Mario Montagnana, ebreo, antifascista, partigiano non combattente

Mario Montagnana, nato a Torino nel 1897 in una famiglia numerosa (la sorella Rita sarà moglie di Togliatti), operaio fin da giovanissimo, comunista, ebreo, compagno di Gramsci a L’Ordine Nuovo, arrestato più volte, espatriato prima per lavorare per l’Internazionale comunista e poi esiliato in Europa e in Messico. In seguito deputato del PCI e direttore dell’Unità.

Nel 1944 scrive in Messico Ricordi di un operaio torinese (Sotto la Guida di Gramsci), che esce a New York in lingua italiana per l’editrice Prompt Press. È uno dei primi libri dove si parla di Gramsci (nel 1944 niente dei Quaderni è noto, né lo sono le lettere), uno dei primissimi sulle esperienze antifasciste pre-Resistenza. Dalla prefazione degli editori: “Questa Italia operaia […] risorgerà con forza nuova e nuovo destino nell’Italia progressiva e democratica di domani, che i partigiani e i patrioti italiani, col ferro e col fuoco, stanno forgiando”. Il libro verrà ripubblicato da Edizioni Rinascita nel 1949, nella nuova prefazione Montagnana scrive: “Ho scritto questo libro di ricordi nei mesi che hanno seguito la caduta di Mussolini… Dopo il 25 luglio credevo di poter far ritorno in Italia e partecipare, come tutti i miei compagni antifascisti, alla lotta per la liberazione del Paese. Le autorità angloamericane non me lo hanno permesso fino al dicembre 1945 […]. Per oltre 20 anni avevo combattuto contro il fascismo con tutti i mezzi possibili, in tutte le condizioni. Ed ora che Mussolini era caduto, ora che esisteva in Italia un governo democratico, ora che si trattata di dare l’ultima battaglia la fascismo e al tedesco invasore, le autorità angloamericane me lo impedivano”.

Buona Liberazione a tutti gli antifascisti, quelli che c’erano e quelli che, per un motivo o per l’altro, non hanno potuto esserci.

[Foto dall’Archivio de l’Unità]