Russia
E Pietro il grande disse: “Sei tu mio padre?”
Le origini paterne di Pietro Aleksievic Romanov, meglio conosciuto come Pietro il grande in quanto modernizzatore dell’impero Russo, restano abbastanza oscure e lui stesso se ne rendeva conto e se ne faceva un cruccio.
Rispetto ai fratellastri, cioè i figli di primo letto dello zar Alessio I, le cui bruttezze e deformità erano evidenti, Pietro era un bel giovane, di vivacissima intelligenza, era alto 2 metri e 3 cm – per quei tempi di altezza spropositata – e, soprattutto, mostrò sempre grande di grande vigore, sorretto da una forza erculea, non si stancava mai.
Con differenze così marcate era, quindi, naturale che circolassero voci sulla reale paternità del giovane, piuttosto che figlio di Alessio, brutto e relativamente basso, si mormorava fosse il frutto fedifrago di una delle tante relazioni della vivacissima madre.
Ascese al trono dopo la morte e su designazione del fratellastro Fedor III ma l’essere zar di tutte Le Russie non acquietò le sue ansie e fu sempre perseguitato dal dubbio sulla sua origine.
Fu così che un giorno, durante un banchetto nel corso del quale si era lasciato andare bevendo smodatamente, si rivolse brutalmente ai suoi commensali ed additò il conte Musin Puskin, antenato del grande scrittore e poeta russo, esclamando “Quello almeno sa di essere figlio di mio padre. Ma io proprio non so proprio di chi sia figlio !”
Dopo quelle parole, che lasciarono basiti i commensali che l’avevano ascoltato, rubizzo in volto perché evidentemente ubriaco, si girò verso il nobile Tichon Streṡnev, già stretto collaboratore del padre Alessio e della madre Natalia, e strattonandolo, gli chiese :≤Dimmi la verità, sei tu mio padre ? Obbedisci ! Parla senza timore, o ti strozzo !˃.
La domanda lasciò impassibile Tichon il quale, senza turbarsi più di tanto per la minaccia gli rispose : ≤ Sire, non so cosa dirvi: non ero il solo˃.
Scrivono i cronisti che Pietro si sarebbe, immediatamente, coperto gli occhi con le mani e quindi si sarebbe alzato da tavola lasciando la sala con passo incerto e piangendo come un fanciullo bastonato.
Anche se la verità sulle sue origini Pietro non la scoprì mai, i sospetti maggiori ricaddero sul patriarca di Mosca Nikita Minin, detto Nikon, un monaco gigantesco e di bel sembiante la cui rassomiglianza con lo zar era davvero impressionante.
Per la storia, Nikon nel tempo in cui era stato patriarca era stato anche in contrasto con lo zar Alessio e, per sua volontà, era stato clamorosamente deposto e allontanato da Mosca.
Era stata, poi, proprio la zarina Natalia a intercedere nei confronti del congiunto per farlo ritornare a Mosca e ristabilirlo nella carica. Il patriarca era ricordato da tutti per essere stato intimo della zarina Natalia in quanto suo personale confessore anche dopo la morte di Alessio al quale sarebbe sopravvissuto solo alcuni anni … il tempo, forse, di vedere ascendere al trono colui che gli veniva attribuito come figlio.
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