Teatro

A Kilowatt Festival c’è nostalgia del Sessantotto

6 Luglio 2023

Correvano i Sessanta. Julian Beck, fondatore del Living Theatre assieme alla compagna Judith Malina osservò che se lo spettatore si fosse reso conto che nel corso di uno spettacolo, “sulla scena si può andare più lontano”, allora avrebbe compreso “che può farlo ugualmente nella vita e viene quindi incoraggiato ad agire”. Come dire che in scena non è sufficiente portare dei messaggi politici ma si può andare oltre diventando mallevadori rivoluzionari.  E così riferì al critico teatrale Franco Quadri  (“Il lavoro del teatro di avanguardia”). Il gruppo di avanguardia americano è stato ben attivo e presente in Europa dalla fine dei Sessanta ai Settanta e oltre. Beck assistette ai moti del Maggio francese del Sessantotto e, impressionato dalla rivolta, si convinse che i tempi fossero maturi per una rivoluzione. Intanto gli spettacoli della sua compagnia dividevano il pubblico e mobilitavano benpensanti ed autorità con l’obiettivo di fermarli. Accadde persino ad Avignone, culla del più antico festival teatrale d’Europa: il Living in quei giorni aveva avuto un incredibile successo di pubblico, ma i teatranti perseguitati dalla polizia decisero di andarsene. Lo stesso accadde in altre parti, anche d’Italia. Spesso il gruppo veniva allontanato per oltraggio al pudore o disturbo dell’ordine pubblico. All’epoca il loro spettacolo “Paradise Now”, è già una forma di happening e puntava a coinvolgere sulla scena, e poi per la strada, gli spettatori. Testo rivoluzionario e ottimistico. Ipotizzava la rivoluzione per gradi, da quella culturale alla sessuale, L’ultima era la rivoluzione permanente. Questo non toglie che “Paradise Now” sia stato uno degli spettacoli teatrali più perseguitati dalla storia. “Il teatro è nella strada” arringava Beck , e attori e pubblico, spesso discinti (in costume da spiaggia), sciamavano dai luoghi di rappresentazione finendo sulla strada… con conseguente stop per attentato al pudore. Beh, anche se erano alla fine, erano pur sempre gli anni Sessanta.

“Paradiso Adesso”: questa l’immagine scelta questo anno per la ventunesima edizione del Kilowatt Festival di Sansepolcro

A distanza di tempo “Paradise Now” ha mantenuto l’aureola di teatro rivoluzionario, sinonimo di lotta per il cambiamento. A sollevare quel vessillo è ora nientemeno che Kilowatt, festival della Valtiberina, giunto alla sua ventunesima edizione, sempre stato attento a registrare le novità della scena nazionale, con un occhio curioso per quanto si muove fuori dai confini. “Paradiso Adesso” infatti rappresenta la visione poetica di questa edizione oltre che un omaggio a quello spettacolo del Living di cinquantacinque anni fa. “In questo modo, facciamo riferimento a una generazione che ha creduto nel futuro _ affermano Lucia Franchi e Luca Ricci curatori di Kilowatt _ lottando nel proprio presente. Immaginiamo, o forse speriamo, che possa riguardarci, adesso. Percepiamo un forte bisogno di cambiamenti, il desiderio di un nuovo modo di vivere. Non dobbiamo perdere il paradiso già conquistato – mai darlo per scontato – e, allo stesso tempo, vogliamo crearne uno nuovo che sia davvero per tutti, soprattutto per chi ora ne resta fuori.”

