Costume
Vittorio Sgarbi ed il valore del crocifisso
Vittorio Sgarbi è uno dei pochi intellettuali italiani ad avere coraggio e dignità ed andare contro corrente, non per partito preso, ma per difendere idee e principi bistrattati e conculcati senza ragione e senza cognizione.
È doveroso segnalare la sua perorazione per il valore del crocifisso, simbolo della religione cristiana, ma in primo luogo della civiltà e cultura occidentale.
Questo forse non è chiaro al nostro ministro della pubblica istruzione, Fioramonti, che supinamente si adagia al popolo bue ed intende rimuovere, senza motivazione alcuna, dalle scuole e dagli uffici il crocifisso: “meglio una cartina o la Costituzione al posto del Crocifisso”, ha recentemente affermato.
Già 30 anni fa sulle colonne de “L’Unita”, Natalia Ginzburg, prestigiosa intellettuale (non cristiana), scrisse un articolo “Non togliete quel crocifisso”, che dimostra, ad opera di un’atea, l’inconcusso valore della Croce, anche per chi non è cristiano.
“Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace.
È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea di uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente…
Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La corona di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze.
La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte…
Il crocifisso fa parte della storia del mondo…
Chi è ateo cancella l’idea di Dio, ma conserva l’idea del prossimo. Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per la propria fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c’è immagine. È vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti…
Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero. Alcune parole di Cristo le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente…
Ha detto “ama il prossimo come te stesso”. Erano parole già scritte nell’Antico Testamento, ma sono diventate il fondamento della rivoluzione cristiana. Sono la chiave di tutto. Il crocifisso fa parte della storia del mondo”
(“L’Unità”, 22 marzo 1988).
Fioramonti forse non conosce neppure una poesia di Pasolini, altro intellettuale scomodo contro l’omologazione del potere.
Alcuni versi suonano così:
“Tutte le piaghe sono al sole ed Egli muore sotto gli occhi di tutti: perfino la madre sotto il petto, il ventre, i ginocchi, guarda il Suo corpo patire…
Bisogna esporsi (questo insegna il povero Cristo inchiodato?), la chiarezza del cuore è degna di ogni scherno, di ogni peccato di ogni più nuda passione..”
(Pasolini, Dalla raccolta Versi dal paese dell’anima, La Crocifissione).
Grazie Vittorio Sgarbi, per la tua battaglia.
Biagio Riccio
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