Storia
La guerra di Zweig, per ricordarci della nostra
Siamo circondati da guerre, guerre orrende, massacri insensati, mostruosità globali. Siamo anche in guerra con il terrorismo, e soprattutto il terrorismo islamico è in guerra con noi. Ma questo mare di sangue ci passa sopra come fosse un ruscello di acqua fresca. Urlanti spesso sui social media o nelle titolazioni dei giornali che durano poche ore, indifferenti nell’anima prima ancora che nel cuore. Così una sera, rileggendo quasi distrattamente Stefan Zweig e il suo Il mondo senza sonno (Skira, 2014) viene da “rimpiangere” la Guerra con la G maiuscola. Una bestemmia, inorridisco. Eppure…
«Ora l’umanità tutta è agitata, di notte come di giorno, un impellente spaventoso stato di veglia sfavilla tra i sensi eccitati di milioni di persone, il destino penetra invisibile dalle migliaia di finestre e porte, e scaccia il sopore, scaccia l’oblio da ogni giaciglio. Più breve è ora il sonno del mondo, più lunghe le notti e più lunghi i giorni. (…) Questi giorni, infatti, non vogliono estranei, ed essere lontano dai campi di battaglia non significa esserne estromessi».
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