Teatro
A Castrovillari fiorisce la Primavera dei teatri
A Castrovillari, dove la Primavera fa rima con i teatri sboccerà nei prossimi giorni la ventitreesima edizione del festival multidisciplinare diretto da Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano, avamposto prezioso al Sud per la poetica e la cultura del contemporaneo. Il nuovo appuntamento è atteso a cavallo tra il 27 maggio e il 4 giugno. Come è tradizione di questa coraggiosa rassegna, la grande parte degli spettacoli di teatro, danza e musica sono novità: un’occasione unica per leggere le tendenze della ricerca artistica nel prossimo futuro, in quello che è ormai da due decenni la manifestazione apripista della stagione dei festival estivi. Ricco il carnet degli appuntamenti che ha in cantiere una quarantina di eventi. Nel dettaglio: sedici debutti assoluti, quattro anteprime, quattro coproduzioni e tre progetti di collaborazione internazionale. La “Primavera” si apre il 27 maggio con il seminario di drammaturgia per autori e attori a cura dell’argentino Rafael Spregelburd. Il giorno dopo il via alle residenze artistiche. Queste nel dettaglio: “White Acts” (progetto, coreografia, danza: Roberta Racis), “Stimmung” (Coreografi e Interpreti: Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali), “Smart Work” di Armando Canzonieri, regia Gianluca Vetromilo e “La consacraciòn de Nadie”: drammaturgia, regia e interpreti Gonzalo Quintana e Micaela Fariña).
La serie di incontri e occasioni spettacolari al via dal 30 giugno. Primo appuntamento (ore 17) nel Protoconvento francescano dove Marica Marica e Daniel Cundari in “Incarnare il verbo” (modera Minella Bloise) presentano il loro lavoro poetico: “Il tempo non (R)esiste”, viaggio intorno al ricordo al riportare al cuore, e “Trasumanar” di e con Daniel Cundari e Daniele Fabio dove i due artisti calabresi “sembrano essere scesi a patti con un demone mediterraneo, mettendo in scena tutto il loro bagaglio linguistico e culturale, in bilico tra la più ferrea disciplina artistica e l’improvvisazione poetico-musicale”.
Primo spettacolo della rassegna è “Big in Korea” (prima nazionale), drammaturgia di Francesco d’Amore e Luciana Maniaci, regia Kronoteatro, con Tommaso Bianco e Maurizio Sguotti. Con questo lavoro Kronoteatro e Maniaci d’Amore esplorano un momento di soglia della vita. “Al centro della drammaturgia c’è una relazione sfuggente: quella tra un giovane e il suo vecchio allenatore di calcio. Da trent’anni i due si trovano ogni domenica al campetto del paese. Ma non si allenano. Il loro è un lungo apprendistato teorico aspettando il momento in cui potranno cominciare a giocare. Non è ancora arrivato quel momento, sembra non arrivare mai. In quell’ora di studio il mister e l’allievo favoleggiano insieme del posto in cui andranno, un giorno: la Korea”. Lo spettacolo si terrà alle 18,30 al Teatro Vittoria, mentre due ore dopo al teatro Sybaris Elena Bucci, autrice anche della drammaturgia e della regia, in collaborazione con Marco Sgrosso, in prima nazionale porta in scena “Canto alle vite infinite”. Così racconta Bucci : “Quando Laura Palmieri mi ha chiesto di registrare in diretta per Radio 3 ‘Autobiografie di ignoti’, nella mitica Sala A di Via Asiago 10, ho scoperto che un bel gruppo di creature si era installato nella mia memoria e voleva affacciarsi al teatro. Ho capito che era il momento di prendermi uno spazio di creazione come quello che mi portò a creare quello spettacolo, che nella sua lunga vita mi ha portato tante appassionate adesioni. Ora le facce, le voci, le vite diventano imperiose e mi chiedono di essere raccontate, vissute, trasformate…”
Altro monologo, quello di Patrizia Valduga, con Daniela Piperno, e cura di Antonio Calbi, il giorno dopo, 31 maggio al Circolo Cittadino (ore 18,30). In questo monologo la poetessa “dà voce al flusso interiore di una donna costretta in quello spazio-tempo liminale fra la luce che fu e la tenebra assoluta e definitiva, col corpo che comincia a disfarsi mentre la coscienza – la parola pensante – si prodiga in un ultimo sussulto di vita e di umanità, donandoci una vera e propria invettiva sull’esistenza e sul trapasso, densa di struggimento e di bellezza”. A seguire, alle 20,30 nel Capannone dell’Autostazione in prima nazione “Umanità Nova – cronaca di una mancata rivoluzione” con Giuseppe Carullo, regia di Cristiana Misasi, drammaturgia di Fabio Pisano. Il focus è sui Moti di Reggio, e “i cinque anarchici morti sulla strada, sono la disturbante scheggia di un’Italia impazzita, sono l’eco di un “mito” andato a finire male. Una generazione, quella dei ventenni del ’68, che ha lottato e che ha perso, anzi peggio è stata strumentalizzata dal potere” . La scrittura del testo attraversa diversi protagonisti della vicenda, su tutti, Angelo Casile, uno dei cinque anarchici, ma non solo lui. “Ci sono tante voci con linguaggi diversi ma col comune senso di raccontare dal proprio punto di vista la vicenda, una vicenda che pur rappresentando la Storia con la s maiuscola, ha finito per diventare una storia con la s minuscola, una storia che si è cercato in tutti i modi di dimenticare ma soprattutto”.
