Storia
Ripensiamo il “Giorno del Ricordo” in modo meno divisivo
In Germania non si fanno polemiche sugli eventi che riguardano le espulsioni dei tedeschi dopo la seconda guerra mondiale che coinvolsero tra i 12 e i 16 milioni di persone Non esiste una “giornata del Ricordo” perché la Germania ha accettato di aver perso la guerra
L’Istituzione del “Giorno del Ricordo” non è servita a promuovere il dialogo ha per certi versi peggiorato la situazione di divisione . Si è persa la dimensione storica per quella politica. Insomma , di fatto in Italia non si può affrontare seriamente la storia.
E’ bene ricordare che in base al censimento imperiale del 1911 , gli italiani era maggioranza in Trentino mentre erano minoranza in Istria nella Carniola (ad eccetto della città di Trieste e nel Corpo Separato di Fiume) e nella zona di Gorizia. E in tutto l’impero erano il 2% della popolazione contro oltre il 10% di slavi (sloveni e serbi, serbo croati di Bosnia e Croazia) . Nonostante fossero minoranza in Istria la vita era di condivisione. Ne è testimonianza la chiesa ortodossa di Trieste.
Il germe del nazionalismo ruppe l’idea imperiale, e con essa nacquero gli odi. Odi degli slavi contro gli italiani (come nei fatti di Spalato nel 1920) odi degli italiani contro gli slavi (come nella distruzione della casa della cultura slovena di Trieste) . Su questo fatto, volutamente non parlo di fascismo , perché il fascismo fu lo strumento attraverso il quale si manifestò questo odio come, anni dopo fu il nazionalismo a pianificare la “pulizia etnica ” italiana in Jugoslavia . Come , allo stesso tempo, non fu il “comunismo” a volere la pulizia etnica degli italiani bensì il nazionalismo slavo , mascherato dal comunismo .
Ogni volta che vi è questo “giorno del ricordo ” la parte peggiore del nostro nazionalismo viene fuori. La destra tira in ballo Tito (sulla cui figura invece bisognerebbe essere maggiormente attenti ed approfondire la figura storica ed il suo ruolo anche nella stabilizzazione dei rapporti Est Ovest ) che viene bollato come “infoibatore” . La sinistra invece , come abitudine, rispolvera il fascismo da entrambe le parti emerge la parte peggiore.
Sono giunto alla conclusione che entrambe le parti, sia la destra sia la sinistra, non vogliano seriamente la pacificazione nazionale, ma per puro interesse di parte , o meglio di voti, debbono continuare ad alimentare le loro narrazioni. Sono prigionieri delle loro narrazioni e non cercano e non vogliono il dialogo. Infatti, il serio confronto , gli farebbe perdere il proprio “mito fondante” . Ed è difficile uscire dalla logica propria visione quando per anni ti sei raccontato ed auto convinto che la tua sia l’unica verità” …anche se qualcuno ben più importante del sottoscritto abbia detto “che cosa è la verità”.
A destra ed a sinistra sono prigionieri del loro racconto e non solo non ne vogliono uscire ma, anzi in un certo senso serve a consolidare le proprie idee, senza accettare quelle degli altri.
Prima di parlare di “infoibatori” , o dei crimini italiani in Jugoslavia (rimasti sempre impuniti) cerchiamo di capire che il mondo del confine orientale, come del Trentino ( qui lo uso comprensivo del Sudtirolo).
Il male arrivò in quelle zone con l’affermazione del nazionalismo . Ovvero con la becera idea di una presunta distinzione e superiorità di una etnia sull’altra. Da quel momento iniziarono i problemi.
La Prima Guerra mondiale, fu la fine dell’idea Imperiale ed il trionfo dei nazionalismi, o meglio fu la vera guerra nazionalista . Essere Patriottici non è incompatibile con una visione imperiale. Dove imperiale, è bene specificare che si intende l’insieme di valori unificanti al di sopra delle singole identità .
La Grande Guerra provocò le lacerazioni di un sistema sociale e politico i cui esiti paghiamo ancora oggi (la seconda guerra mondiale, la crisi in medio oriente , in Ucraina, la guerra civile in Jugoslavia ecc ecc) .
Questo conflitto, fu particolarmente serio nell’Impero d’Austria e nel Regno d’Ungheria. Dalle ceneri nacquero Nazioni che non erano mai esistite (Cecoslovacchia, Jugoslavia ecc ecc) . Si instillò il germe malefico del nazionalismo .Un nazionalismo che produsse la mala pianta del fascismo e per certi versi del nazismo .
Si tende a dimenticare l’oppressione a cui furono soggetti , i trentini di etnia italiana, da parte delle autorità italiane (non ancora fasciste) tra il 1915 e il 1920 . Si tende a dimenticare la condizione di come furono trattati gli esuli trentini in Italia, che si trovarono tra il 1918 ed il 1920 addirittura privati della cittadinanza e de jure apolidi. Acquisirono la cittadinanza italiana a seguito del Trattato di Saint Germain . Accordo che , ad esempio impedisce , ancora oggi di avere la doppia cittadinanza italiana ed austriaca.
A differenza del modello austriaco, in Italia la gestione dell’assistenza ai profughi fu carente, almeno fino alla fine del 1917, e aggravata da stereotipi e pregiudizi di carattere politico-nazionale. A tal proposito, Adone Tomaselli, figura di spicco nell’assistenza ai profughi, scrisse alla Commissione dell’emigrazione trentina nel giugno 1916:
“Da molte colonie (Vergato, Oleggio, Mondolfo, Romino, Chiaravalle ecc.) mi giungono lettere desolate dei poveri nostri fratelli. […] Quello che più offende gli sventurati è l’ambiente di freddezza e magari di aperta ostilità che vi trovano: si sentono dare delle spie o dei parassiti a tutto spiano.
A ben guardare questa gente comune della prima guerra mondiale non si comportano allo stesso modo dei “comunisti” con i giuliano dalmati? In realtà nell’un caso e nell’altro dietro la parola “fascista” o “comunista” si celava la vera parola “nazionalismo” la causa ultima di tutte le guerre da quelle presunte di “religione” a quelle presunte “ideologiche” .
Da Patriota ma non da nazionalista, mi rendo drammaticamente conto che la mia amata Nazione rimarrà sempre la “serva Italia di dolore ostello donna di provincia” e come i “capponi di Renzo” ci scanneremo senza trovare la concordia nazionale. E come i sopra menzionati capponi faremo la stessa fine.
Marco Baratto
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