Storia

La Storia siamo veramente noi?

22 Settembre 2019

La risoluzione appena votata al Parlamento Europeo è una meraviglia barocca d’ipocrisia e rivisitazione surreale della Storia. Nazismo e comunismo i demoni assoluti dell’Europa, da vietare per sempre.

Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa. Così si chiama. La memoria europea. L’importanza della memoria europea. Per il futuro dell’Europa. Nientedimeno.

Due indizi non male per rifletterci su. È “analizzato” in questo documento un periodo storico assai più complesso di come vien fatto apparire, limitandosi a considerare come causa di tutti i mali e della seconda guerra mondiale il patto Molotov-Ribbentrop (1939). E basta, memoria corta. Senza minimamente prendere in considerazione, in quella sede, tutto ciò che precedette il patto. Ossia il patto di non aggressione tra Polonia e Germania del 1934, le accorate e rinnovate richieste (1937) che l’Unione Sovietica fece per spingere i governi della Francia e della Gran Bretagna a prendere una chiara posizione nei confronti della Germania, per impedire l’espansione nazista, soprattutto per difendere la Polonia, posizione che, al contrario di quanto si sperava, si concluse coll’orrenda accondiscendenza delle potenze europee della Conferenza e accordo di Monaco (1938), e quindi all’invasione dei Sudeti, l’annessione della Cechia e la stura all’invasione di qualsiasi cosa da parte nazista e alla successiva guerra mondiale. Naturalmente, pensato dai grandi strateghi inglesi e francesi in funzione anticomunista.

Non esiste una parola di tutto ciò. Come non esiste una parola sul fatto che l’Unione Sovietica fu decisiva per la fine del nazismo e costò solo a quel paese oltre venticinque milioni di vite.

La MEMORIA EUROPEA che vuole abolire al tempo stesso i simboli del nazismo e del comunismo equiparandoli. Una memoria tronca che non considera minimamente ciò che fu compiuto in passato, in un’Europa non ancora unificata, dalle monarchie imperiali, dai fanatici del cristianesimo, dalle persecuzioni e dalle espulsioni, dalle lotte contro ogni deriva dal diktat della Chiesa di Roma, dallo sterminio dei Valdesi, degli Ugonotti, all’espulsione dei giudei e degli arabi dai territori spagnoli nel 1492, all’inquisizione e a tutte le sue vittime. Nulla di tutto questo. Nessuna parola sul cristianesimo e sulle derive totalitarie ispirate dalla croce. La croce è il simbolo di morte e di sangue di una delle religioni più intolleranti e sanguinarie della Storia, la Storia vera, non quella millantata da un accrocco di parlamentari ignoranti che non si rendono conto di nulla e non hanno una memoria che arrivi fino al giorno prima, quando l’uno dice peste e corna dell’altro per poi allearsi e votare insieme il giorno dopo.

Nessun accenno all’imperialismo giapponese, alleato del nazismo, e ai genocidi operati in Asia, con decine di milioni di morti, e contro il quale anche l’Unione Sovietica combatté nella guerra sovietico-giapponese (1945), sollecitata dagli alleati angloamericani fin dal 1942 e che fu decisiva. Evidentemente allora l’Unione Sovietica non era il peggiore dei mali e bisognava allearsi con i comunisti.

Quindi, equiparando nazismo e comunismo, tralasciando tutto il resto (per esempio il leninismo e il trozkismo) e basandosi solo sul certamente orrendo stalinismo e ciò che avvenne nell’Europa orientale dopo la seconda guerra mondiale, con regimi assai restrittivi delle libertà individuali e dittatori insaziabili (vedi Ceausescu, che pure aveva una posizione assai individualista rispetto a Mosca) con una divisione del mondo in due blocchi tenaci e armati fino ai denti, s’ignora il carattere democratico dei partiti comunisti dell’Europa occidentale, che tanto hanno contribuito alle battaglie antioscurantiste condotte contro il bigottismo (vedi battaglie per il divorzio e l’aborto in Italia) e alle rivendicazioni sociali delle classi lavoratrici che altrimenti sarebbero state fagocitate dal capitalismo di stampo americano, cosa che è regolarmente accaduta quando il cosiddetto comunismo, dissolvendosi, ha cambiato pelle, trasformandosi in questo scempio chiamato “sinistra” (Pds, DS, Ulive e tutte le metamorfosi che ormai sono venute a noia) e che solamente Berlusconi o Salvini chiamano ancora comunisti. Sapendo benissimo che comunisti non sono – che, anzi, sono assolutamente di destra, e l’hanno dimostrato votando, assieme a FI, Lega, Fratelli d’Italia, questa risoluzione sul “futuro dell’Europa” – ma che, per un elettorato ignorante e bisognoso di modelli negativi da odiare e positivi da seguire, un’etichetta è fondamentale. Neofascista è diventato un complimento, comunista un’offesa.

