Storia

Una santità a territorialità limitata

8 Agosto 2018

Un episodio curioso della storia della Chiesa riguarda un santo, che definirei, a “santità a territorialiatà delimitata”.

Battuta a parte, il personaggio in questione si chiama Carlo Magno, primo imperatore del Sacro Romano Impero da alcuni storici considerato anticipatore dell’unità europea.

Ma andiamo alla vicenda. Se, per soddisfare la vostra curiosità, cercate Carlo Magno nel martirologio della Chiesa cattolica rimarrete delusi, di questo santo non si trova traccia, mentre se avrete la fortuna di capitare nella bellissima città di Aachen, cioè Aquisgrana capitale appunto dell’impero carolingio, scoprirete che ogni anno il 28 gennaio, nella splendida cattedrale cittadina, con un solenne pontificale si commemora proprio lui, San Carlo Magno.

Ci si chiederà come mai ?

La storia prende avvio nel lontano 1165 e protagonista ne è quel Federico Barbarossa, ossessionato dall’idea imperiale che, nella battaglia di Legnano, fu sonoramente “legnato” dai comuni della Lega lombarda sostenuti dal papa e finanziati, questo è ignoto agli attuali padani che annualmente affollano Pontida, nientemeno che dal re di Sicilia.

Proprio l’anno di grazia 1165, l’imperatore tedesco, per evidenti ragioni politiche – non sopportava che un re francese come Luigi IX fosse stato proclamato santo -, decise di farsene uno a suo uso e consumo.

Ordinò, dunque, di riaprire il sarcofago del fondatore dell’impero e, approfittando dell’amicizia dell’antipapa Pasquale III, peraltro posto da lui stesso sulla cattedra di Pietro dopo averne scacciato il legittimo detentore, procedette personalmente alla sua canonizzazione pronunciando di fronte ad un’assemblea dei maggiorenti, queste parole : “Lui – il lui è Carlo Magno – che ha condotto una santissima vita e che si è riunito a Dio dopo una pura confessione e una vera penitenza e che dunque crediamo sia stato incoronato in cielo santo confessore fra i santi confessori … con l’accordo e l’autorizzazione del signore papa Pasquale e con il consenso di tutti i nostri principi, laici ed ecclesiastici, Noi abbiamo tenuto una solenne assemblea in Aquisgrana per esaltare e canonizzare il suo santissimo corpo”.

La cosa, naturalmente non poteva piacere a Roma e così, quando l’antipapa Pasquale III lasciò questo mondo e tornò a sedersi sulla cattedra di Pietro il legittimo papa- per opportuna informazione si trattava del grande Alessandro III che sarebbe stato il protagonista della pace di Venezia del 1177 – quel decreto venne cancellato perché considerato illegittimo.

Tuttavia, e questo modo di fare  è manifesto dell’antica saggezza della Chiesa, proprio perché il culto che si era ormai consolidato nella città tedesca, lo stesso Alessandro, e i suoi successori, per non scontentare gli abitanti di Aquisgrana chiusero un occhio su questa irritualità liturgica.

Per ulteriore informazione, anche in Sicilia, nella parte occidentale della provincia di Messina si pratica il culto di un santo non canonico, si tratta di un altro grande imperatore, Costantino il Grande a cui è dedicata perfino una chiesa.

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