Partiti e politici
Holodomor ucraino tra mito e realtà
La guerra in Ucraina e il conseguente mainstream russofobo ci hanno improvvisamente fatto scoprire l’Holodomor, riconosciuto il 26 luglio di quest’anno dal nostro parlamento come il genocidio dei russi contro gli ucraini, fatti morire di fame da Stalin con la collettivizzazione forzata delle campagne e la lotta contro i kulaki, cioè contro i latifondisti[1]. Il 26 luglio sì è concluso così l’iter iniziato a maggio dai parlamentari del PD Fausto Raciti, Andrea Romano e Flavia Nardelli Piccoli, primi firmatari di una mozione per far riconoscere al parlamento l’Holodomor come genocidio stalinista. Mozione basata su studi e approfondimenti di notevole valore, come testimonia la partecipazione del professor Andrea Graziosi nella stesura del testo, che non tiene conto di alcune cose fondamentali[2].
Cerchiamo perciò di capire meglio come stanno in realtà le cose. Che c’entra la Russia con l’Holodomor ucraino? E l’Ucraina per il suo Holodomor è esente da responsabilità e colpe? Tra le narrazioni purtroppo disinvolte e a volte omissive dell’attuale tragedia ucraina si insiste spesso nell’affermare che gli ucraini abbiano ancora oggi del risentimento contro i russi perché nel 1932-33 la politica di industrializzazione e collettivizzazione forzata imposta da Giuseppe Stalin provocò in Ucraina qualche milione di morti per fame: l’Holodomor, appunto, che in ucraino significa “sterminio per fame”[3]. Stalin con la collettivizzazione forzata dell’agricoltura ha ordinato anche l’eliminazione fisica dei kulaki, cioè dei contadini benestanti che avevano alle loro dipendenze altri contadini[4].
La narrativa attuale parla dell’Holodomor come di un vero e proprio genocidio russo ai danni degli ucraini – così come la Shoà è stata il genocidio tedesco degli ebrei e il Samudaripen il genocidio (dimenticato) tedesco degli “zingari”, più correttamente detti romanès (donde il termine rom, oggi usato spesso al posto della parola zingaro ritenuta offensiva)[5]. Le cose però non stanno come le racconta tale narrativa. E anzi nell’Holodomor c’è proprio lo zampino o meglio lo zampone ucraino.
Intanto notiamo che Stalin era georgiano, NON russo. Era infatti nato a Gori, in Georgia, il 6 dicembre 1878, padre calzolaio e madre contadina. In Georgia ha studiato fino a fare quattro dei cinque anni del Seminario Teologico Ortodosso di Tbilisi, capitale della Georgia. Seminario che di fatto era un’Università, gestita dai gesuiti[6]. Che il 29 maggio 1899, a un mese dalla fine del quinto e ultimo anno lo espulsero perché propagandava il marxismo oltre che tra i lavoratori nelle officine ferroviarie anche tra gli stessi seminaristi[7]. Tra detenzioni in Siberia e attività politica clandestina in Georgia, Stalin è arrivato in Russia solo nel 1917. Quando cioè aveva già 39 anni. Andò a stabilirsi a S. Pietroburgo, dove ha contributo a far rinascere la Pravda, il giornale del partito comunista[8]. Tutto si può dire quindi di Stalin fuorché che fosse russo.
La Georgia, come regno autonomo e nazione, è nata all’inizio dell’XI secolo, erede degli antichi regni della Colchide e della Iberia (nulla a che vedere con la attuale penisola iberica, formata dalla Spagna e dal Portogallo). Frammentata e dominata dagli ottomani e dagli iraniani, nel XIX secolo fu riunificata e annessa all’impero russo. Resasi indipendente come Repubblica Democratica della Georgia dal 1918 al 1921, nel 1922 entrò a far parte fino al 1936 della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica[9]. In seguito divenne la Repubblica Socialista Sovietica Georgiana, membro dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e nel 1991 con la dissoluzione dell’URSS è diventata indipendente, esattamente come l’Ucraina e altri Stati anch’essi ex membri dell’URSS[10].
