Benessere
Un uccellino venuto dal Sud
Il suo bisnonno era emigrato da Hannover dopo i moti del 1828, a soli 14 anni, ed era finito a Sonora, in Messico: “Mamma diceva sempre che odiava l’Europa e tutto ciò che era anglosassone, Stati Uniti compresi, ed a Sonora non aveva sposato solo una donna, ma una cultura. Mio nonno Federico e mio papà sono messicani fino al midollo – persone di grande cultura e passione, che sono stati costretti a venire in Arizona per lavorare, ma hanno sempre portato Sonora nel cuore. Come ho fatto io, una volta che sono stata abbastanza adulta per capirlo”.
Linda Ronstadt, però, negli anni 60 è una ragazzina come tante altre: piccola come un uccellino, piena di un’energia travolgente, pronta a tutto. E tutto significa scappare di casa a 16 anni ed andare in California per inseguire il sogno di cantare. In un’intervista del 1970, quando ha solo 24 anni ma oramai è una star, si racconta con una timidezza incredibile, diventando rossa ad ogni domanda personale, sempre sulla difensiva: “Lo so che è stato folle, ed è stata anche dura. Siccome sono carina, quando andavo nei bar mi davano subito una chitarra e mi pagavano la serata, ed io cantavo le canzoni di Broadway e quelle che adoravo di Ella Fitzgerald ed Edith Piaf, finché è accaduto che sempre più ragazzi si sono avventurati sul palco per suonare insieme a me”.
A 18 anni, da San Diego a Hollywood, da San Francisco a Los Angeles, la comunità hippie e quella degli studenti universitari la idolatra, perché canta un’Europa immaginaria, il jazz nero, ed è bella quanto irraggiungibile – di una timidezza estrema. Nella sua carriera sentimentale, cominciata tardi (“sono una ragazza cattolica messicana, volevo arrivare vergine al matrimonio”), il primo fidanzato è Jerry Brown, il governatore della California, democratico, più grande di lei di quasi dieci anni, ed in corsa per un posto nella campagna alle presidenziali contro Nixon, “ma io l’ho danneggiato, perché non sono mai diventata parte del suo ambiente, è lui che ha scelto il mio, e questo non andava bene ai bacchettoni che avrebbero dovuto votarlo”.
Ma tutto questo accade quasi dieci anni dopo dei suoi inizi sulle spiagge e nei baretti della costa californiana, durante i quali fa amicizia con ragazzini che sono anche loro lì per diventare famosi, e si chiamano Glenn Frey, Randy Meisner, Bernie Leadon e Don Felder – all’inizio compongono la band che accompagna Linda, poi diventano gli Eagles: “Suonavamo tutti al Troubadour, che era il posto più figo, dove suonavano i Rolling Stones ma anche ragazzi sconosciuti come noi. L’unica cosa che pretendevano i proprietari è che avessimo un nome ed una scaletta di pezzi originali. È così che sono nati gli Stone Poneys, tre amici di bevute che suonavano dieci pezzi arrangiati alla meno peggio e guadagnavano abbastanza per condividere una stanza di un motel (insieme alle loro fidanzate) ed avere abbastanza per mangiare a colazione, per poi tenere duro”.
Nel 1966 il manager della Capitol Records, Nick Venet, che veniva ogni sera al Troubadour, offre a Linda un contratto per un disco, e lei rifiuta, perché ha promesso che porterà gli altri due con sé. Fanno un provino con musicisti di studio, e Linda canta male, con una voce flebile e indecisa, sicché Nick accetta di prendere anche gli altri due e dà il nome di Stone Poneys alla band. Nick sceglie per loro una serie di canzoni mai registrate, oppure di scarso successo, ma che si adattano al personaggio della piccola cantante messicana – e tra queste Linda sceglie “Different drum”, scritta nel 1964 da Mike Nesmith dei Monkees, e rifiutata dalla produzione di quella band, che la trovava noiosa.
“Per me era perfetta, perché dà voce ad una donna che spiega al suo ragazzo che non possono restare insieme, perché lui vuole una moglie, e lei vuole essere libera. Io avevo baciato un ragazzo per tre sere di fila, e quello mi chiese di sposarlo. Non sapevo se ridere o spaventarmi. Per fortuna i miei amici lo convinsero a non venirmi più a cercare”. La versione di Linda è tutt’altro che noiosa, e catapulta gli Stone Poneys in testa alle classifiche nazionali, dando il via alla carriera di una ragazzina ventenne che, come racconta Glen Frey degli Eagles, “non ha mai litigato con nessuno, non si è mai sentita importante, ha sempre detto no con gentilezza”. Un’artista seria, che ha cantato persino con Frank Zappa, che ne diceva un gran bene: “È brava, studia tanto, impara alla svelta e non rompe i coglioni”.
Prima del governatore, lei ha detto di no a tutti. E cantava questa canzone, rimarcando la sua distanza dagli amorazzi hippie. Una timida ragazzina messicana, sola nella grande bolgia della California della Summer of Love, votata per anni come la ragazza più desiderabile d’America – un uccellino venuto dal Sud.
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