Benessere

Come Montagnier diventò un guru per i complottisti, quelli che non mollano mai

11 Febbraio 2022

«Questi vaccini non proteggono assolutamente, è riconosciuto a livello scientifico da tutti» diceva, mentendo contro ogni evidenza facilmente reperibile con Google il premio Nobel Luc Montagnier, chiamato dal giornalista e fondatore di Italexit Gianluigi Paragone alla manifestazione dello scorso gennaio contro l’obbligo del green pass. Come peraltro se le critiche al green pass fossero tutte riconducibili all’efficacia dei vaccini.

Montagnier è morto l’8 febbraio 2022 (o forse il 7, poche le informazioni in merito) all’età di 89 anni dopo essere diventato uno dei massimi riferimenti per la galassia dei complottisti italiani che contestano vaccini, lockdown, uso delle mascherine e qualsiasi provvedimento utile alla prevenzione dai contagi da Covid-19.

Era laureato in scienze biologiche e il suo nome (insieme a quello della virologa e immunologa Françoise Barré-Sinoussi), è legato indissolubilmente alla scoperta del virus dell’hiv, ossia al fatto di averlo isolato nel 1983, quando le persone positive morivano come mosche. Anche un team guidato da Robert Gallo stava conducendo un lavoro analogo negli Stati Uniti, e per questo nacque una disputa internazionale per l’attribuzione della paternità della scoperta. Fino a che quattro anni dopo i presidenti Chirac e Reagan sancirono la pace, riconoscendola ad entrambi i gruppi di lavoro. Una novità di importanza storica, che Montangnier sostenne essere stata contrastata da riviste che non volevano pubblicare i suoi studi a riguardo. E mentre Barré-Sinoussi continua ancora oggi a considerare la ricerca sull’hiv come una missione da portare avanti fino a quando tutte le persone positive potranno curarsi, Montagnier ha invece utilizzato il lavoro di entrambi per accreditarsi presso qualsiasi pubblico e su qualsiasi tema, al di là delle proprie competenze. E se in Italia oggi le testate giornalistiche e i blog annunciano la sua morte associandolo alla più recente crociata contro le misure pandemiche, fuori dai nostri confini lo studioso francese non ha la medesima fama (se non in Spagna): i titoli dei giornali stranieri infatti tendenzialmente sottolineano solo la scoperta del virus dell’hiv, premiata con il Nobel nel 2008. È principalmente in Italia che Montagnier è diventato un vate della compagine cospirazionista. A rileggere le tante bufale da lui diffuse sembra quasi si fosse dato un programma ben preciso: dirne talmente tante da poter essere adorato solo da una nicchia cospirazionista che rifiuti di default le evidenze scientifiche.

Ripercorriamone alcune.

 

Bufala n.1 : L’omeopatia ha basi scientifiche

No, non le ha, ma Montagnier lo ripeteva. Un’intervista che gli fece Repubblica in proposito nel 2019 fu giustamente contestata da Patto per la scienza.

Bufala n.2: L’acqua ha memoria

Secondo gli esperimenti di Montagnier, alcune sequenze di Fna possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, che poi mantengono memoria delle caratteristiche del Dna. Lo sostenne nella stessa intervista di Repubblica. Questo perché diluendo molto dei batteri in soluzione, continua a esservi traccia delle onde elettromagnetiche che emettono, diceva. Un concetto assai poetico, ma che non trova prove nella realtà.

Bufala n.3:  L’autismo si cura con gli antibiotici

A Roma, alla Camera per presentare un suo libro, nel 2012 Montagnier sostenne che l’autismo si può curare con gli antibiotici. Fosse vero, non ci sarebbero quasi più persone con autismo, no?

Bufala n.4: Dovremmo curarci con la papaya 

Nel 2003 Montagnier venne in Italia, a Roma, per tessere le lodi di un integratore a base di papaia fermentata che permetterebbe di contrastare l’Alzheimer, il Parkinson e la sclerosi multipla. Insomma, sarebbe l’elisir di lunga vita. Ma ad oggi non ci sono studi in grado di dimostrare l’efficacia antiossidante e anti-invecchiamento degli integratori composti da papaya fermentata in persone sane e ben nutrite. La papaya fermentata non è elemento essenziale per la lotta ai radicali liberi, allo stress ossidativo e all’invecchiamento.

