Parlamento
I settant’anni delle Foibe
Domani, 10 Febbraio, il tragico fenomeno delle Foibe compie settant’anni, un lungo periodo caratterizzato da una fase iniziale di colpevole silenzio durata fino all’ alba degli anni ’90, quando il muro del silenzio incominciò ad incrinarsi.
Il fenomeno carsico che ha dato vita al termine “Foiba”, rappresenta una tipica voragine rocciosa a forma di imbuto rovesciato che caratterizza il territorio Carsico, tra Trieste e la penisola Istriana : queste deformazioni idrogeologiche furono utilizzate, nei drammatici anni a cavallo del 1945, per infoibare, letteralmente “spingere nella foiba”, migliaia di italiani che popolavano la Venezia Giulia e la Dalmazia, colpevoli di opporsi all’espansionismo slavo propugnato da Josip Broz “Tito” o spesso solo per il fatto di essere Italiani.
Il fenomeno dei massacri delle Foibe è da inquadrare nell’ottica della secolare lotta tra i popoli italiani e slavi per il controllo dei territori dell’Adriatico orientale, in un periodo in cui, con il crollo della dittatura fascista, l’espansionismo jugoslavo filo sovietico voleva fare suoi quei territori da sempre contesi all’ Italia. Per gettare le basi del costituendo regime comunista che mirava ad annettere l’intera Venezia Giulia alla Jugoslavia, era necessario sopprimere i reali (o potenziali) oppositori politici, e ciò comprendeva anche la classe dirigente italiana stabilitasi in quelle terre : non solo personalità legate al Partito nazionale fascista, ma anche funzionari e dipendenti pubblici, insegnanti, sacerdoti, collaborazionisti e nazionalisti radicali e anche semplici cittadini. Non è tuttora possibile arrivare ad una quantificazione certa delle vittime di tale eccidio, ma si stima che nelle oltre 50 Foibe in cui sono stati ritrovati resti umani, ma che solo in minima parte sono state esplorate nei decenni successivi, abbiano perso la vita dalle 10.000 alle 15.000 persone, la maggior parte delle quali furono molto probabilmente prima sottoposte a sevizie e poi gettate nelle foibe, legate insieme ai polsi e alle caviglie tramite filo di ferro, spesso ancora vive.
Nel periodo del dopoguerra, la vicenda è stata a lungo trascurata per diverse ragioni, alcune riconducibili agli interessi del Partito Comunista Italiano, che non aveva interesse ad evidenziare le proprie contraddizioni sulle vicende delle Foibe e la sua subordinazione alla volontà del comunismo internazionale, e altre collegate al silenzio dello Stato Italiano, che voleva superare la fase della sconfitta bellica, considerato che dagli anni 60 i rapporti tra Jugoslavia ed Italia si normalizzarono. Con la fine della Guerra Fredda nei primi anni ’90, il ricordo riemerse ed il tema delle foibe cominciò ad essere trattato con più interesse dai mass media : solo nel 2004 però si istituì ufficialmente la “Giornata del ricordo”, solennità civile nazionale italiana, celebrata ogni 10 Febbraio ed istituita in seguito ad una proposta di legge presentata da vari parlamentari di diversi gruppi ( prevalentemente appartenenti ad Alleanza Nazionale e a Forza Italia) e approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento Italiano.
La Giornata del ricordo viene ufficialmente celebrata con una cerimonia solenne al palazzo del Quirinale, ove il Presidente della Repubblica conferisce le onorificenze alla memoria ai parenti delle vittime, pronunciando spesso un discorso in commento ai tragici avvenimenti : sarà la prima occasione per il neo Presidente Mattarella per ricordare l’eccidio delle foibe, tragedia italiana che rappresenta una pagina troppo spesso dimenticata ma non per questo meno meritevole di essere ricordata, raccontata e capita.
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