Scienze
sulla cittadinanza: nota a margine del discorso di addio di Obama
“Sono arrivato a Chicago quando avevo poco più di vent’anni, e cercavo di capire chi ero e cosa fare della mia vita. È stato in quartieri poco distanti da qui che ho cominciato a lavorare con i gruppi parrocchiali e a osservare il potere delle fede, e la silenziosa dignità dei lavoratori di fronte alle difficoltà. È stato qui che ho imparato che il cambiamento avviene solo quando le persone normali ne sono coinvolte e si uniscono per ottenerlo. Dopo otto anni da presidente, lo credo ancora. E non sono solo io!” (Barack Obama).
Penso che avremmo bisogno come il pane di promuovere cittadinanza attiva per riconoscere, valorizzare e diffondere azioni belle concrete e positive di coesione sociale. Con un azzardo dico che ci sarebbe bisogno di lanciare operazioni di casting di cittadinanza per riconoscere e valorizzare i tanti C-Factor che ci sono in circolazione nelle città e nel Paese.
Oggi interrogarsi sul tema dell’attivazione e dell’inclusione sociale per promuovere coesione sociale significa pensare ad una pluralità di forme e strumenti di attivazioni e inclusioni che richiamano la necessità di utilizzare occasioni e metodi partecipativi efficaci per dare spazio ad un insieme articolato di domande e risposte intorno alla qualità della vita. Domande e risposte che non sono semplicisticamente richiudibili nell’armamentario tradizionale della sinistra e della destra come fino ad oggi le abbiamo conosciute.
L’immagine è un’opera di Bros “Absence of still life” 2013, Milano
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