Diventato negli anni luogo di confronto nazionale e internazionale Kilowatt dal 2022 si è diviso in due (si tiene infatti nella sede storica di Sansepolcro, in provincia di Arezzo dal 11 al 15 luglio e poi a Cortona dal 19 al 23 luglio). Il cartellone è composto da 64 spettacoli di teatro, danza, circo, musica con quindici tra anteprime, prime assolute e prime nazionali, ventuno eventi extra-teatrali, tra cui dj-set, incontri e convegni, oltre duecento artisti e cinquantanove compagnie che si svolgeranno in differenti luoghi di spettacolo. Un programma ricco e variegato, che annovera, fra gli ospiti: Antonio Latella, Virgilio Sieni, Mario Perrotta, Claudia Castellucci, Roger Bernat, I Sacchi di Sabbia, Matilde Vigna, Licia Lanera, Gioia Salvatori, Nicola Galli, Adriano Bolognino, Teatrino Giullare e il gruppo nanou.

Il regista Antonio Latella che terrà battesimo questo anno a Sansepolcro il Kilowatt festival (Foto di Brunella Giolivo)

In entrambe le due cittadine verranno presentati spettacoli di teatro e di danza, sempre in coppia con contorno di tavole rotonde, dibattiti e convegni dedicati alla scena contemporanea. Ogni anno a Sansepolcro viene invitato un ospite – che diventa nei fatti padrino della manifestazione – a cui viene dedicato un particolare tributo. L’anno scorso fu il grande Pippo Delbono. Stavolta sarà invece Antonio Latella, regista, drammaturgo e pedagogo di fama internazionale, vincitore di innumerevoli premi tra cui diversi Ubu come miglior spettacolo dell’anno e per la migliore regia, poi il Premio ANCT 2005, Hystrio nel 2012, finalista del NestroyPrize di Vienna nel 2014, Premio le Maschere del Teatro 2015. Già direttore del settore Teatro per il quadriennio 2017/2020 alla Biennale di Venezia e, dal 2010, è docente presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, il Piccolo Teatro e la Scuola Civica Paolo Grassi. All’opera di Latella è dedicata “Amletichevolissimevolmente.Antonio Latella: 3 Amleto, in 3 decenni,” mostra a cura di Federico Bellini, e l’incontro pubblico “Muse o Museruole” (venerdì 14 e sabato 15), moderato da Claudia Cannella e dalla studiosa Maria Federica Mazzocchi, al quale interverranno il regista e undici attrici che hanno lavorato con lui, tra le quali Sonia Bergamasco, Laura Marinoni, Federica Rosellini. Sempre il venerdì andrà in scena “HOTEL GOLDONI – Il servitore di due padroni,”riscrittura drammaturgica diretta da Latella che innesca una riflessione sul tema dell’eredità.

Sansepolcro. E’ qui che si potranno vedere i nove spettacoli selezionati dai Visionari (quarantacinque cittadini che ogni anno passa al setaccio oltre 400 tra spettacoli e performance e poi indica le preferenze).

“Under the influence” è lo spettacolo di Gianmaria Borzillo con Elena Giannotti e Matteo Ramponi (foto di Giulia Di Vitantonio)

Si apre martedì 11 luglio con un testo di Pauline Peyrade “Con la carabina”, messo in scena dall’attrice e regista Licia Lanera. Una donna vittima di stupro si vede la giustizia negata dal tribunla così decide di fare da sé. Mercoledì 12 sarà la volta di“Afànisi”, di Alessandro Paschitto / Ctrl+Alt+Canc, una performance che rovescia i rapporti tra spettacolo e spettatore, rendendo quest’ultimo non più fruitore passivo ma creatore attivo. Giovedì 13 Giovanni Onorato presenta “Suck my iperuranio”, scrittura per attore solo, ispirata a “Opinioni di un clown” di Heinrich Böll. Venerdì 14 Caterina Marino affronta in “Still alive” il tema della salute mentale e vince la segnalazione speciale al Premio Scenario 2021. A seguire Collettivo Effe / Giulia Odetto in “Il mio corpo è come un monte”, una performance ipnotica, insieme a un’installazione visiva e sonora, cho. Sabato 15 è il turno di “Una riga nera al piano di sopra” scritto, diretto e interpretato da Matilde Vigna. Al centro lastoria dell’alluvione del Polesine del 1951.