Insomma, l’URSS comprendeva ANCHE la Russia così come comprendeva anche la stessa Ucraina. I cui rappresentanti nel PCUS e nel suo Comitato Centrale NON hanno mai contrastato Stalin in modo significativo. Stalin e il Comitato Centrale, composto NON solo da russi, le decisioni le prendevano NON in nome della Russia, ma dell’intera Unione Sovietica, Ucraina compresa. E il successore di Stalin, Nikita Kruscev, era di famiglia ucraina. Cresciuto in Ucraina da quando aveva 14 anni, aveva fatto dell’Ucraina la base del suo potere politico[12].
Per fare carriera Kruscev ha avallato TUTTE le decisioni di Stalin, compresa l’industrializzazione a tappe forzate basata sul rapido sviluppo dell’industria pesante. È la politica che ha portato ai disastri della produzione alimentare agricola con la conseguente carestia del 1932-1933[13], quella che uccise milioni di persone NON solo in Ucraina, ma anche nella stessa Russia, compresa la sua penisola della Crimea. L’Ucraina ne è stata più colpita solo perché, come ancora oggi, aveva una formidabile produzione agricola, più grande di quella degli altri Stati dell’URSS[14].
Kruscev la carriera l’ha fatta, alla grande. È stato Primo Segretario del Partito Comunista dell’Ucraina (bolscevico, cioè massimalista) dal 27 gennaio 1938 al 3 marzo 1947, poi anche dal 26 dicembre 1947 al 16 dicembre 1949. Per poi succedere a Stalin dopo la sua morte il 5 marzo 1953[15]. E l’anno dopo la morte di Stalin il suo successore Kruscev, ucraino di famiglia e di decenni di vita, “ha regalato” la Crimea alla sua amata Ucraina[16]. Un gigantesco caso di conflitto d’interessi… di cui però nessuno parla: o per ignoranza. probabile perché su certi tempi moto diffusa, o per disonestà e convenienza a non ostacolare la narrativa ufficiale.
Era ucraino anche Lazar’ Moiseevič Kaganovič, che ha partecipato a tutte le conferenze del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS) in Ucraina, e ha dato l’ordine di attuare il più velocemente possibile la politica della collettivizzazione delle campagne e della eliminazione fisica dei kulaki. Lo zelante ucraino Kaganovič ha quindi dato un notevole contributo all’Holodomor della sua Ucraina: come inviato della Commissione Centrale del Partito Comunista, Kaganovič oltre che in Ucraina ha viaggiato in lungo e in largo in Siberia, nelle regioni centrali dell’URSS e nel Caucaso del nord[17]. Per fare cosa? Per chiedere anche in quel caso l’accelerazione del processo di collettivizzazione e la repressione dei kulaki[18]. E così sofferenze, disastri e morte per fame oltre che all’Ucraina sono state inflitte alla Crimea, che era russa e NON dell’Ucraina, al Caucaso settentrionale, al basso Volga, alla Repubblica Socialista Sovietica Kazaka e alla regione del Kuban.
Affermare che Stalin abbia voluto l’Holodomor per punire gli ucraini in sostanza appare un falso storico. Così come appare sostanzialmente un falso storico affermare che responsabile di quella grande tragedia sia stata la Russia anziché l’intera Unione Sovietica: compresa l’Ucraina, compreso l’ucraino Kruscev e compreso soprattutto l’ucraino Kaganovich. Si tratta di una tragedia che ha colpito NON solo l’Ucraina, ma l’intera produzione agricola dell’URSS, con una marea di vittime anche negli altri Stati e regioni dell’Unione sovietica, Russia compresa. Con buona pace dei firmatari della mozione presentata a maggio, in Italia, dai parlamentari del PD – e del parlamento che l’ha approvata: a meno di voler fare propaganda anti Russia si può quindi parlare dell’Holodomor come di una immane tragedia che ha colpito soprattutto (ma non solo) l’Ucraina, ma mai come di un genocidio, per giunta voluto da Stalin per punire gli ucraini.
