Scienze
“Il mondo con gli occhi di Lara”: Renzo Facondi ricorda la figlia con un libro
Pubblichiamo con enorme piacere e immutato affetto le parole della professoressa Anna Maria Scaiola, scritte in occasione della presentazione del libro a Roma, presso la libreria “Tra le righe” del libro “Il mondo con gli occhi di Lara”, scritto da Renzo Facondi, padre della nostra amica e collaboratrice Lara, per tenere vivo il ricordo della figlia.
Il ricavato sarà devoluto alla ricerca e alle Associazioni di cui Lara faceva parte.
Lara amava i libri e le librerie, specie quelle indipendenti che considerava “colte, libere e belle”. La sua preferita si trova in un viale alberato dello storico quartiere Trieste di Roma : per lei la libreria “Tra le righe” era un “luogo magico”, “un posto pieno di vita”, dove si può parlare e lavorare a un tavolo con una tazza davanti, mentre un ragazzo suona il piano, bambini corrono a fare merenda, un gruppo si prepara al corso di scrittura creativa. Forse tra i libri di questa accogliente libreria circola ancora lo spiritello giocoso, non convenzionale e un po’ ribelle di Lara. Nella libreria affollata per ricordarla, il 10 aprile 2021, giorno del compleanno di Lara, si è svolto un evento intitolato “Un libro per Lara”: gli amici avevano lanciato, dopo la sua scomparsa, una raccolta fondi a favore dell’associazione IncontraDonna, di cui faceva parte, e con i 2500 euro della donazione erano stati selezionati e comprati 230 libri, incartati uno per uno da Paola e Claudia, le brave responsabili della libreria, con una carta lucida coloratissima. I libri sono stati distribuiti in tre centri oncologi di Roma, l’Ospedale Sant’Andrea, il Policlinico Umberto I, l’IDI, a pazienti in attesa di visita o in terapia. Attesa spesso lunga e ansiogena. Questo era uno dei luoghi del cuore di Lara: la libreria ha accolto anche la Premiazione del concorso letterario SopratTutto scrivere, intestazione da lei proposta, e che ora è a lei dedicato. Lara era una progettuale, sempre proiettata su nuovi progetti e pronta a lanciarsi su nuove sfide con fiducia e entusiasmo. Nel 2019 aveva subito cominciato a riflettere sull’idea di un concorso letterario di medicina narrativa rivolto alle pazienti di IncontraDonna ma aperto a tutti a livello nazionale; aveva individuato il Presidente, formato la giuria, e valutava, si confrontava, discuteva tra sorrisi, perplessità, commenti ironici o di apprezzamento convinto, su poesie e racconti, candidati al Premo.
Sempre in questa libreria è stato presentato a ottobre il libro di Renzo Facondi, Il mondo con gli occhi di Lara. E’ questo un libro complesso, scritto a quattro mani, da Lara stessa e da suo padre, ma è anche un libro corale, collettivo, polifonico, perché accanto ai due autori principali si intrecciano le voci di altri familiari, di colleghi, di amici vecchi e nuovi, di compagni di strada. E’ questo un libro di famiglia, di amicizia, di una calda comunità affettiva che ha seguito da vicino la crescita e l’evoluzione di Lara. Il libro si sviluppa con andamento diacronico sui capitoli in successione della sua vita, dalla nascita e l’infanzia felice in collina abruzzese alla formazione scolastica, e agli studi universitari alla Sapienza di Roma; poi le prime esperienze lavorative, la professione attiva, l’ampliamento della fitta rete di amicizie, i turbamenti d’amore, il compagno ideale, e infine l’inciampo della malattia.
