Imprenditori

Neuralink procede a gonfie vele: un paziente muove il mouse con la mente

21 Marzo 2024

Come tutte le personalità dotate di un magnetismo tanto pronunciato, Elon Musk è un uomo che divide. Da una parte c’è chi lo stima, ritenendolo un genio, troppo spesso incompreso, dotato di mezzi e capacità per cambiare il mondo. Dall’altra c’è chi lo maltollera, considerandolo un pazzo inquinatore che potrebbe investire il suo patrimonio in avventure ben più utili del colonialismo spaziale. Ebbene, questo approfondimento non vuole certo giudicare Musk, bensì desidera informare su quello che, comunque lo si veda, è indubbiamente un suo nuovo successo: l’effettiva efficacia della tecnologia di Neuralink.

Controllare mentalmente un computer, come nei film di fantascienza

L’imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense è molto noto per le sue due imprese commerciali di maggior successo: Tesla, l’azienda produttrice di quelle automobili sportive e sinuose che ormai affollano le strade delle nostre città, e SpaceX, la realtà che produce navicelle spaziali riutilizzabili, ideali per il turismo extraplanetario che, a quanto pare, sarà una delle principali tendenze, tra i super ricchi, nel prossimo futuro. Accanto a queste due, Musk è coinvolto in altri progetti. Alcuni di questi non stanno andando esattamente bene (pensiamo ad esempio a Hyperloop One, il brand nato dall’intuizione dell’imprenditore di realizzare una rete di trasporti ultraveloce, ora sull’orlo del fallimento) mentre altri, come Neuralink, sembrano essere ben indirizzati verso il successo.

Ed è proprio su Neuralink che vogliamo focalizzarci in queste righe. Elon Musk, in gennaio, era apparso raggiante durante una intervista con i media statunitensi e aveva lasciato intendere che il lavoro dell’azienda procedeva a gonfie vele. A conferma di ciò, alcune settimane fa, abbiamo potuto leggere un annuncio ufficiale del management aziendale, secondo cui un suo impianto era stato posizionato su un paziente reale come parte dei test clinici necessari al superamento della fase prototipale. Al termine dello scorso febbraio, è seguito un secondo annuncio, dai toni inevitabilmente trionfali. Il paziente in questione, infatti, era ormai completamente in grado di controllare il mouse di un computer esclusivamente con il pensiero e non aveva difficoltà a operare da videoterminale al pari di una persona normodotata.

Si tratta di un risultato clamoroso, dal momento che il paziente in questione è Noland Arbaugh, un ventinovenne reso paraplegico da un grave incidente stradale nel quale è rimasto coinvolto qualche anno fa. Inutile raccontare la sconfinata gioia che il giovane sta provando e la pienezza di spirito con la quale si stia godendo tutti i benefici che il potente strumento gli concede.

Non una normalità ritrovata, ma quasi

Tramite il suo collegamento neurale – da qui il nome della startup – Arbaugh può ora usufruire agevolmente di un computer, sebbene sia incapace di muovere i muscoli delle proprie mani. Per farlo, gli basta pensare a quel che desidera fare e il dispositivo che lo collega al terminale mette in moto lo stesso processo di azioni che eseguirebbe un utente capace di controllare il mouse senza alcuna difficoltà. Le giornate in ospedale di Arbaugh si sono ora arricchite di partite a scacchi virtuali, a Civilization (noto gioco punta e clicca che consente al giocatore di prendere le redini di una civiltà antica e riscriverne la storia attraverso scelte strategiche da portare avanti nel corso dei secoli) e lezioni di lingua francese oppure giapponese.

In un video recentemente diffuso da Neuralink, Arbaugh sembra molto soddisfatto della sperimentazione e scherza sul fatto di essere diventato telecinetico. Non ha alcuna difficoltà a muovere il cursore su schermo, poiché l’impianto è capace di leggere i suoi pensieri e allinearsi alle sue intenzioni. Grazie a questa nuova tecnologia, il paziente può ora ricominciare a dedicarsi a numerosi dei suoi hobby, dai quali era precedentemente precluso a causa delle conseguenze dell’incidente.

“È pazzesco. C’è ancora molto da fare ma questo dispositivo mi ha già cambiato la vita.”

Afferma Arbaugh nel video promozionale di Neuralink. Naturalmente, trattandosi di una pubblicità, era impossibile attendersi altro dal giovane: non poteva certo criticare o mettere in cattiva luce il device. Ciononostante, il paziente pare davvero molto felice e visibilmente sollevato di aver ritrovato questa piccola porzione di normalità. Una simile tecnologia è ancora lontana dall’essere affidabile e accessibile ma, a quanto pare, il primo test ha restituito un risultato incoraggiante.

 

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