Che sul voto in proposito del 26 luglio 2023 abbia pesato, oltre all’ignoranza, anche un notevole pregiudizio contro la Russia, lo dimostra un altro fatto, passato stranamente inosservato, cosa che non è affatto un bel segno. Il 29 aprile 2022, alla conferenza programmatica del partito di estrema destra Fratelli d’Italia (FdI), durata tre giorni a Milano e intitolata “Italia, energia da liberare”, il suo leader Giorgia Meloni, diventata il 22 ottobre primo ministro, ha gridato a petto in fuori. “Ora in Ucraina si decide il nostro futuro, i nostri equilibri. Non è sorprendente che chi si batte contro il giogo comunista, chi ama la sua patria, sia disposto a combattere per quella patria”[20].
Il “giogo COMUNISTA”? Chi? Come? Dove? Quando? Perché? La attuale nostra premier è dunque ferma al 1990-91, è tuttora convinta che la Russia sia ancora comunista!!! E che lo sia quindi il suo presidente Putin!!! Convinzioni che fanno venire il sangue agli occhi non solo a chi è di destra. Convinzioni sballate, visto che Putin in realtà è membro del partito nazionalista e conservatore Russia Unita, che a sua volta fa parte della coalizione Fronte Popolare Panrusso, due realtà politiche che col comunismo non hanno proprio nulla a che spartire neanche per sbaglio e da lontano[21]. Poiché nessuno ha fatto notare quel gigantesco granchio e pacchiano falso storico, è possibile che la politica estera, anche militare, del nostro governo a guida Meloni, ne sia stata e ne sia tuttora molto influenzata.
Convinzione, quella della Meloni sulla Russia comunista, peraltro molto diffusa non solo tra politici, giornalisti e opinionisti, ma anche in gran parte della popolazione. Ho fatto una prova chiedendo a 200 persone scelte a caso nei supermercati e nei mezzi di trasporto, o scelte tra i miei amici, quale fosse secondo loro la forma di governo in Russia e quale fosse il partito di Putin. La stragrande maggioranza, comprese persone a me vicine che pensavo fossero informate, mi ha risposto che la Russia è comunista e che il partito di Putin è il partito comunista. NESSUNO sapeva che in realtà il partito comunista in Russia è un partitino che sta all’opposizione, contrario cioè a Putin e al suo governo. E che quindi nulla ha a che vedere con l’invasione dell’Ucraina.
Alla conferenza di Milano Giorgia Meloni ha lanciato un grido tanto fremente quanto basato più sui propri sogni prima ancora che sulla realtà storica: “Se vogliamo che l’Italia torni a essere una grande Nazione dobbiamo essere noi italiani a crescere”[22]. Come direbbe un personaggio televisivo: “Secondo Giorgia Meloni, quando l’Italia è stata una grande Nazione?”. Domanda alla quale è opportuno anzi necessario dare una risposta chiara e NON ambigua. Perché è evidente che il concetto di “grande Nazione” in bocca a un politico di destra come lei si presta anche a interpretazioni decisamente deprecabili.
Sarebbe bene che la premier chiarisse se l’Italia è stata “una grande Nazione” per esempio durante il fascismo o addirittura durante l’impero romano, chiodo quest’ultimo che amano battere molti personaggi, non solo della destra. È bene che lo chiarisca perché è legittimo sospettare che lei ne sia convinta e con quella frase intendesse dirlo. E se invece intendesse dire che l’Italia è stata una grande nazione durante il Risorgimento, da lei nominato nel discorso milanese, c’è da osservare due cose, anzi tre. La prima è che l’Italia NON era ancora una nazione, ma un insieme di nazioni e (altro termine caro alla Meloni) di patrie. Tanto meno l’Italia era una nazione durante l’impero romano.
La seconda è che il Risorgimento è stato anche un insieme di invasioni di Stati e regni legittimi sparsi nella penisola italiana e conquistati con guerre e battaglie per poter poi sfociare il 17 marzo 1861 nel regno nazionale dei Savoia. Che parlavano in piemontese e francese, ma non in italiano. La terza è che sono state sconfitte a favore della monarchia – sabauda! Che ha penalizzato il Meridione e varato il nostro colonialismo – le idee repubblicane di Giuseppe Mazzini e quelle federali di Carlo Cattaneo.
