Medicina

Muore a quattro anni perché i genitori medici non la vaccinano per il morbillo

11 Marzo 2015

Morire a quattro anni non è normale e non dovrebbe mai accadere. Non è accettabile soprattutto se ciò avviene in Italia, a Roma nello specifico, a seguito delle complicanze di una malattia infettiva assolutamente prevenibile. Parliamo del morbillo che, stante le conquiste tecnologiche e il progresso sociale del nostro Paese, la WHO Europe aveva preventivato di debellare entro il 2015 (così come ricordato nelle scorse settimane proprio sulle pagine elettroniche de Gli Stati Generali).

L’allarme che aveva portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a richiamare tutti i Governi europei sul tema delle vaccinazioni solo qualche settimana fa (link alla notizia) era paradossalmente scattato nella civile Berlino a pochi giorni dalla morte, a causa di complicanze legate al morbillo, di un bimbo di 18 mesi che aveva avuto solo la colpa/sfortuna di nascere figlio di una coppia di attivisti della crescente ed eterogenea comunità dei movimenti anti-vaccini (di cui Andrea Gilardoni ci ha ben raccontato sempre su queste frequenze).

Tuttavia la vicenda nostrana si complica ulteriormente – e ci spalanca dinnanzi il baratro dell’incertezza mostrandoci direttamente le preoccupanti crepe culturali del nostro Paese – in quanto ciò che fa riflettere non è tanto una notizia che notizia non è più, ovvero quella dell’ennesima morte di un innocente a causa del crepuscolo medievale portato dal movimento anti-vaccini. Né può essere notizia e motivo di riflessione lo scontato contenzioso tra genitori e strutture sanitarie, nato a seguito della morte della bambina (un sostituto procuratore ha aperto un fascicolo a seguito delle testimonianze dei genitori della piccola Giulia circa supposte negligenze ed errori del personale medico e paramedico delle strutture che l’hanno avuto in cura a Roma dallo scorso novembre: l’Ospedale Bambino Gesù e il Policlinico Gemelli di Roma – nella cui terapia intensiva la bambina è rimasta appena dieci ore).

Quello che sconcerta (e che personalmente turba la mia coscienza di persona, cittadino e medico) è che entrambi i genitori di Giulia siano medici (o meglio – visto ciò che essere medico dovrebbe comportare secondo il codice deontologico – siano in possesso di una laurea in medicina e chirurgia) e che da medici abbiano preso a loro tempo la decisione consapevole di non vaccinarla con l’MPR (la cosiddetta vaccinazione trivalente attiva contro morbillo, parotite e rosolia, intervento di prevenzione che di si fa a 12 mesi di vita e si richiama ai 5 anni con un’efficacia dimostrata del 99%).

Corrado Zunino racconta oggi nell’edizione cartacea de “La Repubblica” come nella famiglia della piccola ci fu una discussione sull’opportunità di vaccinare o meno con la MPR Giulia, partecipi non solo i due genitori medici ma anche lo zio paterno della bimba, il Prof. Vincenzo Maria Saraceni, ordinario di Medicina Riabilitativa e Fisiatria alla Sapienza di Roma, che ha dichiarato a seguito del lutto: “Io suggerisco sempre la vaccinazione e così ho fatto con i miei figli. I genitori di Giulia hanno scelto diversamente ma non possiamo essere severi con loro. […] La diagnosi era difficile, il caso era difficile.”

Netta la posizione del Commissario straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il Prof. Walter Ricciardi: “È molto grave che due medici abbiano scelto di non vaccinare la figlia. La complicazione che hanno causato il decesso della loro figlia sono nate dal morbillo che dovrebbe essere ormai una malattia rara. La scorsa settimana sono state pubblicate le prime spiegazioni genetiche e ambientali dell’autismo e mentre la scienza s’impegna a risolvere questioni enormi da noi tornano comportamenti anti-scientifici di massa. Venti giorni fa sono ricomparsi tre casi, una forma di meningite che ritenevamo sconfitta, ora si sente di questa tragedia. I medici che remano contro la scienza e le sue evidenze dovrebbero essere allontanati dalla Professione, come già accade all’estero”.

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Mi ritrovo in queste parole in quanto si parla spesso di ‘problema culturale’ per definire la situazione dell’Italia, da troppo tempo descritta da molteplici indicatori a un livello ben al di sotto delle proprie possibilità; un’Italia frenata da criticità riconducibili a un unico substrato culturale che fa sì che si possa parlare di colpe largamente diffuse ad ogni livello. Questo caso lo dimostra e chiama tutti a un’ampia presa di coscienza laddove il prodotto delle concause di questa tragedia punisce nel più tremendo dei modi, sul lato familiare, i comportamenti sbagliati di professionisti che dovrebbero essere i tutori della salute della collettività ed il principale baluardo nei confronti delle montanti teorie crepuscolari-oscurantiste che i movimenti “anti-vaccini” propinano ad una comunità di cittadini ignara approfittando (ahimè) dell’ignoranza.

Giova ricordare che in una società la catena della responsabilità funziona qualora il substrato di riferimento sia forte e, per essere forte, una società deve essere formata da individui consapevoli; al contrario, una società è (e resta) debole quando gli individui che la compongono non si curano del Bene comune, non sono capaci di autodeterminarsi in modo responsabile, né di curare la propria salute e il proprio futuro.

Era lo scorso ottobre quando la piccola Giulia ha contratto il Morbillo e a seguito di una complicanza, una panencefalite sclerosante, ha iniziato il suo personale e incolpevole calvario. Nessuna croce oggi addosso ai genitori perché sono già stati colpiti negli affetti più profondi.

All’indomani di questa tragedia la reazione deve essere collettiva e la speranza che ci resta è che la storia di una martire innocente ci aiuti a portare in alto il sole della Conoscenza e della Promozione della Salute in un Paese che non merita di essere ostaggio dei Jihadisti dell’Oscurantismo della Prevenzione, i cosiddetti movimenti “anti-vaccini” (link all’approfondimento), il cui unico effetto è quello di creare sacche grigie di ignoranza ed incertezza che sono la vera causa di tragedie come questa.

Raccontiamolo.

@drsilenzi #SanitàDiValore

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