Geopolitica

Prove di trasmissione per la terza guerra mondiale

14 Aprile 2018

Ricordo la guerra del Kossovo, non sapevano spiegarci le motivazioni per le quali la guerra dei Balcani sembrava una vera e propria esercitazione volta a testare mezzi, uomini e armi, quelle con l’uranio impoverito tanto per intenderci che i nostri soldati non conoscevano, per cui maneggiavano e respiravano senza alcuna attrezzatura e precauzione. Le conseguenze sono state mortali per molti di loro.

La notte scorsa una coalizione rappresentata dagli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia,  in una azione meticolosamente pianificata, concertata e palesata a sorpresa, hanno sferrato un attacco nei confronti della Siria,  contro obiettivi sensibili il cui esito come spesso accade è stato un successo per gli americani, mentre al contrario per gli osservatori russi come hanno dichiarato, più della metà sono stati abbattuti dalla contraerea siriana.

Non siamo molto interessati ai particolari,  quanto al fatto che Trump ha dichiarato che avrebbe attaccato la Siria, per poi, richiamato dagli alleati britannici e francesi specificare che non lo avrebbe fatto subito, tradito da quel suo accenno e raro quanto ambiguo sorriso, consapevole che avrebbe attaccato la Siria qualche ora dopo perché tutto era già stato deciso e pianificato.

All’azione diplomatica Trump si è sottratto cedendo alle lusinghe dei suoi Generali ed al suo fiuto e istinto per gli affari che lo ha dato sempre vincente nel campo del business, dove le strategie sono le stesse di quell’arte della guerra scritta dal Generale Sunzi, vissuto in Cina probabilmente fra il VI e il V secolo che tutti i Premier custodiscono gelosamente nel cassetto e adottata integralmente dai giapponesi che hanno conquistato il mondo dopo aver perso la guerra.

Dall’altra parte abbiamo Putin, addestrato nel KGB,  di quelli che ci fanno vedere nei film per la mancanza di emotività e destrezza nello  spezzare un collo al collega della parte avversa. Come potrà evolversi questo atto di Guerra nessuno lo sa, perché le variabili sono veramente tante. Si valuteranno i rischi, gli interessi e gli accordi, per prendere una pausa e poi chissà.

Una pipe line per il passaggio del petrolio, forse un contributo alla destituzione di un leader non gradito e poi si vedrà. Così si fa.

E noi italiani alle prese con Crozza che ci spiega quella politica che Grillo vuole cavalcare che facciamo? Andiamo dalla Gruber e fra una pubblicità e l’altra sentiamo per l’ennesima volta con chi si dovrebbe alleare questo o quello per farci governare? Persone che mai hanno lavorato e senza esperienza alcuna come si comporterebbero nel confrontarsi in un combattimento con due pesi massimi che la sola possibilità di poterli affrontare e sopprimere sarebbe quella di  vederli morire dal ridere? I tempi di Craxi sono passati ed ora ci ritroviamo con apprendisti capi di Stato, non perché manchino di qualità, ma nell’impossibilità di affrontare un combattimento senza un minimo di allenamento, dove non puoi confidare in tifosi che ti seguono, ma se solo perdi un gol o peggio una partita ti ritrovi solo e finito.

È necessario per uscirne fuori,  un minimo di credibilità internazionale e per giocare una partita alla pari, trovare un forma di compromesso. La politica è tutto un compromesso. La stessa legge elettorale sarà pasticciata quanto si vuole, ma se i singoli partiti e le coalizioni non si mettono d’accordo per governare, significa che prevale la parte istintuale rispetto a quella appresa che in termini meno psicologici significa: se siete dei bambini non occupatevi delle cose dei grandi.

L’uomo che ha i numeri e le capacità per giocare un ruolo alla pari a livello internazionale, in mancanza di Craxi ed ancor prima De Gasperi o Andreotti, è Berlusconi, anzi direi che lui è il più allenato di tutti  e dopo tante frustrazioni e voglia di riscatto,  psicologicamente è talmente caricato che vincerebbe qualsiasi campionato. Un Mennea che non riuscivi a fermarlo neppure sparandogli nelle gambe e mentre macinava chilometri su chilometri di allenamento,  si ripassava le materie di esame tanto che collezionava lauree, tanto era frustrato.

C’è da dire inoltre che Berlusconi è amico di Putin e dei poteri forti negli Stati Uniti oltre che essere apprezzato a livello internazionale.  Non  crediamo il contrario,  perché il suo discredito usuale in certi contesti si gioca nel momento in cui ci sono  grossi interessi.  Si conoscono bene queste cose perché non passa giorno che le si sperimentano sui territori di mezzo mondo ed in particolare in  Africa che è una  palestra naturale per poter imparare. Vi ricordate del caso Mattei, quello dell’ENI che voleva trattare con gli arabi il prezzo del petrolio, anziché passare dalle sette sorelle americane che facevano il bello ed il cattivo tempo?

Ricordo la faccia di Mattei rappresentato nella scena di un film da Gian Maria Volontè, il quale con entusiasmo cercava di trovare un accordo con l’interlocutore americano  per addivenire ad una equa transazione commerciale, il quale guardandolo con sufficienza e disprezzo disse: “Noou!”. Lasciandolo di sasso. Era una dichiarazione di morte. Mi viene spontaneo dire: “Ccà nisciuno è fesso”.

Berlusconi come Ministro degli Esteri, Salvini degli interni, la Meloni all’Istruzione e come Premier Gentiloni per dare continuità all’azione di Governo dando stabilità al Paese. Il Movimento cinque stelle all’opposizione per avere il meglio e non bruciarsi.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.