Calcio
Gigi Riva, l’uomo che cucì il Tricolore accanto ai Quattro Mori
Gigi Riva era il Cagliari, era Cagliari ed era la Sardegna. Lo è stato sino a ieri, da mito vivente, lo sarà da oggi e per sempre da mito inarrivabile e intramontabile.
Tutti conosciamo i risultati che ha ottenuto l’atleta.
Nella vita di tutti noi, anche di chi certe vicende le ha vissute nei racconti o nei filmati in bianco e nero, sono chiare le immagini di Italia-Germania 4 a 3, la “Partita del Secolo” ai mondiali di Messico ’70, o la vittoria nel ’68 del primo Europeo per la Nazionale italiana.
I suoi gol e quei pugni chiusi verso il cielo rimarrano delle pagine indimenticabili di un calcio che non esiste più.
Gigi Riva è l’indiscusso capocannoniere della Nazionale, il dirigente capace di indicare la giusta direzione con poche parole, ma è più di tutto il simbolo di una squadra alla quale ha regalato un sogno.
Qui l’atleta diventa l’uomo.
Il Cagliari ha scelto Riva e lui ha scelto Cagliari, i sardi e la Sardegna.
Rifiutando i soldi e il blasone della Juventus ha dimostrato di essersi innamorato di una Terra e di un Popolo troppo spesso sminuito e denigrato, un Popolo che ha voluto difendere, portare al successo e che da decenni lo venera.
Con quello Scudetto ’69/’70 Riva, con i suoi indimenticabili compagni, ha cucito il Tricolore sulla maglia di una squadra che, rappresentando tutta la Sardegna, portava con orgoglio i Quattro Mori sul cuore.
In quella occasione le due bandiere sono state più vicine che mai e i sardi si sono sentiti non solo di essere anche italiani, ma soprattutto vincenti tra gli italiani.
Quella bellissima storia è diventata leggenda, ma la cosa più bella è stata la scelta di non staccarsi più da Cagliari, città che ha amato e che lo amerà sempre.
Un lombardo adottato dalla Sardegna, un caso raro in mezzo a tanti sardi adottati dalla Lombardia. Un figlio adottivo, più figlio di molti, perché il sangue conta meno del cuore.
Gigi Riva sarà uno stadio, una statua, una piazza, tante vie, il lutto di un Paese intero, una coda lunghissima alla camera ardente e chissà quanto altro. Gigi Riva è il padrino mancato di un ragazzino che non si è cresimato perché: “O Gigi Riva come padrino o niente cresima”, Gigi Riva è quell’11 disegnato con il pennarello sulla maglia di un bambino che gioca al campetto e sogna lo stadio, Gigi Riva è quel signore distinto ma gentilissimo che passeggia in Via Dante e al quale un 20enne non ha chiesto una foto per profondo senso di rispetto.
Gigi Riva è il Rombo di un Tuono che non smetterà mai di risuonarci nelle orecchie.
Ciao immenso Gigi, a si biri.
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