Il 1 giugno, ancora nel Capannone dell’Autostazione alle 17,30 è di scena la danza con “Alcune Coreografie” ideazione, regia e videocoreografia di Jacopo Jenna, collaborazione e danza Ramona Caia. Poi al teatro Vittoria (ore 19) Federica Carruba Toscano sarà “Penelope” con la regia e drammaturgia di Martina Badiluzzi, mentre in prima nazionale al teatro Sybaris (ore 21) debutterà ”I Greci, gente seria! Come i danzatori” con Roberto Scappin e Paola Vannoni.
La tragedia più antica del mondo, quella dei “Persiani” di Eschilo (prima nazionale) con Silvio Castiglioni, canti Marina Moulopulos, spazio scenico e regia I Sacchi di Sabbia, andrà in scena nel Capannone Autostazione (17,30). “Sono passati appena otto anni dalla guerra combattuta dagli Ateniesi contro l’esercito di Serse che ha invaso l’Attica e distrutto la città. Alla fine gli Ateniesi avevano annientato l’aggressore nella battaglia navale di Salamina, ma le ferite di quell’attacco recente erano ancora aperte e ben visibili a tutti”.
La coppia formata da Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari alle 19 al teatro Vittoria presenterà in prima nazionale “Lido di Odissea”. Testo e regia sono del duo con la collaborazione di César Brie. In scena anche Ludovico D’Agostino e Silvia Zaru. Per gli autori dello spettacolo “Il lavoro risponde al desiderio di indagare il senso di inquietudine che, come uno spettro, aleggia sull’uomo contemporaneo immerso nella società che lo circonda, e sull’inadeguatezza che il confronto con essa produce in lui. Oggi viviamo in continuo bilico tra il farcela e il non farcela e anche quei problemi, che un tempo erano considerati appannaggio delle giovani generazioni, si sono estesi a macchia d’olio, coinvolgendo fasce d’età che arrivano fino ai 50/60 anni: una macrogenerazione, accomunata da senso di impotenza, inadeguatezza, impossibilità a superare o a raggiungere gli obiettivi imposti dalla società della performance nella quale tutti siamo immersi”. Chiude la serata alle 21 al teatro Sybaris “La sindrome delle formiche” della Compagnia Occhi sul mondo con Ciro Masella e Giulia Zeetti, regia di Massimiliano Burini e Daniele Aureli. “Una storia in bilico tra picchi di comicità e abissi di solitudine. Un racconto delicato e amaro di un amore che prova, in tutti i modi, a proteggersi dal freddo dell’inverno”.
Sabato 3 giugno alle 12 nella Sala Varcasia va in scena “Re Pipuzzu fatto a manu”, melologo calabrese per tre finali di e con Dario De Luca e Gianfranco De Franco. Gli autori hanno scelto di puntare l’attenzione “sulla storia di Re Pepe, fiaba nella quale il vero protagonista non è il re del titolo, ma una donna: una reginetta sicura del fatto suo e capatosta. È a lei che siamo debitori, non solo dell’intreccio della fiaba in questione, ma persino del personaggio che da il titolo alla fiaba, perché un bel giorno, di fronte all’insistenza del padre perché si trovi finalmente un marito, lei decide di prendere farina e zucchero e di impastarselo con le sue mani. Solo così può essere certa che quello sposo sarà all’altezza delle sue aspettative: giacché, come è noto, di reucci insipidi è pieno il regno delle fiabe”.
