Musica
Quelle voci ineffabili, Madri di tutti noi – Marta Kubišová
Marta Kubišová, la voce contro i carri armati
Un gelido novembre del 1968, neve e disperazione, ed una canzone. A cantarla, per rivendicare la democrazia, è un’affascinante e fiera ventenne, con gli stivali e i capelli come si portano a Londra, e gli occhi truccati del nero pesante della rivolta. Nel fermento culturale che muove la società boema, è l’immagine della nuova donna emancipata, come Jane Fonda in Barbarella[1] o Monica Vitti in Modesty Blaise[2]. È la speranza di un disgelo culturale e politico contro la frigidità comunista, la rivendicazione fremente della Primavera di Praga, soffocata ad agosto dai carri armati sovietici. Una primavera in cui il capo politico del paese, Alexander Dubček[3], Segretario del Partito Comunista, aveva lanciato coraggiose riforme per sottrarre la Cecoslovacchia al giogo dell’URSS.
A Mosca, le sue riforme sono considerate una minaccia. Il suo programma, pur mantenendo il sistema economico collettivista, permette la nascita di altri partiti politici, la libertà di stampa e di espressione, abolisce la censura e la polizia politica. Nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1968[4], i panzer entrano nelle città, circondati dai cittadini che non accettano l’occupazione – come sta accadendo oggi in Ucraina, ma con la differenza che, all’epoca, i cecoslovacchi non hanno un esercito proprio a difenderli e gli accordi di Yalta sulla spartizione in due del mondo sono ancora freschi di firma.
A Marta Kubišová, giovane stella della TV nazionale, viene chiesto di cantare “Cesta”, la canzone con cui ha vinto la lira d’oro di Bratislava – un omaggio ai soldati russi per la liberazione nel 1945[5]. Lei si rifiuta di prestare la sua voce ad una canzone politicamente oltraggiosa per il suo popolo: “Tutto inizia con il mio sostegno alla Primavera di Praga”, racconta Kubišová. “Al posto di Cesta ho cantato Preghiera per Marta, e sono iniziati i miei guai”. La canzone fa parte di un musical dedicato a Rodolfo III, il Re tedesco che viene avvelenato perché si rifiuta di sopprimere la rivolta di Praga, guidata da Jan Želivský, che il 30 luglio 1419 porta alla cacciata della soldataglia cristiana dalla Boemia[6]: “Vi sia la pace in questa terra – recita il ritornello; – scompaiano la cattiveria, l’odio e il rancore, la paura e le contese quando, o popolo, tornerà nelle tue mani il perduto governo dei tuoi destini”. Una canzone che diventa l’inno della resistenza civile alla normalizzazione sovietica[7].
https://www.youtube.com/watch?v=S3UaBQSYQCU
La pace resti d’ora in avanti con questa terra. L’ira, l’invidia, il rancore, la paura e la discordia – essi svaniscono, ormai svaniscono ora che il tuo perduto potere sui tuoi affari ritornerà da te, popolo, ritornerà da te. Adagio dal cielo se ne sta andando la nuvola e ognuno raccoglie la propria semina. La mia preghiera parli ai cuori che il tempo di ira non ha bruciato come il gelo brucia i fiori, come il gelo. La pace resti d’ora in avanti con questa terra. L’ira, l’invidia, il rancore, la paura e la discordia – essi svaniscono, ormai svaniscono ora che il tuo perduto potere sui tuoi affari ritornerà da te, popolo, ritornerà da te[8].
La vita
Marta Kubišová nasce il 1° novembre 1942 a České Budějovice, il capoluogo della Boemia meridionale[10], per cui ha da poco compiuto 80 anni. Suo padre è un medico e sua madre una casalinga. Il padre dà grande importanza alla sua educazione e la convince a seguire le sue orme nello studio della medicina. La incoraggia anche nello studio del pianoforte, ma con scarsi risultati. Kubišová ammette di non aver mai provato amore per questo strumento: le lezioni con un tutor privato sono, secondo lei, uno spreco di denaro[11].
A Marta, da bambina, interessano molto di più i cavalli[12]. Nel 1959, a causa delle sue origini “borghesi”, il partito comunista le vieta gli studi universitari: “Mi scrissero che la classe operaia non si fidava di me”, e lei trova lavoro in una vetreria[13]. Crescendo si appassiona alla musica ed esordisce come cantante nelle orchestrine di provincia. Nel 1961, insoddisfatta, lascia la vetreria, proprio nel giorno in cui sua madre legge un annuncio del teatro Stop di Pardubice, dove Marta va a fare un provino come cantante e attrice – e lo vince[14].
