Storia

Morto Kazimierz Piechowski, era fuggito dal lager nazista di Auschwitz-Birkenau

18 Dicembre 2017

Venerdì 15 Dicembre 2017 la stampa tedesca ha riecheggiato la notizia largamente diffusa dai media polacchi della morte di Kazimierz Piechowski a Danzica a 98 anni, sopravvissuto al lager nazista di Auschwitz-Birkenau.

Piechowski, che come scout era stato ritenuto un nemico del regime, vi era stato internato a 21 anni nel 1940; ma ne era scappato  in modo rocambolesco due anni dopo. Con altri tre internati si era procurato uniformi ed armi delle SS; il gruppo rubò quindi l’auto di servizio Steyr 220 del comandante del lager Rudolf Höß e si presentò ai cancelli del lager. Alle sentinelle di guardia Piechowski quel 20 giugno 1942 avrebbe urlato in tedesco -come ha riportato il Bayerischer Rundfunk– “Svegliatevi segaioli. Aprite la porta o vi apro io … “. Al gruppo oltre che scappare dall’inferno nazista, riuscì così anche di portare fuori il primo documento dettagliato sulle condizioni di detenzione ad Auschwitz, da consegnare alla resistenza polacca in esilio. Lo stesso Piechowski si unì quindi all’esercito polacco clandestino. Una militanza che dopo la guerra gli costò una condanna a dieci anni di prigione comminatagli dalle autorità comuniste.

La vicenda è stata narrata in prima persona dallo stesso Piechowski in un pluripremiato documentario del 2007 del regista polacco Marek Tomasz Pawlowski intitolato “La fuga” (Die Flucht/The runaway), del quale una breve presentazione è stata diffusa dall’Istituto culturale polacco di New York all’indirizzo https://vimeo.com/72042649. La pellicola venne anche presentata al pubblico tedesco nel 2009 in una edizione televisiva dalla WDR.

Il complesso del lager di Auschwitz-Birkenau fu il più grande realizzato dai nazisti e tra il 1940 ed il 1945 e vi perirono oltre 1 milione di persone. Ancora oggi però esistono revisionisti che cercano di negarlo, o attivisti che usano il memoriale dell’ex campo di concentramento ed annientamento nazista come proscenio per manifestazioni che irridono ai morti.

Il 24 marzo 2017 ad esempio, la BBC riferiva dell’arresto di almeno 11 persone tra i 20 ed i 27 anni, che nude avevano ucciso una pecora e poi si erano incatenate insieme nei pressi del cancello di ingresso del lager. Più recentemente in Germania il 28 novembre 2017 è stata condannata ad un anno e due mesi l’89enne Ursula Haverbeck-Wetzel di Vlotho (Nord-Reno Vestfalia) che ha ripetutamente negato la Shoà  finendo più volte sotto processo. Nel novembre 2014 era persino arrivata a denunciare alla Procura di Bielefeld l’Unione delle Comunità Ebraiche tedesche di non aver dato prova dell’eccidio di sei milioni di ebrei durante il nazismo.  Da ultimo aveva negato la Shoà in una lettera al sindaco di Detmold, inviata per fax pure ai giornali. Il tribunale di Detmold ha statuito che le sue affermazioni hanno oltrepassato quanto ammissibile come diritto costituzionale alla libera manifestazione di pensiero, anche se le ha comminato una pena di sei mesi in meno rispetto a quanto richiesto dalla Procura.  Ai giudici infatti la lettera al sindaco non è parsa equiparabile ad una dichiarazione pubblica, né sufficientemente provato che fosse stata la stessa Haverbeck a trasmetterla per fax anche alla stampa. A Monaco di Baviera poi è ancora sotto processo per il reato di istigazione pubblica un’altra donna, Carolina Sylvia Stolz, imputata di avere relativizzato l’Olocausto in un discorso durante la 8ª Internationale Anti Zensur Konferenz di una Antizensurkoalition a Coira, in Svizzera, nel 2012.  Il filmato del discorso è ancora oggi reperibile sul portale You Tube. Per la Procura una possibile aggravante, ma per la difesa non è provato che della diffusione sia responsabile l’imputata. Il reato è peraltro già stato accertato -ha precisato il Procuratore Strafner- e l’appello ammesso solo sull’entità della pena. Sono previste ancora tre udienze fino al 12 gennaio 2018.

 

 

 

Immagine di copertina: Screenshot con “Piechowski Kazimierz Historia mówiona Auschwitz 1”, intervista di oltre 3 ore e mezza in 4 parti pubblicata sul portale https://www.youtube.com/watch?v=jgCZ19U1iXI il 20 novembre 2014 da obozowewspomnienia

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