Costume

Segnali di vita

12 Febbraio 2021

In questi giorni convulsi e freddi, come l’aria che viene dalla Russia, stento appena a riprendermi dal lavoro scolastico che mi impegna sia in remoto sia in presenza, e non mi va minimamente di discutere, qui su questo blog, di scuola, di orari di lavoro, di eventuali riforme relative al ministero dell’istruzione ed altro — L’unica cosa che veramente riterrei opportuna è riunire di nuovo in un unico ministero la scuola e l’università, e questo per profonde ragioni filosofiche.
Dicevo, a parte le cose che sento dire sulla scuola — a margine della gran parte del mio tempo che vivo in relazione ad essa–, devo dire che quel che ritengo molto importante è stata la presa di coscienza, da parte dell’opinione pubblica, della necessità di preparazione della classe dirigente di questo paese. Non mi meraviglio del nuovo governo e del fatto che esso sia costituito da forze parlamentari prima antagoniste; si tratta di un governo di unità nazionale, o se volete di un gabinetto guerra, un Churchill e Attlee. Né mi meraviglio, da storico dilettante, del fatto che ci  sia stata l’influenza del cambio di presidenza negli Stati Uniti sulla riconfigurazione delle posizioni politiche della nostra destra ex populista. Anzi, chi non lo vede, non ha minimamente mai letto un libro di storia (non dico un saggio approfondito, dico solo un manuale di quelli che girano molto nelle cattedre ma poco, evidentemente, nelle redazioni dei giornali).

Ho visto che l’intera rete La 7 è stata appaltata alla maratona Mentana, e un po’ mi dispiace, soprattutto quando si è fatto saltare più volte un programma di approfondimento storico e politico come Atlantide di Andrea Purgatori. I pettegolezzi sulla composizione dei ministri, il lasciare al freddo di Roma la povera Alessandra Sardoni o il simpatico Paolo Celata, con i suoi gustosi siparietti con Paolini — sì, occupano spazio…, ma a cosa servono?

Intanto, a dispetto del fatto che non ci pensiamo, la pandemia c’è ancora e il virus non stenta a scomparire, ma anzi trasmuta come può. La lentezza delle vaccinazioni è qualcosa che cozza con la retorica del «fate presto» che in genere i politici, i giornalisti, gli economisti, e un po’ tutti, reiterano quando si parla di tempi di crisi. Ma questo è proprio un tempo di crisi, forse dovremmo ricordarcene. Un giorno sarà storicizzato come un periodo epocale che cambiò assetti di governi, mentalità, abitudini, usi e consuetudini che si ritenevano consolidate. Probabilmente una di esse è l’aumento del consumo di beni che prima erano di seconda necessità, come psicofarmaci e alcolici. Ma io aggiungerei anche i libri…

In qualche modo bisognava sopportare le malaise di questo tempo, oppure imbarcarsi, con l’immaginazione, come Ismaele alla caccia di Moby Dick. Poi c’è la musica, divina musica. E sì: mi manca Franco Battiato.

Il tempo cambia molte cose nella vita
Il senso, le amicizie, le opinioni
Che voglia di cambiare che c’è in me
Si sente il bisogno di una propria evoluzione
Sganciata dalle regole comuni
Da questa falsa personalità
Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire
Le luci fanno ricordare
Le meccaniche celesti

 

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