[1] https://www.treccani.it/enciclopedia/kulaki_%28Dizionario-di-Storia%29/
[2] https://www.deputatipd.it/news/ucraina-mozione-riconoscimento-holodomor-come-genocidio ; https://www.repubblica.it/politica/2022/05/05/news/mozione_pd_genocidio_fame_ucraini_90_anni_fa_raciti_putin-348263310/ ; https://www.ilfoglio.it/esteri/2023/07/28/news/quanto-tempo-ci-vuole-per-riconoscere-l-holodomor-parla-graziosi-5543950/
[3] https://it.gariwo.net/educazione/approfondimenti/holodomor-3502.html#:~:text=Holodomor%20è%20il%20nome%20con,il%20sistema%20della%20proprietà%20collettiva
[4] https://www.treccani.it/enciclopedia/kulak/
[5] https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/facebook-sospende-matteo-salvini-parola-zingaro-20936/ ; https://www.chiarelettere.it/libro/non-chiamarmi-zingaro-pino-petruzzelli-9788861900509.html ; https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/11/discriminazione-uso-parola-zingaro-in-testo-giudirico-condannato/1495328/; https://www.cdt.ch/opinioni/fatti-nostri/e-offensivo-usare-la-parola-zingaro-268791 ;
[6] http://www.pmli.it/stalinbiografiacap01.htm
[7] http://www.pmli.it/stalincennibiografici.htm ; https://it.wikipedia.org/wiki/Iosif_Stalin#Origini_e_formazione
[8] https://www.treccani.it/enciclopedia/pravda/
[9] https://www.treccani.it/enciclopedia/georgia-stato-della-transcaucasia_%28Dizionario-di-Storia%29/#:~:text=una%20Repubblica%20democratica%20guidata%20dai,dal%201936%20come%20Repubblica%20federata
[10] https://www.treccani.it/enciclopedia/nikita-sergeevic-chruscev/ ;
https://www.quotidiano.net/esteri/2014/02/27/1031899-crimea-scheda-mosca-kiev.shtml ; https://www.corriere.it/lettere-al-corriere/14_marzo_18/LA-CRIMEA-DONATA-ALL-UCRAINA-LE-RAGIONI-DELLA-GENEROSITA_6d7a68fc-ae65-11e3-a415-108350ae7b5e.shtml
[11] https://english.elpais.com/usa/2022-01-29/in-the-conflict-with-ukraine-moscow-is-clinging-on-to-the-excuses-of-the-past.html
[12] https://www.treccani.it/enciclopedia/nikita-sergeevic-chruscev/
[13] https://it.wikipedia.org/wiki/Carestia_sovietica_del_1932-1933
[14] https://it.wikipedia.org/wiki/Cessione_della_Crimea
[15] https://it.wikipedia.org/wiki/Nikita_Sergeevič_Chruščëv#:~:text=Dopo%20le%20lotte%20per%20il,il%20leader%20dell%27Unione%20Sovietica
[16] https://www.corriere.it/lettere-al-corriere/14_marzo_18/LA-CRIMEA-DONATA-ALL-UCRAINA-LE-RAGIONI-DELLA-GENEROSITA_6d7a68fc-ae65-11e3-a415-108350ae7b5e.shtml
[17] https://it.wikipedia.org/wiki/Lazar%27_Moiseevič_Kaganovič
[18] https://it.wikipedia.org/wiki/Lazar%27_Moiseevič_Kaganovič
[19] https://www.historyextra.com/period/general-history/russia-invade-ukraine-history-relationship-crimea-why-conflict-facts/ ; https://www.treccani.it/enciclopedia/ucraina_res-42c540d4-87eb-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/
[20] https://www.repubblica.it/politica/2022/04/29/news/fdi_conferenza_programmatica_milano_meloni-347433428/
[21] https://er.ru/ ; https://alloranews.com/opinions/la-lettera-della-farnesina-ai-diplomatici-un-monito/
[22] https://www.repubblica.it/politica/2022/04/29/news/fdi_conferenza_programmatica_milano_meloni-347433428/
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