Storia

Ieri sera, ad Atene

7 Dicembre 2019

La sera del 6 dicembre 2008, il ragazzino 15enne Aléxandros Grigorópoulos viene ucciso da un colpo di pistola sparato da un poliziotto che avrebbe dovuto mantenere l’ordine pubblico nel quartiere di Exarcheia. A. Grigorópoulos avrebbe ora 26 anni. Da quel momento, ogni anno il 6 dicembre è stato marcato da manifestazioni, spesso con scontri tra manifestanti e polizia. Grigorópoulos è diventato per molti un (altro) simbolo di uno squilibrio nella gestione del potere in Grecia; e della sensazione, diffusissima in Grecia, che lo Stato non sia i cittadini.

Qui alcuni ricordi, sensazioni e immagini della ricorrenza, di ciò che accade in Grecia nell’anniversario della morte di Aléxandros Grigorópoulos.

L’anno scorso era il decennale della sua morte, ci si attendevano scontri particolarmente violenti, ma non lo furono particolarmente, in fondo.  Tafferugli, cassonetti bruciati. Verso la metà del pomeriggio nel quartiere di Exárchia, dove Grigorópoulos fu ucciso, i bar e i negozi cominciarono a chiudere, la gente a uscire dalla case, prendere le strade e andare verso Síntagma, a piccoli gruppi, proprio mentre la luce calava. Athens at its darkest best – Atene col suo miglior abito oscuro.

Quest’anno – il freddo è quasi lo stesso – è l’undicesimo anniversario dei fatti, il primo con un governo di destra dopo gli anni di Tsipras, che avevano in parte congelato la tensione tra anarchici e polizia. Il nuovo governo di Kiriákos Mitsotákis ha invece subito voluto marcare il proprio deciso interventismo, 1) cancellando il diritto d’asilo (una legge che impediva alla polizia di intervenire all’interno delle università), 2) dando incarico al Ministro della  protezione dei cittadini, Michalis Chrisochoidis, di sgomberare tutti gli edifici occupati in territorio nazionale entro 15 giorni (qui l’ultimatum del ministero), e qui la newsletter di AthensLive di un paio di settimane fa, che sollevava il problema della gestione delle forze di polizia.

Ieri ad Atene, come nelle altre città maggiori di Grecia, ci sono state manifestazioni per Grigorópoulois. Per la manifestazione di Atene si parla di numeri abbastanza grandi, 6000 persone in piazza per le fonti ufficiali, il doppio secondo alcuni media anarchici. Tutto il centro era chiuso, dalla mattina fino a oggi 7 dicembre. Elicotteri (e droni) hanno volato fino a notte inoltrata, dando al centro della città un’atmosfera tesa, vagamente surreale.

Nel quartiere di Exárchia, presidiato dalle forze antisommossa, non si poteva entrare: le principali vie d’ingresso bloccate, da lontano bruciavano oggetti per strada, si vedevano luci blu di camionette della polizia, e di nuovi fumi, forse di idranti.

Exarcheia, blue

Poi all’improvviso i poliziotti si spostano verso una strada più sopra. Sembra ci sia un’incursione degli anarchici verso odós Kallidromíou. Guerriglia di posizione, e un paio di turisti che osservano, e con
i mezzi pesanti che, a intervalli lenti, si muovono per supportare l’azione della polizia.

Lì, di nuovo, polizia, tensione, anche alcuni arresti, e le voci della gente intorno che commenta  su alcuni fatti, tra cui il taglio di molti alberi per permettere ai droni di controllare meglio le vie del quartiere; e il controllo dei cittadini altrimenti, che viene riportato in diverse strade di Exárchia. Il sito d’informazione The Greek Press Project riporta di diversi altri abusi della polizia.

Così appare Atene, a chi capita di osservarla in questa fredda sera del dicembre 2019: come quasi immobile, nonostante tutti i cambiamenti, congelata, e scura.

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