Partecipa ad un concorso nazionale e arriva in finale per i “nuovi talenti” a Praga. Dopo aver trascorso tre anni a cantare brani jazz nei teatri di provincia, alla fine del 1964 incontra nel teatro Afa di Plzeň[15] il compositore Bohuslav Ondráček[16], che influenza decisamente la sua carriera[17]. L’originalità delle composizioni musicali di Ondráček attira l’attenzione dei registi di Praga e nel 1965 entrambi iniziano a lavorare al teatro Rokoko. Marta diviene subito famosa[18]: il sex symbol del varietà cecoslovacco degli anni ‘60[19]. La sua voce da contralto è profonda e molto particolare[20]. Diviene facilmente riconoscibile tra gli altri cantanti e quindi sempre più famosa[21]. Incontra Helena Vondráčková e Václav Neckář, con cui fonda il gruppo Golden Kids[22]. La prima registrazione in studio risale al 25 settembre 1963 con la canzone Mne se libi (“Mi piace”) presso gli studi di Pardubice a Praga – un successo travolgente, che suscita la malevola attenzione del potere sovietico.
Senza di te, ho solo un lungo momento, pieno di tanti sogni strani, in essi la vecchia chiesa prega con il mio desiderio e ti prego: fai suonare le campane. Vorrei conoscere una canzone molto lunga, per cantarci dentro la solitudine dei miei giorni, me ne hai insegnato solo la metà , e ti prego di far suonare le campane. Solo le campane sanno cosa mi hai preso, solo le campane sanno cosa succederà dopo.
Un giorno verrà un compositore e un poeta che potrà vivere cento sogni strani, il mio canto crescerà come una fragile stalattite e ti prego: fa suonare le campane, e vi prego: fate suonare le campane. Solo le campane sanno cosa mi hai preso, solo le campane sanno cosa succederà dopo. Un giorno verrà un compositore e un poeta che potrà vivere cento strani sogni, la mia canzone crescerà come una fragile stalattite e ti prego: fa suonare le campane[23]
La censura
La canzone Modlitba pro Martu (“Preghiera per Marta”), contenuta nel suo primo album, “Songy a baladi”[25], diviene il simbolo della primavera di Praga[26]. Il nuovo governo filosovietico la punisce: a partire dal febbraio 1970 viene progressivamente allontanata dal palcoscenico e, dato che non la possono colpire politicamente, le autorità cercano di screditarla pubblicamente. Si scioglie il trio dei Golden Kids, vengono truccati i risultati dello Zlatý slavík (una hit parade) perché il suo nome non compaia tra i primi sette[27]. I dischi e i film di Marta vengono sequestrati e proibiti[28].
Marta non può più cantare pubblicamente in una “terra dove domina la paura e dove l’innocente è considerato un nemico”[29]. La polizia politica le intima di firmare un documento per il suo sostegno al regime in cambio del permesso di esibirsi di nuovo. Lei si rifiuta[30]. Perciò, nel 1969, il premio “Usignolo d’oro” non le viene consegnato in pubblico, e da quel momento in poi la StB, agenzia parallela alla STASI della DDR[31], fa pubblicare sui giornali delle finte foto pornografiche[32]. La StB pedina lei, come molti altri connazionali, anche quelli trasferitisi all’estero, come nel caso di Ivana Marie Zelnícková, la prima moglie di Donald Trump[33]. Marta è costretta a lavorare in una fabbrica di giocattoli, poi in una ditta di costruzioni edili, come segretaria[34].
Dei Golden Kids, l’unico a proseguire la carriera è Václav Neckář – pagando un prezzo altissimo, ovvero quello di diventare informatore della StB e di compilare dossier infamanti su Marta e sull’intera generazione di artisti ribelli cecoslovacchi nata negli anni della Primavera di Praga – un’onta che, anni dopo, ha persino sfiorato Marta, perché la stampa filocomunista l’ha invano accusata di aver avuto anche lei un accordo segreto con il Partito Comunista cecoslovacco[35]. Un’accusa talmente assurda da non essere mai stata presa in considerazione dalla popolazione. Per loro Marta Kubišová è una delle coraggiose firmatarie e persino la portavoce di Charta 77, il manifesto anti-sovietico degli intellettuali slavi che è stato alla base delle rivolte che, durante gli anni della Perestrojka, hanno portato alla nascita di governi democratici nei paesi dell’Est europeo[36].
I problemi con i mariti
Eppure, la sofferenza peggiore, nella vita di Marta, non sono i veti sovietici, ma la vita sentimentale. È molto sfortunata con gli uomini, ed i suoi mariti sono stati per lei una tortura. Il primo, il regista Jan Němec[38], soffre di problemi psichici: “Ci siamo frequentati per un anno e siamo stati insieme per tre anni. Ma è difficile vivere con un genio”, ha poi raccontato. Beh, forse il regista tedesco sarà un genio, ma si dimostra soprattutto un delinquente. Già nel marzo del 1969, quando sono fidanzati, le spara, ubriaco, sul molo, e racconta un delirio sanguinario e passionale, che finisce nel nulla: Marta non lo denuncia, anzi, lo sposa.