Questo è un libro denso, ricco, composito, che salda insieme narrazione, documenti, ricordi, pagine di diario, testimonianze, recensioni, post dedicati a libri e all’editoria, articoli diversi, pubblicistica, appunti, immagini, fotografie, schede, lettere, email, componimenti creativi. Il libro non vuole essere una biografia o una agiografia elogiativa. Lara detestava la retorica e i vuoti sentimentalismi, ma la figura delineata con misura, senza enfasi o forzature a effetto, è quella di una giovane donna speciale da stimare, ammirare e amare. Una bella persona della quale il primo narratore rivela aspetti inediti della sua personalità, ad esempio che era una pianista e una poetessa sensibile, e insieme una ragazza sportiva che faceva karate, ginnastica ritmica, basket, sci. Sapevamo della sua intelligenza, dell’ampia cultura umanistica, della serietà nella sua professione di giornalista iscritta all’Albo, giornalista militante, di denuncia ma costruttiva, che cerca soluzioni e vuole comunicare evitando facili sensazionalismi strillati. Si capisce leggendo il libro che l’interesse per ogni forma di disuguaglianza, emarginazione e marginalità sociale, Lara lo deve anche alla sua formazione in famiglia e più volte ringrazia padre e madre, Renzo e Rosarita, per i valori che le hanno trasmesso, i valori della giustizia, dell’onestà, del rispetto, anche per la diversità, valori da accompagnare però a una tensione costante verso il vero, il buono e il bello. Lara ha avuto genitori accudenti, attenti, soprattutto esempi di rigore educativo, comportamentale e di presenza politica attiva. Un libro dunque a molte mani e a voce sovrapposte, anche in senso musicale. Lara aveva studiato e suonava il piano, la sua casa era percorsa da note di musica classica, suo fratello è un bravo batterista, che sa anche disegnare perché sua è la copertina del libro di un bel turchese, colore degli occhi trasparenti ma profondi di Lara. E il titolo del libro si concentra sulla visione del mondo appunto attraverso il suo sguardo limpido, non neutro ma schierato, acuto e partecipe.
Trasparenza e profondità, due suoi tratti distintivi che coniugava a gentilezza, grazia, riservatezza, modestia, semplicità (termini ricorrenti nelle pagine per definirla da parte di chi l’ha frequentata).
Lara esiste, vive, è tra noi e il libro segue le sue tracce più incisive.
Altro tratto caratterizzante e insistito è la sua Cultura. Laureata in Psicologia, Lara ha continuato a coltivare la sua passione per i libri, la lettura, la scrittura, riflettendo sull’uso consapevole, giusto, rigoroso, delle parole; perseguiva una chiarezza controllata di linguaggio che non esclude sfumature e eleganza. Lo si vede nell’accuratezza dei suoi scritti di diverso ordine, nelle poesie più intime e personali ma anche negli interventi sul “Nuovo Paese Sera”, giornale libero e di sinistra, che Lara racconta come un’avventura redazionale durata anni di passione e professionalità ma anche divertimento e entusiasmo.
Lara era un’intellettuale ma la sua idea di cultura non era libresca, astratta, promuoveva al contrario una cultura solidale sostenuta da valori di giustizia e uguaglianza. Si calava nelle culture cosiddette alternative, nella realtà problematica dei nostri giorni, studiava il mondo dei rom (soggetto della sua tesi di laurea), si occupava sul campo degli immigrati, di antimafia, di minori, degli sfrattati.
Sottolinea Renzo Facondi che Lara scopriva e raccontava il dolore, le ingiustizie, le sofferenze degli ultimi: i fragili, gli indifesi, gli invisibili. Lara si descrive come una giornalista “con le antenne sempre alzate”, un giornalismo il suo che capta, verifica, approfondisce, esce fuori dal coro per dare un’informazione corretta: è stata una curiosa esploratrice della realtà. Lara desiderava sentirsi utile e lavorava molto ma con gioia, per l’associazione DaSud e l’Accademia popolare dell’Antimafia e dei Diritti. Ha rappresentato IncontraDonna in Belgio in un convegno su donne, lavoro e cancro, contro le discriminazioni subite dalle donne malate in ambito lavorativo, e su questo aveva condotto una inchiesta corredata di interviste.
