Costume
Amore e sangue tra Garcia Lorca e Pasqual
Palermo. L’amore è una forza oscura e selvaggia, comunque lo si voglia chiamare, concepire, immaginare, definire, questo è: una forza oscura e selvaggia, che supera e abbatte limiti e confini interiori ed esteriori. Sono millenni che andiamo ripetendo questo concetto in ogni modo, con ogni linguaggio e ad ogni livello, e millenni che l’amore continua a sorprenderci e travolgerci. È quanto vien fatto di pensare in margine a Nozze di sangue, lo spettacolo realizzato da Lluis Pasqual sul testo/capolavoro di Garcia Lorca (Bodas de sangre del 1933). Il dramma di Garcia Lorca (adattato dallo spesso Pasqual) non presenta ragionamenti, mediazioni, accomodamenti: vuol essere ed è un urlo d’amore e dolore, di passione e ribellione, un urlo nero che attraversa la scena e richiama tutti, personaggi e pubblico, all’ancestrale maestà dell’amore e alla legge del sangue. Si tratta in questo caso di una grande produzione che vede insieme il Teatro Biondo di Palermo e lo Stabile di Catania, nonché i Teatri Nazionali di Napoli e di Torino. Una grande produzione e una grande protagonista, nella persona di Lina Sastri che è individuata come centro assoluto e propulsore di tutto ciò che, coralmente, accade in scena. Una giovane sposa fugge col suo antico e unico amore, appena dopo aver detto il sì nuziale allo sposo (un Giovanni Arezzo dal tratto attorale netto e luminoso seppur il personaggio risulta un po’ troppo garbato) e mentre ancora, tra canti e danze, sta svolgendosi la festa matrimoniale.
Una fuga improvvisa, inconcepibile e liberante: Leonardo (un Giacinto Palmarini certamente di grande solidità, ma forse eccessivamente scafato nel disegno del personaggio), il suo primo, antico e mai dimenticato amore, torna da lei e volano via insieme, via lontano a cavallo. Poi l’inseguimento feroce del marito, ferito nel suo onore maschile, e degli altri uomini del villaggio, le famiglie sconvolte, l’onore da vendicare, il bagno di sangue necessario, impossibile da evitare: il giovane marito e Leonardo si accoltellano reciprocamente nella foresta lontana dal villaggio che accoglie la tragedia. Il tutto è ispirato a un fatto reale di cronaca ed è immaginato e ricostruito dal poeta e qui dal regista come un potente flusso di pathos dentro un contesto visivo e sonoro popolareggiante in cui dominano il flamenco e quello spirito ancestrale del Duende che ispira molta della riflessione e della scrittura del grande poeta andaluso. La tragedia avviene all’aperto, in un affascinante (anche se un po’ convenzionale) contesto corale di canti e danze spagnole, dietro al grande portone di un patio o di una antica masseria (scene di Marta Crisolini Malatesta, musicisti in scena Riccardo Garcia Rubì, Carmine Nobile e Gabriele Gagliarini, coreografie di Nurias Castejon). Detto ciò, occorre dire che si tratta di un’operazione artistica che non appare del tutto convincente: anzitutto non convince il doppio ruolo di Lina Sastri, anziana madre e giovane sposa insieme, non appare ben congegnato: per quanto la Sastri si sforzi, da par suo, e usi il suo carisma, i due personaggi trascolorano l’uno nell’altro troppo rapidamente (se non proprio gratuitamente dal punto di vista del senso) e si indeboliscono a vicenda. Questa importante (e ingombrante) scelta registica finisce inoltre con l’appesantire lo spettacolo e l’indebolire tutti gli altri personaggi, anche quando sono dotati di una loro autentica forza attorale come appunto nel caso di Palmarini o di Alessandra Costanzo. Visto a Palermo, Teatro Biondo, sabato 13 gennaio 2024. Prossime repliche a Catania, Napoli, Torino, Milano.
Nozze di sangue: Palermo, Teatro Biondo, Sala Grande dal 12 al 21 gennaio 2024.
Di Federico García Lorca, adattamento e regia Lluis Pasqual. Con Lina Sastri, Giacinto Palmarini, Giovanni Arezzo, Alessandra Costanzo, Ludovico Caldarera, Roberta Amato, Floriana Patti, Gaia Lo Vecchio, Alessandro Pizzuto, Sonny Rizzo, Elvio La Pira. Musiche di Riccardo Rubì (chitarra), Carmine Nobile (chitarra), Gabriele Gagliarini (percussioni). Coreografia di Nuria Castejon, scene di Marta Crisolini Malatesta, costumi di Franca Squarciapino. Light designer: Pascal Merat; maestro di canto: Salvo Disca; aiuto regia: Lucia Rocco. Assistente alle scene Francesca Tunno e assistente ai costumi Anna Verde. Produzione: Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Biondo di Palermo. Crediti fotografici: Antonio Parrinello.
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