Alle 15,30 nella sala Varcasia “La Consacraciòn de Nadie”, restituzione del lavoro della residenza artistica, drammaturgia di Gonzalo Quintana e Micaela Fariña che lo interpreta con la regia di Quintana.
Altra prima nazionale, alle 17,30 nel Capannone Autostazione dove va in scena “La città sola” di Olivia Laing, riduzione e drammaturgia di Fabrizio Sinisi, regia di Alessandro Ferroni e Lisa Ferlazzo Natoli in scena. Per gli autori dello spettacolo “Olivia Laing ragiona e cammina per le strade di New York disegnandone una mappa peculiare e affettiva, come una cartografia tracciata lungo l’abisso dell’isolamento. New York diventa grazie a Laing tutte le città che abbiamo attraversato e racconta in maniera particolarissima una solitudine che può essere solo urbana”.
Di e con Saverio La Ruina “Via del Popolo” alle 19 al Teatro Vittoria. Nelle note d’autore si legge che “Via del Popolo è il racconto di un’appartenenza a un luogo, a una famiglia, a una comunità. Ma quei duecento metri rappresentano anche un percorso di formazione in cui sono gettate le basi della vita futura, dal quale emergono un’umanità struggente, il rapporto coi padri, l’iniziazione alla vita, alla politica, all’amore. E non solo, Via del Popolo è anche una riflessione sul tempo, il tempo che corre ma che non dobbiamo rincorrere, piuttosto trascorrere”.
“Felicissima Jurnata” è uno spettacolo di Putéca Celidònia, drammaturgia e regia Emanuele D’Errico (in prima nazionale) al Teatro Sybaris, ore 21 con Antonella Morea e Dario Rea. Lo spettacolo “cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e quel che ne resta di Giorni Felici di Beckett.Dal 2018 Putéca Celidònia vive attivamente il Rione Sanità di Napoli portando il teatro in mezzo ai vicoli bui ed abbandonati”.
Il 4 giugno, a “Primavera dei teatri” si apre alle 17,30 nel Capannone Autostazione con “Storie di Noi” di Beatrice Monroy, regia di Giuseppe Provinzano. “In scena un uomo solo, un uomo che ha paura, che si guarda attorno con circospezione, un uomo che chiameremo “Tony”: sembra un parcheggiatore abusivo o forse un venditore ambulante o una “sentinella”, sicuramente è un uomo che ne ha “viste tante” e che sa qualcosa ma … Tony non si rivela, non ci dice nulla di lui, non sappiamo nemmeno se si chiami davvero Tony, nasconde il suo segreto in questi 57 minuti in cui piuttosto ci racconta di quei 57 giorni che hanno diviso la Strage di Capaci con quella di Via D’Amelio da un punto di vista inedito: quello dei palermitani comuni!”
Torna la danza: alle 19 al teatro Vittoria con “Beat Forward” di Igo Urzelai Hernando e Moreno Solinas. Interpreti Francesco Saverio Cavaliere, Siro Guglielmi, Fabio Novembrini, Roberta Racis, Silvia Sisto e alle 21 al teatro Sybaris con “Welcome my Funeral” in prima nazionale, la nuova creazione di Brandon Lagaert per Equilibrio Dinamico Dance Company. Ben curata anche la sezione degli incontri e la presentazione di libri. Il 31 maggio (sempre alle ore 11 al Protoconvento francescano) si presenta il libro “Uno strappo nella rete” articoli di Renato Nicolini per Tuttoteatro.com a cura di Mariateresa Surianello e ancora il 1 giugno “Maratona Scaldati” progetto del ricordo di un grande scrittore come Franco Scaldati a cura di Valentina Valentini, con letture di Ciccio Aiello, Davide Fasano, Francesco Gallelli, Mariasilvia Greco, Saverio La Ruina, Ernesto Orrico, Elvira Scorza, Teresa Timpano. Il 2 giugno è la volta della presentazione di “Le politiche per lo spettacolo dal vivo tra stato e regioni” libro a cura di Marina Caporale, Daniele Donati, Mimma Gallina, Fabrizio Panozzo. Il 3 giugno presentazione del libro di Rossella Menna “Qualcosa di sè” su Daria Deflorian e il suo teatro. Per chiudere gli appuntamenti musicali serali con dj set il 30 maggio, 1 giugno, di Samuele Cestola il 2 giugno, dj set del 3 giugno e di Fabio Nirta il 4 giugno.
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