Scienze

Formiche maestre di solidarietà

28 Dicembre 2021

Ieri è morto il biologo americano Edward O. Wilson (1929-2021), entomologo di fama mondiale e docente emerito a Harvard, più volte Premio Pulitzer per la saggistica, fondatore della sociobiologia, lo studio sistematico dell’evoluzione biologica del comportamento sociale, basato sulle teorie evoluzionistiche darwiniane. Convinto che il comportamento, sia degli animali che degli uomini, sia il prodotto dell’interazione tra l’ereditarietà genetica e gli stimoli ambientali, ha difeso coraggiosamente le sue tesi di fronte a velenosi attacchi politici e accademici. In questo piccolo libro, Il significato dell’esistenza umana, espone con ironia e chiarezza divulgativa il suo pensiero, già noto ai lettori italiani per altre pubblicazioni di successo, ma qui riassunto e semplificato in brevi, appassionanti capitoli che hanno l’ambizioso obiettivo di spiegare le origini della nostra specie e di indicare come sia possibile riprogettarla per renderla migliore, fisicamente e intellettualmente.

Secondo Wilson lo sviluppo della storia umana in sei millenni di civiltà non è stato determinato da un disegno soprannaturale, bensì dal dispiegarsi di un comportamento naturale, molto raro nel mondo vivente (riguarda solo venti specie), che viene definito «eusocialità», e che ha avuto origine, dopo ere di evoluzione, con la comparsa dell’Homo habilis, due milioni di anni fa. In cosa consiste l’eusocialità? Si tratta di una forma avanzata di comportamento sociale esistente solo tra alcuni insetti e crostacei marini, in due famiglie di ratti-talpa, e appunto nell’uomo: riguarda la capacità di collaborare nell’allevamento dei piccoli e nella divisione del lavoro. Tutto qui? Pare proprio di sì. Il passo iniziale per creare una colonia eusociale fu la costruzione di un nido protetto per difendere la prole, quindi la divisione tra foraggiatori disposti a correre rischi uscendo dal nido per procacciare cibo, da una parte, e riproduttori e nutrici destinati alla protezione e alla cura dei figli, dall’altra. Con questa scelta altruistica e cooperativa, ebbe inizio lo sviluppo mentale (favorito dall’istituzione degli accampamenti, dalla caccia e dalla nutrizione carnivora) che portò il cervello a svilupparsi dai 600 cc delle scimmie antropomorfe ai 1400 dell’Homo sapiens.

«Le forme più complesse di organizzazione sociale sono costituite a partire da livelli di cooperazione elevati, e sono promosse da atti altruistici eseguiti da almeno alcuni membri della colonia». Non più sopraffazione e competizione, quindi, ma interazione e intelligenza «fecero dell’Homo sapiens la prima specie pienamente dominante della Terra». Wilson dedica pagine avvincenti al mondo degli insetti, alla loro rigida ma collaborativa struttura sociale; e poi a tutte le forme di vita presenti nella biosfera, dai batteri ai vermi ai superorganismi fino alla probabile ma indimostrata esistenza degli alieni. Per concludere che l’essere umano, con le sue contraddizioni e manchevolezze, è comunque il più evoluto tra le cento milioni di specie esistenti sulla terra: e solo sulla terra può raggiungere e mantenere la sua immortalità, fatta di una particolare e sensibilissima predisposizione culturale verso la conoscenza, la bellezza, l’arte, il progresso tecnico e scientifico. «Non siamo stati creati da un’intelligenza soprannaturale ma dal caso e dalla necessità; siamo una specie fra milioni di altre presenti nella biosfera terrestre. Per quanto si voglia sperare e desiderare altrimenti, non vi è prova alcuna di una grazia che scenda luminosa su di noi dall’esterno, nessuno scopo o destino dimostrabile che ci sia stato assegnato, nessuna seconda vita accordataci alla fine di quella attuale. A quanto pare siamo completamente soli. Il che, a mio avviso, è un’ottima cosa. Significa che siamo completamente liberi. Di conseguenza possiamo individuare più facilmente la radice delle convinzioni irrazionali che ci dividono in modo tanto ingiustificato».

 

 

EDWARD O. WILSON, IL SIGNIFICATO DELL’ESISTENZA UMANA – CODICE, TORINO 2015

(da SoloLibri, 8 febbraio 2016)

 

 

 

 

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