Giustizia

Sfera Ebbasta sotto indagine: Malan e Mallegni risolvono il problema della droga

17 Gennaio 2019

La procura di Pescara, grazie a un esposto di due senatori di Forza Italia, ha messo sotto indagine il trapper Sfera Ebbasta. Reo, secondo i forzisti, di aver costruito il proprio “corpus letterario” sull’argomento “droga” con eccessiva leggerezza, istigando, quindi, numerosi giovani fan alla tossicodipendenza.

Un quindi, lo avrete notato, tutto d’un pezzo, definitivo, aristotelico di default, come solo certi quindi inquisitori sanno essere. Piuttosto succulento per chiunque ami cimentarsi in pendii scivolosi, baruffe social e processi sommari, per chiunque ami tirare a lucido in pubblica piazza, di tanto in tanto, la propria leggendaria indignazione.

Un quindi da stato etico, in pompa magna, all’inseguimento del reato d’opinione, del mandante morale, con forche et similia già in affilatura, con salivazioni tromboniche di difficile contenimento. Dalla robustezza storica, polveroso, prestato solo in via temporanea ai senatori Lucio Malan e Massimo Mallegni. Eredi, per estrazione partitica, di memorabili cene eleganti, a prova di trap. Gli uomini giusti, dalla credibilità risparmiata dall’anonimato. Con l’obbligo, data l’attuale congiuntura sondaggistica, dell’esegesi tragicomica, del moralismo cantabile, della spedizione punitiva come investimento blindato nel mercato del consenso, della visibilità.

Un quindi intriso di amor patrio, pronto a ficcarsi dove gli angeli non oserebbero, tra le “frequenti oscenità” del tatuatissimo Sfera. Che, a gran sorpresa, anziché redimersi, anziché farsi bevitore d’ogni quintessenza, si trastulla, pensate un po’, con testi riferentisi “pressoché tutti all’uso di droghe e spesso al loro spaccio, senza mai accennare alle negatività di tali pratiche, anzi, prospettando tale stile di vita come simbolo del successo”.

Prima di lui, parecchio meglio di lui e con più gusto nel vestire: Lou Reed, Eric Clapton, Bob Dylan, John Lennon, Jim Morrison, Allen Ginsberg, Charles Baudelaire, William Burroughs, ecc. L’elenco dei poeti e dei poetastri dall’aureola smarrita sarebbe infinito.

Ma quel quindi non si lascia intimorire da uno sciame di nomi illustri. Nasconde la verità, una casta verità, nelle mutande, con premura e pazienza. Lui sa. La droga non circolerebbe in assenza di cattivi maestri.

Ne è convinto, il futuro può ancora essere salvato dalla perdizione. Il banale meccanismo della tossicodipendenza è sempre stato a portata di mano: il giovane ascolta, il giovane imita. Chiamiamola “teoria del giovane antropomorfo”. Per incepparne gli ingranaggi, viene da sé, nulla sembra funzionare a dovere come il metodo della museruola di Malan e Mallegni.

Ma perché, a questo punto, limitarsi al consumo di droga? Perché non puntare più in alto ed eliminare il disagio esistenziale in toto, magari costringendo scrittori e cantanti a parlare solo di succhi di frutta, giornate assolate e micetti? Cos’è che frena l’ambizione del duo forzista?

Ipotetica risposta di M&M: il disagio esistenziale è imbattibile, ma solo perché noi due non abbiamo tempo.

Sempre sia lodato il quindi!

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