Scienze

Una nuova classe al potere: i medici

31 Maggio 2020

In una divertente commedia francese del 1923, Il dr.Knock ovvero il trionfo della medicina, l’autore, Jules Romains, descrive la presa di potere, e non solo medico, di un dottore in un retrivo paese di provincia francese (oltre tutto, per rincarare la dose, vi è un’assonanza col nome di Koch, benemerito scopritore del bacillo della tubercolosi). Ora il dr. Knock imbroglia un po’, sfruttando i timori ipocondriaci della popolazione per assoggettarli al potere sanitario. Non dico quindi che l’attuale classe medica giochi su queste mistificazioni: il Coronavirus è una realtà tragica sia per i suoi effetti patogeni sia per la rapidità e incontrollabilità della sua invasione e dell’attuale mancanza di rimedi scientificamente forti.

Però la classe medica che alle lotte di potere (primariati e simili) era abituata all’interno della propria istituzione (ed allenati…) si è trovata,di colpo a fruire di un potere enorme, basato sulle evidenze scientifiche. Un po’ come per i militari che, durante una guerra, esautorano completamente i poteri politici. E all’interno dell’istituzione medica, una branca di essa, l’infettivologia, l’epidemiologia che, per nostra fortuna, in occidente, non aveva molto campo di applicazione (e quindi di potere) ha fatto un balzo in avanti rispetto a quelle tradizionali specializzazioni mediche tipo oncologia, cardiologia e simili.

Sempre utilizzando i paragoni è quello che è successo dalla Seconda guerra mondiale in poi, quando i comandanti delle forze corazzate e di quelle aeree, hanno messo da parte fanti e artiglieri della Prima guerra mondiale. Ma l’aspetto più importante che appare anche nei sondaggi, è che il potere politico, con le sue varie sfaccettature e manovre, che tanto aveva anche inflazionato (e suscitato noia) nei dibattiti tv, si è trovato bypassato dall’importanza della nuova situazione e con i suoi risvolti drammatici e imprevedibili. E gli attori di questa nuova situazione sono i medici, soprattutto gli specialisti infettivi. E hanno anche imparato bene l’importanza dei media, proprio dai politici. Solo che non hanno tenuto conto del ruolo di un’altra componente politica, quella economica, che in nome della prospettiva di una crisi terribile hanno costretto alla riscossa i politici stessi che così stanno tentando di mettere ragionevoli limiti allo strapotere medico. Solo che c’è il solito convitato di pietra, più scientificamente definibile in termini di variabile occulta, e cioè la natura”maligna” del virus con la sua innegabile vocazione all’espansione. Purtroppo staremo a vedere.

Se, un giorno, speriamo, la pandemia si affievolirà, i politici riprenderanno il potere, come avviene con i militari, che quando è finita una guerra vittoriosa, devono rientrare, anche a malincuore nelle proprie caserme. E noi psicologi, professione sanitaria che come altre è però in una situazione reale di subordine con quella medica, cosa abbiamo fatto? Ci stiamo sforzando di porre in evidenza la necessità degli interventi sulle conseguenze non solo sanitarie ma anche psichiche e sociali. E ci chiediamo cosa accadrà in futuro sulle visioni di vita e sui nostri vissuti e cioè sulle cicatrici residue di questa guerra (sperando anzitutto che termini presto).

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