Teatro
Aide. Canti migranti
“Benvenuti”. Lo spettacolo si apre con l’ingresso dello spettatore in scena. Ad accoglierlo parole, canti e soprattutto colori, uno fra tutti l’oro che, nella sua forma di foglio crepitante, ricorda le coperte termiche nelle quali vengono avvolti i superstiti dei naufragi. “Benvenuti” non è certo la parola che in tanti, approdando sulle coste, valicando le montagne, hanno sentito pronunciare da chi, al di là del confine, li ha visti arrivare. Tuttavia Aide, canti migranti, lo spettacolo di Festina Lente teatro e Vagamonde, incomincia proprio così, dall’accoglienza. Nella mezz’ora di rappresentazione all’interno della quale lo spettatore si muove come un’ospite, in un percorso itinerante nel quale viene guidato, di volta in volta, da un personaggio, avvengono molti incontri. Ciascuno può scegliere di ascoltare una storia, di portare con sé un pezzetto di verità, troppo spesso nascosta dal racconto corale della paura. Il coro, in questo spazio, è qualcosa di differente: accompagna con musiche e parole che attraversano il mare (e simbolicamente si mescolano alla terra) un viaggio di conoscenza.
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Non ci sono passaporti o carte, attestati e certificazioni di cui parla una delle protagoniste, quelli che occorrono, a chi migra, per provare la propria esistenza: solo frasi e gesti. Mentre lo spettatore si aggira nella sala viene avvicinato da due dottoresse intente a vaccinare i presenti contro i grandi mali di oggi, figli di diffidenza e paura. Viene proposta una terapia, per chi è vittima del timore per il diverso: suona come un gioco – che non svelerò – ma sdrammatizzare serve soltanto a sottolineare, una volta in più, l’assurda fobia contemporanea dello straniero.
Aide siamo noi, sono loro, le attrici, 23 donne, native e migranti, che mettono in gioco sulla scena il loro sguardo, per osservarci. La nostra immagine è incerta: a metà strada fra l’accogliente apertura e la chiusura in noi stessi. Lo spettacolo finisce, lo spettatore trova l’uscita, forse diversa da quella che si sarebbe aspettato.
Aide. Canti migranti, per la regia di Andreina Garella è stato realizzato – in occasione del festival Verdi Off – nella chiesa di San Quirino a Parma.
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Ph. Stefano Vaja
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