Germania

80 anni fa Hitler faceva abbattere la sinagoga principale di Monaco

7 Giugno 2018

L’8 giugno 2018 a Monaco di Baviera verrà ricordato, nell’ambito di una manifestazione indetta contro il risorgere dell’antisemitismo alla quale è preannunciata la partecipazione, tra gli altri, anche del sindaco Dieter Reiter (SPD), come ottanta anni fa per volere diretto di Hitler, ben prima della Notte dei cristalli del 9 novembre 1938, il Comune fece abbattere la sinagoga principale della città nella Herzog-Max-Straβe. Un episodio poco conosciuto in Italia che sottolinea la perfidia del nazismo e la cecità degli altri Paesi che solo tardivamente si opposero ai suoi intenti criminali.

La prima presenza attestata di ebrei a Monaco risale al 1229 allorché un certo “Abraham de Municha” comparve come testimone a Regensburg, come ricordano Andreas Heusler e Tobias Weger in una pubblicazione dell’Archivio della città bavarese del 1998 intitolato “Notte dei cristalli – La violenza contro gli ebrei di Monaco nel novembre 1938” Buchendorfer editore. Come anche altrove la loro storia è poi stata costellata di persecuzioni ed espulsioni. Il 12 ottobre 1285 ci fu forse il maggiore pogrom che eliminò quasi tutti gli ebrei insediativisi. Nel 1349 coloro che si provarono di nuovo a viverci vennero accusati di avere diffuso la peste; nel 1413 di aver profanato le ostie; finché nel 1440 il Duca Alberto III ne decretò tout court l’espulsione. Un nuovo nucleo ebraico a Monaco si ricostruì solo alla fine del 17° secolo, ma si dovette attendere il 1813 perché dopo un Judenedikt si giungesse alla formale costituzione della Comunità ebraica di Monaco nel 1815. I primi passi verso l’emancipazione giunsero nel 1848, tuttavia l’uguaglianza formale solo nel 1871 con la prima Costituzione del Reich. La sinagoga principale nella Herzog-Max-Straβe fu quindi inaugurata nel 1887. Allora era la terza in grandezza di tutta la Germania. Nel 1897 la direzione della Comunità che era a maggioranza liberale e non ortodossa, avrebbe poi rifiutato di dare spazio al primo congresso sionista di Theodor Herzl il quale finì per essere tenuto poi a Basilea.

Nel 1933 la Comunità Ebraica di Monaco contava 9.005 iscritti, ma a partire dalla presa di potere -quando il 30 gennaio 1933 il Presidente del Reich Paul von Hindenburg nominò Adolf Hitler a Cancelliere del Reich- i nazionalsocialisti li isolarono dalla vita sociale ed economica, li espropriarono sistematicamente dei loro beni e li privarono dei loro appartamenti. Adolf Hitler personalmente, dopo aver visitato nella contigua Künstlerhaus il 7 giugno 1938 un’esposizione, ordinò l’abbattimento della sinagoga della Herzog-Max-Straβe. I responsabili della Comunità vennero informati il successivo 8 giugno della prevista distruzione e dell’intimazione del Ministero degli Interni bavarese di cedere il terreno su cui sorgeva il tempio alla città per un valore ben al di sotto di quello di mercato di 100.000 Reichsmark insieme agli altri ai numeri civici 3, 5 e 7 nella stessa via pure di proprietà della Comunità per altri appena 85.000 (la Comunità aveva pagato i terreni la costruzione del tempio e gli arredi 1.528.633,19 Reichsmark). Ogni resistenza era inutile ed alla sera precedente la distruzione della sinagoga alla presenza di molti rabbini presenti in città per una riunione dell’associazione dei rabbini tedeschi, tra gli altri anche del rabbino liberale Leo Baeck presidente dell’“Unione degli ebrei del Reich tedesco” si tenne nel tempio un’ultima funzione religiosa in un’atmosfera di raccoglimento di cui c’è testimonianza in una lettera del cantore Emanuel Kirschner. Le ruspe della ditta Leonhard Moll entrarono in azione il giorno dopo. Secondo il volere di Hitler la sinagoga avrebbe dovuto essere scomparsa dal panorama della città entro l’8 luglio 1938 per la data della “Giornata dell’arte tedesca”. Moll addebitò poi allo stato 200.000 Reichsmark per la sua opera e finì nei termini, tanto che il 26 giugno 1938 il giornale della propaganda nazista Stürmer titolava “scompare una macchia di vergogna”. Dove c’era il tempio si asfaltò e si fece un parcheggio. Gli altri edifici non tuttavia vennero abbattuti come previsto, bensì messi a disposizione dell’”Ufficio principale per la razza e gli alloggi” delle SS.

Il volume a più mani “Beth ha-Knesseth luogo di riunione – La storia delle sinagoghe di Monaco, i loro rabbini e cantori” del 1999 dell’Archivio della città bavarese per i tipi dell’editore Buchendorfer dal quale qui si sono riprese le notizie storiche citate, soprattutto da un capitolo a cura di Andra Heusler, riporta anche che su ordine della direzione del partito nazionalsocialista quasi contestualmente fu abbattuta anche la protestante Matthäus Kirche nella Sonnenstraβe; ma mentre contro la distruzione della sinagoga nessuno osò protestare, diverse voci si levarono a criticare la distruzione della chiesa.

Lapide commemorativa della sinagoga della Herzog-Max-Straβe, foto dell’autore

 

Il terreno dove sorgeva la sinagoga fu reso alla Comunità ebraica solo nel 1955, questa ne vendette parte alla catena di grandi magazzini Karstadt, mentre il settore strettamente occupato dal tempio fu dato alla città che si impegnò a farne un’area verde ed ergervi una lapide. Quest’ultima, inaugurata il 9 novembre 1969, ad opera dell’artista Hebert Peters che vinse un premio di 9.000 marchi, c’è ancora oggi anche se nel 1967 Karstadt ebbe l’autorizzazione di costruire un garage sotterraneo.

Immagine di copertina: La nuova sinagoga principale di Monaco nella Sankt Jakobs Platz riflessa dalla facciata del museo ebraico, foto dell’autore

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