Apre la selezione degli spettacoli di danza scelti dai Visionari, martedì 11, “Rer”, di Ivona / Pablo Girolami. I danzatori si muovono ricercando il contatto ancestrale con la natura come fossili, foglie, animali. Mercoledì 12 Elena Giannotti e Matteo Ramponi in “Under the influence”, scritto e diretto da Gianmaria Borzillo, ricercano un attimo di splendore, il momento del proprio risveglio all’interno del quale ristabilire una relazione fisica ed emotiva. Giovedì 13 Biloura Intercultural Arts Collective, collettivo di arti performative interculturale e transdisciplinare, in “Silent voices”, performance che affronta il tema dello sfruttamento della prostituzione nelle testimonianze di ex prostitute, operatrici sociali e attiviste per i diritti umani.

“Restare fuori”, esplorazione del mondo adolescenziale, performance itinerante di acquasumARTE. Uno spettatore per volta.

Da martedì 11 a sabato 15, prima nazionale di “Restare fuori,” di acquasumARTE, performance itinerante multimediale per uno spettatore alla volta. L’esplorazione del mondo adolescenziale, realizzata in collaborazione con un nutrito gruppo di giovani di Sansepolcro, centrata sulla paura di rimanere esclusi, una forma di ansia sociale nota come “FOMO, Fear Of Missing Out”.

E veniamo al cartellone deciso dal Festival. Per il teatro mercoledì 12: prima nazionale di “Pluto”, l’ultima commedia di Aristofane, centrata sul dio Denaro, portata in scena da I Sacchi di Sabbia, compagnia nata a Pisa nel 1995, che fa incontrare tradizione popolare e ricerca culturale, esplorando linguaggi in bilico tra le arti. Sabato 15 il premio Ubu Mario Perrotta dirige e interpreta “Come una specie di vertigine”, omaggio e indagine intorno all’opera di Italo Calvino.

Per la danza, mercoledì 12 Virgilio Sieni presenta “Satiri”, un’esperienza sulla forza che ancora oggi produce l’antichità classica sull’uomo moderno. Giovedì 13 torna a Sansepolcro, Marco Augusto Chenevier / Cie Les 3 Plumes con la prima nazionale di “Bach à la carte!”, improvvisazione interattiva con il pubblico per la costruzione di una coreografia. Sabato 15 Nicola Galli, coreografo, danzatore, light e costume designer sostenuto da Tir Danza, in“Ultra”, indagine coreografica sul rapporto tra uomo e natura nelle profondità di uno spazio sotterraneo che si trasforma in caverna, cratere e palude.

Il fascino della classicità secondo un maestro della danza. Un momento di “Satiri” di Virgilio Sieni (foto Virgilio Sieni)

Ospiti internazionali. Martedì 11 è si scena Julian Hetzel & Ntando Cele in “SpAfrica”,esperienza ibrida tra teatro, arte e musica che indaga la mercificazione di beni concreti e immateriali, quali l’identità e il background culturale. Julian Hetzel, uno dei più noti artisti visivi e performer contemporanei, sviluppa lavori che hanno una dimensione politica e un approccio documentaristico. La perfomer sudafricana Ntando Cele porta avanti una ricerca che sfida i confini tra teatro fisico, installazione video, concerto e performance. A seguire, prima nazionale di “La scelta”, dispositivo teatrale di Roger Bernat con la compagnia Qui e Ora, scritto da Roberto Fratini. L’artista catalano Roger Bernat è conosciuto in Europa e nel mondo per la sua capacità di creare dispositivi in cui il pubblico dà forma alla performance. Giovedì 13, Betty Tchomanga, danzatrice e coreografa francese di origine camerunense, presenta in prima nazionale “Mascarades”, parabola ecologista ispirata all’antico culto africano di Mami Wata, dea dell’acqua. Sabato 15 è la volta della prima nazionale di “Migrena 2×2”, di Yotam Peled: è una sfida performativa tra preghiera e rave.

