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Carneade, chi era costei? Il dataset delle persone famose
La fama non merita tutta la fama che ha, diceva Sartre.
Eppure viviamo nella società del voyeurismo compulsivo, immersi in un flusso continuo di narcisismo tra un post Facebook e un filtro Instagram che aggiusta infinite volte il nostro profilo migliore.
Ma si può misurare quanto una persona è famosa? E magari stilare anche una classifica?
C’è un database che è stato costruito con questo scopo, dal gruppo di ricerca Macro Connections del MIT Media Lab. Si chiama Pantheon e mai nome è stato scelto meglio, visto che spesso le forze politiche fanno a gara per costruire il loro.
Che cos’è Pantheon?
Un dataset che raccoglie informazioni su 11341 biografie di persone famose, che hanno una voce Wikipedia in almeno 25 lingue diverse. Per ciascuna persona sono disponibili dati sulla data e sul luogo di nascita, sull’occupazione e l’ambito in cui si sono distinti, dal 4000 avanti Cristo fino al 2013.
Il dataset è poi dotato di una tassonomia che distingue i campi in cui le persone famose sono riuscite a distinguersi: arti, discipline umanistiche, istituzioni, scienza e tecnologia, sport.
Ma come viene misurata la fama di un personaggio?
C’è un indicatore che si chiama HPI, per gli amici Historical Popularity Index, costruito in modo tale da rendere possibile il confronto facendo leva su diversi fattori:
- l’età della persona famosa, che tenga conto anche da quanto tempo è morta
- il fatto che ci possa essere una maggiore concentrazione di pagine viste per una persona in una specifica lingua (per esempio, una persona può essere molto cliccata in paesi asiatici e meno in altri)
- un coefficiente che misuri la variabilità di pagine viste nel tempo, per scontare il fatto che alcuni personaggi sono vere e proprie meteore, con picchi di fama seguiti dall’immancabile oblio
- un aggiustamento che riduca la English bias, vale a dire la possibilità che si generi una distorsione a favore di biografie di personaggi scritte in inglese, che è una lingua universale
- un coefficiente che tenga conto del fatto che alcuni personaggi sono noti al mondo da meno di 70 anni, per rendere possibile comparare la loro fama con quella di personaggi più longevi
Innanzitutto, il sito del progetto consente, oltre alla possibilità di scaricare i dati gratuitamente, anche quella di giocarci costruendo la vostra personale classifica, che tenga conto della geografia (paesi o città), ma anche del periodo, piuttosto che della disciplina.
Gli italiani se la cavano piuttosto bene, con Leonardo Da Vinci in testa al ranking di ‘scienza e tecnologia’, davanti ad Archimede e niente popò di meno che Isaac Newton, e con Galileo Galilei comunque nella top 10.
Gesù Cristo vince ecumenicamente la gara delle istituzioni (e ci mancherebbe altro: la data di nascita delle persone stesse incluse nel dataset segue una metrica che è centrata sulla sua figura…), mentre Aristotele è davanti a tutti nella classifica delle discipline umanistiche, dove comunque figura tra i primi 10 anche il nostro Dante Alighieri.
Per quanto concerne le arti, Mozart sta davanti a tutti ma la seconda piazza è orgogliosamente occupata da Michelangelo.
Spiace, invece, per Ginone Bartali, che giace incomprensibilmente agli ultimissimi posti della classifica generale, condannato a un ruolo di gregario nella storia della fama a seguire da lontano l’eterno rivale Fausto Coppi.
Ma alla fine qual è la classifica delle persone famose all time, secondo l’indicatore HPI?
L’ho tenuta in fondo perché c’è un’incredibile sorpresa…
Missy Franklin |
Aristotele |
Gesù Cristo |
Alessandro Magno |
Leonardo Da Vinci |
Confucio |
Omero |
Pitagora |
Archimede |
Mosè |
Già, perché accanto a profeti che separano le due sponde del Mar Rosso, poeti ciechi autori di epopee indimenticabili, scopritori di teoremi fondamentali e fondatori di religione, ecco lei.
Superando di slancio il grande condottiero Alessandro Magno, nonché il suo maestro Aristotele, domina la classifica Missy Franklin.
E chi è, direte voi?
Una nuotatrice americana, classe 1995, plurivincitrice di Mondiali ed Olimpiadi
Che mostra inequivocabilmente due cose: la prima è che aveva ragione Gadda quando scriveva che i pronomi sono i pidocchi del pensiero, con l’io che è il peggiore di tutti. “Quando il pensiero ha i pidocchi, si gratta e nelle unghie restano i pronomi di persona”. Sarà un po’ buonista, da parte mia, ma mi aiuta a capire che essere famosi è una cosa piuttosto relativa.
E la seconda è ancora più importante, perché ci dice che non per forza camminare sulle acque aiuta a distinguersi: basta saper nuotare bene.
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