Storia
L’imperialismo italiano (rimosso) in un fumetto di Emanuele Giacopetti
Il massacro di Addis Abeba (1937), decine di migliaia di civili inermi massacrati da soldati ma anche civili italiani, a raffiche di mitraglia, ma anche a manganellate e con ogni oggetto trovato a portata di mano, come rappresaglia per un attentato al generale Graziani, rappresenta una pagina infame della storia d’Italia. Una pagina seppellita da un silenzio assordante. L’anniversario cade a febbraio, pochi giorni dopo la giornata del ricordo delle foibe, ma, guarda caso, nessuna cerimonia ufficiale, nessun servizio al tg, nessun pistolotto presidenziale tiene vivo il ricordo di un episodio che smentisce nel modo più clamoroso il mito degli “italiani brava gente”. Un silenzio che si ripete ogni anno e da sempre: il “governo postfascista”, insomma, non c’entra.
Quest’anno a rimediare ci ha pensato la Federazione delle resistenze, una rete informale di realtà e collettivi che promuove attività antifasciste, antirazziste e colonialiste, pubblicando su internet una graphic novel di Emanuele Giacopetti, illustratore genovese, intitolata appunto Il massacro di Addis Abeba. La memoria rimossa. “L’idea è stata loro. Sono previste due graphic novel, la mia, già uscita, breve e con un linguaggio e una struttura molto semplici, perché il progetto”, ci spiega Giacopetti, “è farne anche una versione cartacea da distribuire nelle scuole. Poi ne uscirà un’altra, più lunga e articolata, pensata per un pubblico più adulto, di Andrea Sestante, che parte dalle figure dei due attentatori etiopi e si basa in larga misura sul libro di Ian Campbell, lo storico inglese autore dell’opera più importante su questo episodio”.
“Le domande che si affastellano, pagina dopo pagina, sono anche un invito alla riflessione su come la narrazione di queste vicende abbia influenzato la nostra comprensione stessa degli eventi. Chi erano gli attentatori? Perché hanno provato a uccidere Rodolfo Graziani? Chi era Graziani? Che cos’è il mito degli Italiani brava gente? Quando, come e perché stato creato? A chi giovava e a chi giova ancora?” scrive Mariana Califano nella prefazione al fumetto, che si può scaricare liberamente dal sito resistenzeincirenaica.com, ed è la prima delle iniziative di un ciclo che durerà fino al 21 maggio, anniversario di un altro crimine rimosso dell’imperialismo italiano in Etiopia: la fucilazione di massa (si parla di 1.500-2.000 vittime) di membri della chiesa copta etiopica nel villaggio di Debra Libanòs da parte delle truppe italiane (21-29 maggio 1937).
Leggere per non dimenticare. E anche per capire meglio un presente in cui la combinazione tra il ritorno della guerra nella Storia (che non è finita trent’anni fa come ci avevano raccontato) e l’idea rassicurante che non esiste un imperialismo italiano e che i cattivi sono sempre gli altri rischia avere conseguenze terribili.
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