Mario Perrotta in un momento “Come una specie di vertigine” dedicato  alla memoria dello scrittore Italo Calvino

Incontri. Mercoledì 12 si terrà “Metodi senza tecnica. Roger Bernat nell’era della partecipazione”, dedicato all’opera e ai temi attraversati da Roger Bernat, con presentazione del volume “Il teatro dentro la Storia: dalle Torri Gemelle alla pandemia” di Rodolfo Sacchettini.

A conclusione delle serate musica dalle ore 23 ai Giardini di Piero, a cura di Effetto k e in collaborazione con Associazione culturale Cautha.

La danza urbana, il circo, e il teatro danza digitale occupano invece la scena a Cortona.

Da mercoledì 19 a domenica 23, “Opium clippers” di Glej Theatre / Neja Tomšič, artista visiva slovena, narratrice, performer e creatrice di rituali che lavora con il disegno, gli oggetti e il suono. Una cerimonia del tè dove narrare le storie coloniali e i conflitti internazionali, tra la seconda metà del XVIII e il XIX secolo.

Teatro. Si parte mercoledì 19, Lorenzo Marangoni e Niccolò Fettarappa in “Solo quando lavoro sono felice”, ironica conversazione su soldi, capitalismo, tempi di vita e di lavoro. A seguire la compagnia Malorni Amendola, presenta in prima nazionale “La faglia”, di Adèle Gascuel, spettacolo attualissimo che mette in scena riflessioni per affrontare la crisi ambientale. Giovedì 20 andrà in scena la prima nazionale di “Di ridere di piangere di paura”, scritto, diretto e interpretato da Gioia Salvatori, ironico viaggio dentro di sé, per superarsi e accorgersi del mondo. Venerdì 21 Cubo Teatro presenta “Sid – fin qui tutto bene”, vincitore di In-Box, una riflessione quanto mai urgente sulle conseguenze della società dello spettacolo sulle giovani generazioni. A seguire, Madalena Reversa in “Manfred”, live-set performance dal sapore post-romantico dove l’opera di Byron, scritta nel 1816, da vita a una riflessione ecologica, spirituale, esistenziale.

Un momento della performance teatrale  “Opium clippers”di Glej Theatre/ Neja Tomšič: racconto di storie coloniali.

Sabato 22 prima nazionale di “Pier Pier Pier,”di Filippo Capparella e Omar Giorgio Makhloufi, vincitore del premio nazionale Cantiere Risonanze 2022. Due ragazzi impauriti tentano di scovare le ragioni di un sentimento di alienazione che affligge un’intera enerazione. Nella stessa sera anteprima della Compagnia Berardi Casolari “LidOdissea”, drammaturgia originale che prosegue e approfondisce la riflessione sulla società contemporanea, a partire dallo studio dell’Odissea. Domenica 23 anteprima del nuovo lavoro di Psicopompo Teatro, compagnia che esplora le drammaturgie contemporanee, a partire dal drammaturgo argentino Rafael Spregelburd, in “Lei non sa cosa vuole”, ironico affresco del rapporto di Freud con le sue donne.

Danza. Giovedì 20, Igor X Moreno X Collettivo Mine in “Beat forward”. Gesti, espressioni, posture quotidiane in una coreografia ipnotica. cavalcando una colonna sonora di musica techno. Sabato 22 Michele Ifigenia Colturi / Tyche presenta “Cuma”, un solo coreografico interpretato da Federica D’Aversa attorno alla figura della Sibilla, figura profetica con un ultimo messaggio divinatorio.

Domenica 23 “La nuova abitudine”, di Claudia Castellucci ci porterà nel cuore di una secolare tradizione dell’Europa Orientale, una danza basata sullo Znamenny, un antico canto liturgico ortodosso che si fonde con la tradizione rurale della musica russa. A chiudere la programmazione del festival, domenica 23, la prima nazionale di “Vertigine della lista”, di Sosta Palmizi e Qui e Ora, performance nata dall’incontro con l’omonimo saggio di Umberto Eco. Giorgio Rossi, incontra l’ironia della compagnia Qui e Ora.

