Storia
L’Italia ci “ricasca”, e all’Onu vota per cancellare l’ebraismo da Gerusalemme
Il 30 novembre è la data in cui – con una legge della Knesset del 2014 – si ricorda il dramma che mezzo secolo fa colpì tra gli 850mila e il milione di ebrei che vivevano nei Paesi arabi. Nel 1948 infatti, con la nascita dello Stato di Israele, un esodo quasi biblico vide fuggire centinaia di migliaia di famiglie dalla Libia, dall’Iraq, dall’Egitto e dall’Iran. Andarono in Israele, in Europa (molti in Italia), negli Stati Uniti. Fu la conclusione di un tragico processo che negli Anni Quaranta aveva visto il consolidarsi di un nazionalismo arabo sempre più insofferente verso la minoranza ebraica presente nei propri Stati. La decisione dell’ONU di far nascere, nel ’48 appunto, uno Stato ebraico e uno palestinese (risoluzione rifiutata dal blocco arabo con una guerra che cercò di annientare il primo e non diede corso alla realizzazione del secondo) acutizzò la rabbia e la violenza del mondo islamico verso i “propri” ebrei: confische, violenze, veri e propri pogrom con morti e feriti. Un milione circa di cittadini ebrei scapparono abbandonando tutto: amicizie, abitazioni, affari, affetti costruiti e consolidatisi da generazioni. Questo si ricorda il 30 novembre, insieme al fatto che le Nazioni Unite usarono una ignobile differenza di trattamento non riconoscendo lo status di rifugiati al milione di ebrei, a differenza di quanto accadde con i palestinesi.
Bene, il 29 novembre 2016 l’ONU ha celebrato la “giornata per la solidarietà con il popolo palestinese”. Il Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Peter Thomson, alla faccia dell’imparzialità, si è presentato indossando una sciarpa con i colori palestinesi. Poi l’Assemblea generale ha votato ben sei risoluzioni contro Israele, alcune a sostegno della risoluzione UNESCO che in pratica cancella e riscrive in chiave islamica millenni di storia. Per intenderci, quella che il premier Matteo Renzi aveva definito “allucinante” bacchettando il comportamento della Farnesina. E di nuovo, però, queste risoluzioni sono state votate anche dall’Italia (per altro insieme ad altre nazioni sulla carta amiche di Israele come Germania, Regno Unito, Francia); contrari soltanto Stati Uniti, Canada, Isole Marshall, Micronesia.
P.S. Come i lettori immagino sappiano, Ponti&Muri è da sempre schierato in maniera militante per la soluzione “Due popoli/due Stati”, nonché spesso critico verso le scelte del governo di Gerusalemme. Ma la Storia è storia. E forse sarebbe il caso che l’ONU venisse radicalmente riformato. O no?
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