Teatro
Après le Troyennes, tra Euripide e Thierry Salmon
SIRACUSA. Après le Troyennes è lo spettacolo di teatro danza che è andato in scena in prima assoluta e in data unica, martedì 26 luglio nel Teatro Greco di Siracusa nel contesto e in chiusura della stagione Inda 2022. Raccontiamo di una creazione del regista e coreografo Claudio Bernardo, brasiliano ma da sempre attivo in Belgio: un lavoro il cui segno fondamentale è l’estrema complessità della concezione. In scena ci sono dieci interpreti, ovvero cinque danzatori, tre attrici, una cantante lirica, un cameraman. Una complessità densa, interessante, oscura, molto affascinante, una dimensione entro la quale però non è difficile intravedere anche delle fragilità. Innanzitutto si tratta di una riscrittura della tragedia Le Troiane di Euripide: una riscrittura che al contempo dichiara esplicitamente di tener presente il celeberrimo progetto sulle Troiane euripidee condotto da Thierry Salmon (trentasei donne in scena) nel 1988 e culminato nelle Orestiadi di Gibellina, tra le rovine del paese antico distrutto dal terremoto. Un’esperienza teatrale potente che ha segnato la formazione artistica e intellettuale di quanti, artisti o spettatori, hanno avuto la fortuna di partecipare a quell’evento e sicuramente quella di Claudio Bernardo (allora giovanissimo) e del Sovrintendente Inda Antonio Calbi che ha fortemente voluto questo spettacolo. Tra le attrici in scena ci sono per altro la grande Maria Grazia Mandruzzato e inoltre Carmela Locantore, Cecilia Kankonda, tutte e tre presenti anche nello spettacolo di Salmon.
Questo sul piano della diacronia e della concezione dello spettacolo come dialogo (serrato, emozionato, consapevole di svolgersi nel presente e al presente) e confronto con una tradizione teatrale antichissima e colta, con altre esperienze artistiche e con l’orrore quanto mai presente e attuale della guerra. Più complesso e controverso appare il piano della sincronia e della costituzione materiale dello spettacolo: la danza e la recitazione, la musica e il canto, la scenografia e gli apporti video si intrecciano in una partitura pluristratificata che vuole esprimere il senso del dolore di Ecuba, Andromaca, Elena e Cassandra: il dolore inestinguibile di queste donne rese vedove, orfane, fragili, strappate dai loro affetti, esuli, private dei oro figli e dei loro uomini, offese, calpestate nella loro dignità eppure ancora indomite, capaci di gridare al mondo il rifiuto della guerra e il senso, tutto umano, della giustizia e della lotta per la giustizia. Lo spettacolo è recitato in greco antico, in francese, in italiano, sottotitolato in italiano e in inglese, le parti cantate sono le stesse create da Giovanna Marini in greco antico per lo spettacolo di Salmon mentre ad esse si affiancano dei pezzi di Nina Simone e le composizioni di Dorian Baste. Il cameraman presente in scena riprende in diretta, videocamera a spalla, gli sguardi e i movimenti delle protagoniste, ne viviseziona e ne ricrea, amplificandole, l’immagine e l’emozione. Il carico emozionale è evidente, materialmente percepibile. La potenza oscura della lingua antica si fa sentire in tutto il suo fascino, ma la sensazione complessiva è quella di uno spettacolo il cui percorso di elaborazione concettuale e creativa non è ultimato e deve ancora trovare una dimensione definitiva (per quanto aperta) e soprattutto autonoma rispetto al modello di Salmon. Il greco antico resta fine a sé stesso mentre dovrebbe esprimere una forza non solo musicale e nobilmente allusiva, ma anche comunicativa, poetica, esplicitamente simbolica. La scenografia che recupera un pezzo importante (i tre grandi schermi) dello spettacolo Inda precedente (l’Ifigenia in Tauride diretta da Jacopo Gassmann) quanto è stata pensata? È definitiva? Gli apporti video che si concentrano sul Teatro Greco di Catania a che cosa alludono dato che poi lo spettacolo debuttato in un altro straordinario teatro greco? Uno spettacolo importante insomma, ma che necessita di un supplemento di riflessione concettuale e di definizione formale.
Après le Troyennes
Creazione per 10 interpreti, 5 danzatori, 3 attrici, 1 cantante lirica, 1 cameraman. Ideazione, coreografia, scenografia e design luci di Claudio Bernardo. Direttore del coro: Anna Andreotti, Valérie Davreux. Interpreti sul palco: Vincent Clavaguera, Elise Gäbele, Maxime Jennes, Cécilia Kankonda, Tijen Lawton, Carmela Locantore, Fatou Traoré, Mimbi Lubansu, Thi-Mai Nguyen. Con la partecipazione straordinaria di Claudio Bernardo e Maria Grazia Mandruzzato. Con il supporto di Luna Palacios of Catania Tango Club. Interpreti nel film: Gabriella Iacono e Johanne Saunier. Voce di Atena di Marie Bach. Composizione musicale di Giovanna Marini, Dorian Baste. Musiche di Nina Simone. Sceneggiatura di Alain Cofino Gomez, Claudio Bernardo. Costumi di Agnès Dubois, Hélène Lhoest, Claudio Bernardo. Realizzazione video di Cristina Dias. Produzione di Claudio Bernardo. Coproduzioni: Théâtre Varia (Be), Théâtre de Liège (Be), Charleroi Danse (Be), Fondazione INDA (It), Oriente Occidente Danza Festival (It), DC&J Création (Be), Tax Shelter del governo federale belga (Be), Residenze Charleroi Danse (Be), Centro Coreografico Nazionale Scenario Pubblico/Catania (It), Teatro Varia (Be). Con il sostegno del Ministero della Federazione Vallonia-Bruxelles – Dipartimento Danza, Tax Shelter del governo federale belga, Vallonia-Bruxelles Teatro/Danza, SACD Belgio, WBI, Centre National Chorégraphique, Scenario Pubblico Catania, Wakko Kapper; con il sostegno del Comune di Ixelles. La compagnia è in residenza artistica al Théâtre Varia, Centro Drammatico di Bruxelles.
Crediti Fotografici: Franca Centaro, Maria Pia Ballarino.
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