“Beat Forward” di Igor e Moreno con Francesco Saverio Cavaliere, Siro Guglielmi, Fabio Novembrini, Silvia Sisto e Roberta Racis (foto Angelo Maggio)

Danza Urbana. Giovedì 20 Parini Secondo X Bienoise in “Speed”, con coreografie e musiche ispirate al fenomeno della Para Para e dell’Eurobeat, diffusosi negli anni ‘90 nei club di Tokyo Venerdì 21, EM+ | Emanuele Rosa & Maria Focaraccio in “All you need is”, performance dove tre danzatori esplorano i balli di coppia tradizionali quali il tango, il valzer, la salsa, mettendo in discussione la logica binaria dominante. Sabato 22 Rosaria Di Maro e Noemi Caricchia in “Come neve”, coreografia di Adriano Bolognino, vincitrice del bando Danza Urbana XL 2023, indossano un prezioso ricamo fatto a mano e danno vita a una creazione unica. Adriano Bolognino, danzatore e coreografo napoletano, vince il premio Danza&Danza Coreografo Emergente 2022.

Ospiti internazionali. Mercoledì 19 il coreografo svizzero americano Joshua Monten in prima nazionale di “Come fare cose con le parole”, un accattivante passo a due tra danza e linguaggio scritto, tra corpi e lettere. Venerdì 21 prima nazionale di “Together Alone,” della coreografa e danzatrice ucraina Yana Reutova, danzatori ucraini, cechi e burkinabé danno vita a un progetto coreografico per indagare i confini della nostra individualità. Sabato 22,Evangelos Biskas, coreografo e performer di origine greca, presenta in prima nazionale “In between”, un solo coreografico che rivisita il suo diario onirico.

Le danzatrici Rosaria Di Maro e Noemi Caricchia sono le protagoniste di “Come neve”, coreografia di Adriano Bolognino

Teatro danza digitale. Mercoledì 19 Teatrino Giullare in “Drone tragico” si concentra sull’esplorazione di miti antichi con nuove tecnologie, un progetto innovativo tra teatro e digitale in cui lo spettatore è guidato all’interno di una visione a 360 gradi che attraversa la traduzione che Pier Paolo Pasolini fece dell‘Orestea di Eschilo. Giovedì 20 un’immersione coreografica a 360° con gruppo nanou in Them – immagine movimento, coreografia di Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci con Marina Bertoni e Michele Scappa. Un viaggio all’interno del dispositivo coreografico attraverso l’uso di action cam.

Circo contemporaneo. Si inizia mercoledì 19 con circo Pitanga in “Corde nuziali”, omaggio di un duo acrobatico all’amore. Giovedì 20, Daniel Warr in “Dado classic”. Venerdì 21 Patfield & Triguero in Gibbon”, la messa in scena del processo di creazione dello spettacolo stesso, tra patterns ipnotici di giocoleria e virtuosismi di altissima tecnica. Sabato 22 Kolektivo Konica, compagnia di circo-teatro formata da sei artiste europee in “La punta del mio naso”, un racconto tutto al femminile in cui le sei acrobate ripercorrono le storie delle nonne per affermare le proprie individualità di donne circensi. Domenica 23, Circo Pacco in “Paccottiglia Deluxe”, parodia del mondo del circo.

Convegno. Si terrà da mercoledì 19 luglio a venerdì 21, “Chi ha paura del teatro digitale” l’opportunità dell’online per le performing arts”, centrato sulle tecnologie e piattaforme digitali per la creazione artistica, e domenica 23 “Coming up Next. Pratiche di formazione e partecipazione per un nuovo pubblico” incontro pubblico della rete Risonanze

Alle ore 19 nel Chiostro di Sant’Agostino. In programmazione, concerti di Phill Reynolds, Eugenia Post Meridiem, Wisecrack, Hate Moss, Lotta.

Una scena tratta dallo spettacolo “La punta del mio naso” del Kolektio Konica compagnia europea di circo teatro

 

 

 

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