Altro aspetto importante nel libro il corteo di amiche e amici che hanno accompagnato, attorniato Lara nelle fasi della sua vita. Sempre dalla famiglia ha appreso la lezione sul valore dell’amicizia. Alcune sue amicizie sono durate dall’infanzia, altre sono state incontrate durante il percorso universitario, molte conosciute nelle associazioni che seguiva, e anche nello spazio virtuale del forum “ragazze fuori di seno”, con una n sola. Aveva fatto suo il mantra del forum “Le terapie curano, le relazioni guariscono”, mantra che intitola il convegno di Roma all’Oratorio del Gonfalone, nel giugno 2019, da lei promosso. Un convegno di successo che invitava a difendere la propria identità, a coltivare appunto contatti, scambi e relazioni, anche virtualmente per condividere esperienze, informazioni, pensieri, speranze. Infine un tema che l’ha segnata e cambiata ma non troppo, l’inciampo della malattia. Sono capitoli nei quali al centro c’è il corpo, “un corpo giovane, forte” che vuole vivere e, se malato le impedisce di essere indipendente, ma Lara continua a leggere, a scrivere, passeggiare, suonare il piano, e fare meditazione. Ha affrontato le cure, le terapie, con dignità e lucida accettazione, cercando di sdrammatizzare e di spogliare la malattia della sua veste macabra al nero, perché “si può scegliere il modo in cui vivere il proprio tempo, nonostante tutto”, e malgrado la malattia. Lara aveva scritto contro gli stereotipi di una comunicazione della malattia triste e distruttiva cui contrapporre consapevolezza, informazione, e l’arma dell’ironia, dell’umorismo. La malattia, ribadiva, è un fatto umano, non qualcosa di estraneo da combattere e vincere, come recita un diffuso e fastidioso lessico bellico. L’associazione DaSud ha dato il nome di Lara a un’Officina intitolata “Oltre lo stereotipo”: è una scuola di pensiero e scrittura per studenti tra i 18 e i 25 anni che si prefigge la decostruzione di stereotipi e pregiudizi attraverso corsi di formazione, con l’obiettivo di orientare i ragazzi, come voleva Lara, a un uso consapevole delle parole e della scrittura.
Altri luoghi del cuore di Lara: in prima istanza quelli della natura, in cui è nata, cresciuta e ai quali alla fine è ritornata. Aveva adottato un orto in un centro agricolo sulla via Cassia, dove lavorare la terra e coltivare lavanda, rosmarino, salvia, origano. Quanti profumi e buoni aromi di piante benefiche. In campagna si proponeva di abitare. Nel libro belle pagine sono dedicate al borgo medievale di Barbarano romano, nella Tuscia. Lara aveva ancora un altro progetto, quello di creare uno spazio polivalente, dove promuovere l’agricoltura sostenibile e creare una casa laboratorio per organizzare spettacoli, concerti, mostre. Natura e cultura coniugate insieme.
E poi il mare, l’isola scoscesa e solitaria di Giannutri abitata dai gabbiani dove poter nuotare in tutta libertà. C’è un’ultima sorprendente sezione nel libro di Renzo Facondi, quella della poesia. Le poesie di Lara sono costellate di interrogativi e spezzate dalle strofe, sono poesie intense, sofferte, dolci-amare, da leggere e assaporare, in cui dialoga con il suo corpo (Ti vorrei sano e vibrante, sicuro e scattante/Invece sei fragile e delicato, traditore e imprevedibile) o con sé stessa (Abbi cura di te, àmati, meriti amore e gioia, piacere e risate, e tanta bellezza). In questo libro il ritratto di Lara è dinamico, mobile, quello, senza alcuna retorica postuma, di una persona amabile, che si faceva amare. Lara ci ha consegnato questa esortazione vibrante – un suo aggettivo –, l’esortazione a godere a pieno della vita: Vivere il più possibile, senza sosta, senza paranoie, prendere tutto quello che di bello arriva, mangiare la vita a morsi.
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