Teatro
Biennale Teatro, Leone d’oro ad Armando Punzo, quello d’argento a FC Bergman
E’ Armando Punzo il Leone d’Oro per il teatro della prossima edizione della Biennale Teatro che questo anno si svolgerà a Venezia dal 15 giugno al 1 luglio 2023. Punzo, regista e fondatore della nota Compagnia della Fortezza, la prima che sia nata all’interno di un carcere, in questo caso a Volterra, riceverà l’ambito premio il 17 giugno nella Sala delle Colonne _sede della Biennale– nell’ambito delle manifestazioni promosse dal Festival internazionale del Teatro edizione numero 51. Nella stessa occasione sarà consegnato anche il Leone d’Argento. Andrà a FC Bergman collettivo originario del Belgio. I Leoni sono stati proposti dagli attuali direttori artistici Stefano Ricci e Gianni Forte (della compagnia ricci/forte) e approvati dal Consiglio di Amministrazione della Biennale. Amando Punzo inaugurerà anche il programma della Biennale Teatro mettendo in scena al Teatro alle Tese “Naturae”, allestimento che segna il punto di approdo di una lunga ricerca. Un ciclo durato quattro anni di lavoro attraverso seminari, workshop, studi preparatori e spettacoli. Punzo lavora all’interno del carcere di Volterra dal 1988. La Compagnia della Fortezza è stata la prima in Italia ad operare all’interno di un penitenziario, la Fortezza, eretta dai Medici oltre quattrocento anni fa. Dal 1996 al 2016 ha diretto anche il festival internazionale “Volterra Teatro”. Lungo il curriculum di opere messe in scena dalla compagnia comprendente una ottantina circa di detenuti-attori. Gli spettacoli sono una quarantina e comprendono titoli di forte impegno e di complessa realizzazione.
Si va dal Marat-Sade di Peter Weiss a “I Negri” di Genet. E poi ancora: “I Pescecani, ovvero quel che resta di Bertolt Brecht”; “Santo Genet”, “Beatitudo” e “Progetto Naturae”. Diversi di questi spettacoli dopo il debutto in carcere sono stati poi presentati in importanti teatri nazionali. Importanti anche gli eventi di carattere internazionale ai quali la Compagnia, con la direzione di Armando Punzo ha dato vita. Vanno da un allestimento di “Hamlice” all’Hangar Bicocca di Milano per tremila spettatori a una versione molto speciale di “ Beatitudo”, all’interno della Centrale Geotermica di Larderello . A Taranto, nel quartiere Tamburi montò l’installazione “Paradiso. Voi non sapete la differenza dei Santi” . Ultimo evento in ordine di tempo la scorsa estate lo spettacolo site-specific di “Naturae. La valle dell’innocenza” nel Padiglione Nervi del’ex Salina di Stato delle Saline di Volterra.. Numerosi i riconoscimenti e i premi (ben sei Ubu) ritirati durante la sua attività artistica a cui ora si aggiunge anche quella del Leone d’oro della Biennale. Ha scritto anche due libri autobiografici: “E’ ai vinti che va il suo amore” (Clichy 2013) e “Un’idea più grande di me” (edito da Luca Sossella 2019). Per quanto riguarda la motivazione del prestigioso riconoscimento ad Armando Punzo, Stefano Ricci e Gianni Forte scrivono che “La ricerca del senso del teatro inizia quando ci si avventura in territori umani spinti dalla necessità di una propria, originale, identità culturale. Dove il palco si nutre della stessa vita concreta. Nel tentativo di comunicare attraverso l’isolamento, artistico e geografico; il carcere e le sue barriere. Forzare un limite, l’assenza di libertà che frantuma gli assiomi attraverso il Teatro per diventare rigogliosa mietitura. Ricominciare a sognare un nuovo uomo e imporlo alla realtà. Una forma visionaria di comunicazione distillando un linguaggio ricostruito all’ombra di un pregiudizio: lo spirito e la fantasia non hanno sbarre che contengano ma, soprattutto, siamo certi che siano gli Altri i prigionieri condannati ad un perimetro? I nostri limiti, le paure, il bisogno di affermazione sociale, la cecità verso il prossimo; rendere visibile il non palpabile, l’inconsapevole: un’utopia culturale di cui Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza sono le fulgide incarnazioni”. (qui una nostra intervista https://www.glistatigenerali.com/teatro/armando-punzo-oltre-i-classici-danzando-lutopia/ )
