Storia
43 ANNI FA MORIVA ALDO MORO. MORO E NORETTA
Ha scritto per la sua Noretta 18 lettere dalla prigionia del popolo.
La moglie di Aldo Moro, Eleonora, non tutte le ha ricevute, perché i terroristi ne verificavano il contenuto prima di farle recapitare.
Ma sono ammantate di una delicatissima tenerezza, di un amore assoluto, di un portarsi nelle braccia dell’altra e riporre in lei la speranza solo del futuro, perché il presente è insopportabile, consumato, già deciso, inevitabilmente compromesso e chiuso ad ogni possibile soluzione.
Moro aveva capito subito che le Brigate Rosse avrebbero decretato la sua irrimediabile fine ed aveva riposto nella scrittura l’unico strumento per dialogare con il suo mondo.
La scrittura dell’abisso, dell’abbandono.
Aveva asupicato con i terroristi come soluzione possibile uno scambio fra prigionieri, come unica via d’uscita per salvarsi e porre fine per tutti ad uno scontro, una guerra che non finì e provocò duramente altre stragi e morti innocenti.
Ma aveva anche capito che per il suo partito, la Democrazia Cristiana, ed anche per le altre forze politiche tranne il partito socialista di Craxi, era prevalsa l’incomprensibile ragion di Stato, il partito della fermezza: non cedere, non riconoscere la dignità di interlocuzione a forze fuori dalla legge.
Di tutte le lettere scritte alla carissima Noretta ne abbiamo scelto i passi tenerissimi, della cedevolezza dell’amore, non solo per lei ma anche per i figli e nipoti.
Moro ci dice che vede, immagina, ripercorre per ore ed ore i momenti più belli passati con Noretta.
Vuole che le sue cose -splendenti come oro al mondo- siano unite a lei ed ai suoi figli e nipoti, in un’inscindibilità eterna che non sopporta alcun iato, rottura.
È sicuro di ritornare con loro dopo la morte in un’altra forma, di reincontrare Noretta, di stringerla di nuovo, di riamarla all’infinito.
Vorrebbe toccare le sue mani, accarezzarle il viso, dolcissimamente sfiorarla, piangere di commozione, darle un bacio.
Vorrebbe un segno, nella incomprensibile disperazione di un buio fitto e plumbeo. La morte è caduta come una “sanzione sulla mia mitezza e moderazione”.
È consapevole del calvario che lo attende, del sacrificio che dovrà espiare e sopportare sino alla morte, già possibile, che corre, lo ghermisce in un’oscurità che ha obnubilato il suo partito, la DC, per caldeggiare la maledetta ragion di Stato.
Il destino assurdo questo ha voluto: la speranza nel trapasso è vedere la luce con i suoi piccolissimi occhi ed affidare a Dio e Noretta il suo spirito.
“Mia carissima Noretta prego Agnese di farti compagnia la notte…puoi comprendere come mi manchiate tutti e come passi ore ed ore ad immaginarvi, a ritrovarvi, ad accarezzarvi…Ma quando si rompe il ritmo delle cose, esse, nella loro semplicità risplendono come oro al mondo…Intuisco che altri siano nel dolore, ma non voglio spingermi sulla via della disperazione.
Riconoscenza ed affetto sono per coloro che mi hanno amato e mi amano al di là di ogni mio merito…
Mi consolo immaginando, ricordando ripercorrendo gli itinerari che ora si scoprono splendidi della nostra vita, spesso tanto difficile…
La tua lettera, mia carissima Noretta, mi ha riempito di gioia. Mi ha fatto un bene immenso, dandomi conferma nel mio dolore di un amore che resta fermo in tutti voi e mi accompagna e mi accompagnerà per il mio Calvario.
A tutti il ringraziamento più vivo, il bacio più sentito, l’amore più grande…Avessi almeno le vostre mani, le vostro foto, i vostri baci…
Ho capito in questi giorni che bisogna aggiungere la nostra sofferenza a quella di Cristo…
Mi è stato promesso che restituiranno il corpo ed alcuni ricordi… Iddio mi dia la forza di arrivare sino in fondo e mi faccia rivedere i tanti dolci visi che ho amato e per i quali darei qualsiasi cosa per essere ancora vicino…Ti abbraccio forte e stringo con te i nostri figli ed i nipoti amatissimi, sperando di restare con voi così per sempre. Un tenerissimo bacio.
Mia carissima Noretta vorrei abbracciarti…Ho tentato tutto, ora sia fatta la volontà di Dio…
Credo di tornare a voi in un’altra forma…Ci rivedremo, ritroveremo, ci riameremo…State più uniti che potete e tenete unite anche le mie cose con voi, perché sono vostro…
Il destino ci prende. Mentre lasciamo tutto resta l’amore, per te e per i nostri figli, nipoti, fatto di grande incredibile felicità…
Morirei felice se avessi il segno di una vostra presenza. Sono certo che esiste, ma come sarebbe bello vederla.
Sii forte mia dolcissima in questa prova assurda ed incomprensibile.
Porgo un caldissimo abbraccio, pegno di un amore eterno. Vorrei capire con i miei occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce sarebbe bellissimo…
Giunge incomprensibilmente l’ordine di esecuzione. Noretta dolcissima sono nelle mani di Dio e tue…
Un bacio di amore a tutti”.
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