecchiaia” prova ar accontare molte delle inquietudini dell’età che sta vivendo, tra sincerità e pudore. Con la poetessa anche Mario Cubeddu. Ultimo appuntamento alle ore 20 ,“La generatività del linguaggio nella poesia dialettale”presentazione della collana bilingue Ardilut-Quodlibet. Al centro il bilinguismo e la potenza che la lingua volgare ha nel generare e dare vita alla lingua grammaticale nella tesi di Giorgio Agamben, uno dei pensatori più influenti della nostra epoca.

Tra le mostre da segnalare quella fotografica del giornalista e fotografo Francesco Pintore, “Binti” dedicata alla prima edizione del festival. Si potrà visitare dal 5 all’8 settembre nei locali de Sa Domu de sa Poesia. Imperdibile infine  il punto ristoro del festival con i piatti della tradizione del Montiferru rivisitati dallo chef Pierluigi Fais del ristorante Josto di Cagliari.

Fin qui il festival e il suo programma come sempre ricco e partecipato. Pensato e costruito con passione e soprattutto con mezzi scarsi. Ancora in alto mare lo scontro tra amministrazione comunale e associazione, nata l’anno scorso a seguito dell’assegnazione dei contributi per il Bando Borghi linea B del PNRR. In una lettera indirizzata agli ospiti del Festival poche righe per stigmatizzate l’assenza di rapporti.

“Ci rammarica che anche quest’anno il Comune di Seneghe abbia abbandonato il Cabudanne, non concedendo ad oggi nemmeno un patrocinio gratuito” così scrivono quelli di Perda Sonadora.

Una festosa marcia musicale con canti e balli  di ragazze e ragazzi di Seneghe nel centro del paese durante le giornate del festival “Cabudanne de Sos Poetas”
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