Bufala n.5: Il Coronavirus inventato apposta, i pipistrelli e l’hiv al suo interno

Nell’aprile 202o, in un podcast a tema salute dal titolo Pourquoi Docteu lo studioso sostenne che il virus sarebbe stato inventato appositamente, in laboratorio, con l’aggiunta di HIV. Un’idea che già circolava, priva di riscontri, e che è esattamente quanto serviva per alimentare il pregiudizio anti-asiatico, crescente dopo lo scoppio dell’epidemia. Pezzi di materiale genetico di Hiv sarebbero stati montati (da dei biologi molecolari in Cina) sulla catena di Rna di un coronavirus dei pipistrelli, diceva. Decisamente molto sportivo nei confronti dei colleghi cinesi, no? Si scoprì inoltre che il collaboratore con cui avrebbe condotto questa stramba ricerca è autore di pubblicazioni che non rispettano i criteri di molte riviste accademiche.

Bufala n.6: 5G e correlazione con l’epidemia di Coronavirus

Sempre in quel podcast francese, Montagnier sostiene che ci siano ‘progetti’ per aumentare la tecnologia 5g tra gli umani, e che ci sia un legame tra il segnale 5G e disturbi della salute, ipotesi smentita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. A questo punto dovrebbe essere ormai evidente a chiunque che Montagnier, forse per via dell’età, ha perso la ragione. Che la sua è pseudoscienza e non più scienza. I media allora tendono a parlare meno di lui e i complottisti la chiamano ‘censura’ di un uomo controcorrente e perbene, cancel culture, dittatura del pensiero unico e così via. 

Bufala n.7: Questioni di cuore e Coronavirus

Intervistato da La Verità perché più conosciuto che mai in Italia, nel settembre 2021 Montagnier dichiara che i vaccini si inseriscono nel nostro genoma, e che la proteina Spike prodotta in seguito ai vaccini anti-Covid può influire sul cuore e causare miocarditi e quindi decessi. In realtà è quasi del tutto escluso che il vaccino possa interferire con il Dna. Miocarditi e pericarditi possono capitare, ma senza essere letali.

Bufala n.8: I vaccini non sono efficaci

I vaccini limitano la trasmissione del virus, pertanto salvano vite, così come le misure di contenimento (come i lockdown, le chiusure degli spazi sociali o le mascherine). Gli studi scientifici lo dimostrano, ma Montagnier faceva credere il contrario.

Bufala n.9: Hiv e vaccini anti-Covid

«Coloro che hanno preso la terza dose dovrebbero andare in un laboratorio e fare un test per l’AIDS. Il risultato potrebbe sorprendervi. Dopo di che fate causa al vostro governo». Montagnier non l’ha mai detto, ma questa bufala circola sui social, attribuita a lui. Inoltre spesso si parla di hiv per dire che ciò che circola non è Covid-19 ma ‘aids come mai prima d’ora’. Senza fondamento. C’è grande confusione e s i è letto anche – sui social, s’intende – che l’ex presidente del Parlamento Europeo David Sassoli non sarebbe morto di legionella, come rivelato, ma di hiv, o di Covid, ma perché più esposto in quanto vaccinato. Nulla di dimostrabile. Ad ogni modo, i vaccini non contengono hiv, né aumentano la possibilità di contrarlo. Va sottolineato invece tutto il contrario, ossia che la terza dose di vaccino, come le prime due, è caldamente raccomandata per le persone che vivono con hiv. Con 79 milioni di persone infettate dall’hiv, questa bufala – non attribuibile a Montagnier, ma a una certa galassia cospirazionista a lui vicina – non dovrebbe mai essere perdonata.

Ed ora chi prenderà nel cuore dei complottisti il posto di Luc Montagnier, che ormai anziano e probabilmente provato è stato forse usato da coloro che aveva per anni nutrito di fake news?

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