Teatro

A Napoli puoi lavorare tre anni. Gratis

19 Febbraio 2017
  1. Al nuovo Teatro Festival di Napoli puoi lavorare con un Maestro per ben tre anni. Però gratis, o meglio: a tue spese.

In un’ampia intervista apparsa sul Corriere del Mezzogiorno, il neo direttore artistico del Teatro Festival Napoli, Ruggero Cappuccio, parte malissimo.

Dopo essere subentrato a Franco Dragone, che ha chiuso il suo breve mandato tra mille dissapori, Cappuccio senza dubbio si è dato da fare.

E nel delineare un articolato programma, pieno di entusiasmo e anche di spunti condivisibili, annuncia una lunga collaborazione con Eimuntas Nekrosius.

Va beh, direte voi, non è una novità, ma un maestro è un maestro. Magari ce ne sono anche altri, e più giovani, sparsi per il mondo, ma una scelta artistica di questo livello non si discute.

Poi, però, Cappuccio dichiara al giornalista Vanni Fondi che si tratta di un «progetto di collaborazione triennale con Eimuntas Nekrosius», il quale «verrà a Napoli a lavorare con 20 attori che cercherà qui — racconta Cappuccio, “felicemente affaticato” — e per due anni farà studio, per poi arrivare allo spettacolo del terzo anno che sarà da lui diretto con gli interpreti scelti. A proposito, gli attori che parteciperanno ai lavori di Nekrosius lo faranno gratis e saranno selezionati direttamente da lui attraverso un bando pubblico».

“Che testo sceglierà Nekrosius?” chiede poi Fondi.

«Gli abbiamo sottoposto “La scienza nuova” di Vico di cui esiste una traduzione in russo che Nekrosius sta leggendo appassionatamente. Non so poi se il progetto seguirà quella strada anche perché gli artisti bisogna lasciarli stare in pace in modo che possano avere ripensamenti o altre illuminazioni. Essere liberi, insomma, di optare per Shakespeare anziché per Vico».

Ecco.

Al di là del fatto che Nekrosius, di esperienze simili, ne ha fatte altre in Italia e non sempre con esiti adamantini, qui mi sorprende un dato. Cappuccio dà per scontato che per tre anni si possa lavorare gratis. E il giornalista non batte ciglio. Anzi l’informazione è riportata con un certo orgoglio, quasi a dire: che figata, questa volta non pagate per lavorare!

“A proposito”, è gratis. Si liquidano così anni di studio, preparazione, aspirazioni, provini, fatica, sostentamento. A meno che la proposta non si rivolga a degli amatori, o a dei possidenti che se lo possono permettere.

Ma, se non è così, per quei tre anni, i 20 attori selezionati “liberamente”, di che campano? Di gloria? Anche Nekrosius lavorerà gratis? Basta un bando pubblico per giustificare quel che è rischia di essere un vero e proprio sfruttamento?

Siamo certi che lo spettacolo, quando ci sarà, sarà bellissimo e forse il maestro neanche lo sa che si troverà di fronte dei “volontari”.

Ma vi sembra normale che un Festival, come quello di Napoli – lautamente finanziato – cominci a dar per scontato che si possano non pagare gli attori? E addirittura per un così lungo periodo? Può bastare la formula del “bando” per legittimare la gratuità? Mi si dirà: ma è una grande opportunità lavorare con un artista del calibro di Nekrosius! Certo, è vero, ma sul concetto di “lavorare” dobbiamo chiarirci, no? Che ne è della professionalità?

Non pensate sia ora di dire basta a questa forma mascherata di produzione?

L’intervista continua con Cappuccio che sciorina idee e proposte, alcune anche affascinanti. Ma resta quel neo iniziale.

Siamo ancora in tempo per correggere il tiro. Speriamo sinceramente che Ruggero Cappuccio, che è uomo di teatro ed è una persona seria, sappia e voglia farlo. Forse una manifestazione prestigiosa come il Napoli Teatro Festival, guidata da un artista come Cappuccio, potrebbe dare segnali diversi.

Ecco qui il testo integrale dell’intervista.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.