Attenti ad individuare “Un rinnovato senso del teatro” i due direttori artistici hanno puntato per il Leone d’Argento sui belgi di FC Bergman, collettivo composto da un gruppo di registi e attori e artisti formato da Stef Aerts, Joé Agemans, Thomas Verstraeten e Marie Vinck. Così scrivono nella loro motivazione al premio Ricci e Forte. “ con le loro creazioni, gli artisti fiamminghi FC Bergman ispirandosi al cinema, alla letteratura e alla storia dell’arte, amalgamando un’estetica pittorica e l’uso di una tecnologia molto avanzata con i grandi racconti allegorici-medievali-biblici, plasmano un originale linguaggio di teatro-danza-site-specific, poetico e al tempo stesso irriverente, che rilascia una sensazione di sconcertante disagio nello spettatore. Utilizzando riferimenti, simboli e immagini profondamente radicati nella cultura e civiltà occidentale, sfuggendo alla dittatura del punto di fuga dei teatri all’italiana con prospettive organizzate in vorticosi tableaux vivants e riservandosi un margine d’imprevedibilità e improvvisazione, gli FC Bergman flirtano con i limiti del fattibile, creando delle apocalittiche favole moderne, spesso senza parole ma di sorprendente forza plastica e potere evocativo, focalizzandosi così sull’Uomo – combattuto tra il desiderio esistenziale di trascendere i propri perimetri e la paura di un cambiamento – seguendolo nelle sue commoventi odissee che si metamorfizzano poi in tragicomiche disavventure”.
FC Bergman, il 17 giugno in prima nazionale presenteranno il loro “Het Land Nod” (La terra di Nod) uno spettacolo che prende ispirazione “da un luogo, il Museo Reale delle Belle Arti di Anversa, di cui riproduce in scena l’intera sala Rubens con i maestosi dipinti del pittore fiammingo, per raccontare la storia avvincente di questo spazio, delle opere che ospita e soprattutto delle persone che lì cercano conforto e rifugio”.
Il Collettivo FC Bergman è stato fondato nel 2008. L’anno dopo la loro costituzione si sono aggiudicati lo Young Theatre Prize presso il Theater Aan Zee per la messa in scena di “Homecoming” di Harold Pinter. Dal 2013 in residenza presso il Toneelhuis di Anversa, il collettivo dedica alla creazione di Van der vos, un progetto di teatro musicale, realizzato in collaborazione con Liesa van der Aa, Muziektheatre Transparant e Solistenensemble Kaleidoskop. Nel 2015 realizza lo spettacolo Het land Nod (La Terra di Nod), poi presentato al Festival d’Avignon e al Zürcher Theater Spektakel.Dopo una serie di spettacoli e installazioni il gruppo completa”JR” , progetto site specific ispirato dal romanzo di William Gaddis e definito come ”Maggior evento teatrale 2018”. Nello stesso anno firmano la regia di “Les Pecheurs de perles” di Bizet all’Opera Ballet Vlaanderen. Il lavoro più recente, “The Sheep Song” (2021), una performance senza parole su una creatura che non vuole più stare nel gregge perché convinta di essere destinata a una vita più gloriosa. Lo spettacolo è tuttora in tournée da Avignone ad Adelaide. Accanto al lavoro del collettivo, i componenti di FC Bergman sono coinvolti individualmente in altre produzioni teatrali, progetti televisivi, film, installazioni e video firmati a proprio nome.
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