Chissà se la gente sa o ricorda che proprio Salvini, nel 1997, si presentò come capolista dei “Comunisti Padani” alle elezioni farsa del Parlamento della Padania, ottenendo perfino 5 seggi, e, in precedenza, passò buona parte della gioventù nei centri sociali, proprio il Leoncavallo. Un comunista che vota per la messa al bando del comunismo è geniale.

È pur vero che Walter Veltroni, sebbene abbia fatto da sempre parte del PCI e sia stato direttore dello strumento d’informazione ufficiale del partito, ossia L’Unità, una volta che il comunismo era bello che sepolto dichiarò di non essere mai stato comunista ma kennediano. Schizofrenie della modernità?

Non bisogna dimenticare, peraltro, che il moralismo del PCI era strutturalmente assai simile, all’inizio della Repubblica, a quello del cristianesimo vaticano, il modello perennemente presente. E fu quel moralismo, per esempio, che portò all’espulsione di Pier Paolo Pasolini, uno dei più scomodi grandi e veri comunisti della Storia ad avere le idee chiare sul “futuro dell’Europa”. Memoria corta?

La memoria dell’Europa io ce l’ho, almeno un po’, e riconosco gli orrori dello stalinismo, caspita! E loro? Ce l’hanno?

Ovviamente questa tirata antistorica del documento, che sembra redatto da una commissione statunitense, israeliana, monarchica e vaticana più che europea, formata da studenti di quinta elementare, mettendo tout court sullo stesso piano nazismo e comunismo potrebbe significare che alla fine Pinochet ha fatto bene nel 1973 a spodestare Allende e incendiare La Moneda perché l’alleanza di governo eletto dal popolo cileno comprendeva anche il Partito Comunista del Cile, di cui faceva parte pure Pablo Neruda, peraltro. Mettiamo pertanto al rogo i libri di Pablo Neruda insieme alle canzoni di Victor Jara. Innalziamo un monumento a Pinochet e alla sua Colonia Dignidad, un dittatore che nondimeno ha ricevuto la benedizione di Wojtyla, altro orrore europeo non incluso in questa classifica dei buoni e dei cattivi da asilo infantile. Chissà se quei parlamentari votanti avranno mai sentito parlare di Neruda, di Gramsci, di Pasolini.

La mia è solo una microriflessione, per carità, assolutamente non esauriente e comunque, in questa sede, piena di assenze importanti di fatti della Storia colla maiuscola. Comunque meno assenti di quelli, troppi, che rendono il documento votato dai parlamentari una ricerca studentesca manchevole e degna di un bel 3 in Storia, con bocciatura pure a settembre.

E già… assodato che i cattivi sono i nazisti e i comunisti, chi sono i buoni? Le monarchie europee, specialmente quelle conniventi col nazismo (leggi: neutrali, Vaticano incluso) e il franchismo? Gli statunitensi? I papi? Gli israeliani? Chi ha realmente la coscienza pulita dai genocidi, dalle torture, dalle prevaricazioni, dall’indice dei libri proibiti operati nel nome della “libertà”? Memoria striminzita, quella europea del Parlamento.

Così conclude la risoluzione:

“22.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alla Duma russa e ai parlamenti dei paesi del partenariato orientale.

Ignorando o facendo finta di ignorare i neonazisti dell’Ucraina che, certamente, non è parte dell’UE. Messaggio a Putin e alla Russia, nuova guerra fredda conclamata.

Ecco tracciato il “futuro dell’Europa”. Extraterrestre portami via.

 

© Settembre 2019 Massimo Crispi

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