Governo
“L’unico fascista buono è il fascista morto”
L’unico fascista buono è il fascista morto come direbbero i 99 Posse. Sulla scomparsa (era ora) di Licio Gelli, sarò franco e diretto, senza filtro.
Per quelli della mia generazione è stato un male, una brutta pagina dell’Italia.
Il venerabile complottista farà compagnia ad Andreotti e Cossiga.
Ma i resti di quella P2 esistono ancora. Sono passati trent’anni e la testimonianza di Tina Anselmi, dimenticata e da tempo malata, è da riprendere. Magari riflettendo su un dato dei nostri tempi: quella lista nel quale compariva anche il nome di Silvio Berlusconi. All’epoca era soltanto un giovane imprenditore rampante e i parlamentari non ritennero di sentirlo perché era parso un “personaggio secondario”.
Ora la fine la fine per lui ma un restyling per altri: fuori la P2 entra la P3. Verdini, Dell’Utri, Giacomo Caliendo, Ugo Capellacci, Nicola Cosentino, Flavio Carboni, l’imprenditore Arcangelo Martino, il magistrato tributarista Pasquale Lombardi (questi ultimi tre, arrestati l’8 luglio 2010, vengono considerati i vertici dell’organizzazione).
La storia è nei giorni nostri. Se Giulio si chiuderebbe in uno dei suoi religiosi silenzi, il più loquace Gelli ai tempi dichiarò: “Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore. La giustizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa in 53 punti”.
Intanto, caro massone, venerabile complottista, finalmente ti sei levato dai coglioni.
E cerca di andare all’inferno. Non mancherai a nessuna persona perbene. (1)
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