Scienze

Juno è nell’orbita di Giove, il gigante del sistema solare

4 Luglio 2016

La sonda Juno della Nasa è entrata nell’orbita di Giove. Ieri, 4 luglio 2016, Juno è arrivata nell’orbita del pianeta, in seguito a un viaggio di quasi tre miliardi di chilometri, durato cinque anni.

 

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Juno ha quindi finalmente intercettato il gigante del Sistema Solare per conoscerne i segreti. Il pianeta Giove è infatti misterioso, nonostante la sua mole abbia condizionato la storia e la struttura del nostro sistema planetario. Composto in larga misura di gas la sua massa è 318 volte quella terrestre, quindi ben due volte e mezzo quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme e il suo volume è così grande che potrebbe contenere 1.300 volte la nostra Terra. Ma Giove ha un nucleo roccioso? Che origine hanno le sue aurore? Gli aspetti da chiarire sono moltissimi.

 

 

Larga 20 metri e alta 4,5, Juno è il primo veicolo spaziale a energia solare impegnato in una missione così lontana dal Sole e il primissimo a sorvolare i poli di Giove. Lanciata il 5 agosto 2011, la sonda (JUpiterNear-polarOrbiter) è stata realizzata dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa ed ha viaggiato per cinque anni, percorrendo quasi tre miliardi di chilometri. Alle 5,35 del mattino di martedì 5 luglio è entrata nell’orbita del pianeta gigante per studiarlo da vicino. L’obiettivo è quello di scoprire cosa si nasconde sotto la sua superficie, registrandone i dettagli in modo approfondito. Negli anni ’70 le sonde Pioneer passarono vicino a Giove, catturando solo alcune informazioni sulla sua superficie, come macchie, aurore e maree.

Il cuore scientifico della sonda, composta da nove strumenti avanzati, è lo spettrometro italiano Jiram (JovianInfraRedAuroral Mapper) che oltre a immortalarele immagini delle aurore polari, studierà gli strati superiori dell’atmosfera a caccia di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina. Finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), è stato realizzato da Leonardo-Finmeccanica a Capi Bisanzio, in provincia di Firenze, con l’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Iaps-Inaf).

La missione di KaT (Ka-Band Translator), progettato dall’Università Sapienza di Roma e realizzato dalla Thales Alenia Space Italia insieme all’Asi, è quella di riuscire ad avere la prima vera e propria mappa di Giove.

Anche il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker è italiano. L’ha realizzato infatti Leonardo-Finmeccanica. Dopo aver guidato Juno verso Giove, il sensore permetterà alla sonda di mantenere la rotta nell’orbita del pianeta gigante.

 

È possibile seguire la missione su Facebook e Twitter ai seguenti link:

 

Immagine di copertina NASA / JPL

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