Ma lui beve come una spugna e, nuovamente ubriaco, scaglia un’ascia contro la moglie[39]. Non c’è da stupirsi se Marta perde un bambino all’ottavo mese di gravidanza[40]. Nonostante ciò, divorzia dal tedesco solo un anno dopo, nel 1972, quando scopre la sua infedeltà. Nel 1974 viene il secondo matrimonio con Jan Moravec[41]. Nel 1981, quando viene a sapere dalla Sicurezza di Stato che suo marito ha una figlia fuori dal matrimonio, i due divorziano[42]. Come scrive la cantante nelle sue memorie, Moravec ha sempre avuto amanti. “Mi dice: se da qualche parte nell’appartamento ti imbatti in un reggiseno che non è tuo, stai calma, è quello che stavo cercando di trovare”[43].
Fino al 1974 vive ritirata in provincia, poi, dopo il divorzio dal primo marito[44], emigrato negli Stati Uniti, Marta trova un impiego presso l’Azienda edile della capitale. In questo periodo viene aiutata finanziariamente dagli amici e dal fratello[45]. Si avvicina alla comunità del dissenso grazie alla famiglia di Václav Havel[46], cugino del suo ex marito Jan Němec[47]. Sottoscrive la Charta 77, che le causa continue pressioni da parte delle autorità, culminate con il suo arresto[48].
Quella di Charta 77 è una storia che comincia nel pieno della normalizzazione[50]. Tempi in cui la musica rock, ascoltata segretamente nelle campagne o nel buio delle cantine, dà fastidio al regime[51], come descritto poeticamente nel meraviglioso film tedesco “Sonnenallee”[52]: i ragazzi dell’Est hanno fame di tutto ciò che è americano, considerato via di fuga dal loro isolamento culturale[53]. Ancora una volta, i cecoslovacchi sono in prima linea: nel marzo 1976 avviene una delle tante retate contro i vlasatci[54], i capelloni, durante un festival musicale a pochi chilometri da Praga. La polizia arresta 27 giovani “per premeditato disturbo dell’ordine pubblico”. Il processo, sei mesi più tardi, manda in carcere diversi membri della band più nota del circuito, i Plastic People of the Universe[55], con sentenze tra gli 8 e i 18 mesi. È la scintilla che, per uno sparuto gruppo di intellettuali, accende il fuoco del dissenso pubblico[56].
Nel 1978 Marta Kubišová registra diverse canzoni, illegalmente, nella cucina del musicista Jaroslav Hutka[57], e queste compaiono in un LP pubblicato in Svezia che contiene i brani degli artisti censurati in Cecoslovacchia[58]. Nel giugno del 1979 le nasce la figlia Kateřina, avuta dal secondo marito[59]. Marta chiede a Václav Havel di farle da padrino per il battesimo, ma la polizia politica ci mette lo zampino: la festa viene interrotta dalla retata più famosa contro gli attivisti del dissenso. Havel viene condannato a 4 anni di carcere[60].
Il bagliore della rosa di Sharon è in lei, il calore del sole pomeridiano, la vite dolce sulle sue labbra, la pelle liscia al profumo di nardo. Si chiama Magdalena, non è una santa, è solo una donna. Hallelujah. Come un pozzo è una donna chiusa con il lucchetto della virtù, un pellegrino viene, morendo di sete, la prigione del pozzo tormenta l’acqua. La sete placa Maddalena, non è una santa, è solo una donna. Hallelujah. La luna custodisce male l’uva, le volpi non vegliano sulle viti; gli uomini sono molti di più, ha dato loro la chiave della vigna. Non è una santa, è solo una donna, per questo Magdalena pecca. Hallelujah. La luna insegue le volpi invano, non pota più la vite. Sento il fariseo che chiama: questa donna dorme all’inferno! Amen, dico, Amen, alzati, se sei santo, lapidati. Hallelujah. La bellezza non è un peccato, un peccato è di solito un digiuno rigoroso. L’amore è come una canzone in cui cambia la sete della bocca. Alleluia, alleluia-a. Di notte la mirra ha un odore amaro, l’erba piange, la rugiada cade, il pastore cerca invano le pecore, la luce della luna non può essere catturata. Il vento delle vigne geme dolcemente: Maddalena, Maddalena. Hallelujah. I giudici severi hanno punito la donna, le hanno tagliato le belle ciocche. La conducono dai saccheggiatori attraverso la città, non possono perdonarlo. Hanno nomi diversi per lei, semplicemente non sentono Magdalena. Hallelujah. Una pietra dal Monte degli Ulivi pioverà in ira mondana, la bocca che ha baciato, la veste costringe a mentire. La mano tenera nel desiderio ora raggiunge la pietra. Hallelujah. Nel nome dell’amore, nel nome della giovinezza, nel nome delle mani che accarezzano, nel nome della notte che dorme, nel nome del cuore che veglia, amen, dico, amen, alzati, se tu sono santi, pietra. Hallelujah. La bellezza non è un peccato, un peccato è di solito un digiuno rigoroso. L’amore è come una canzone in cui cambia la sete della bocca. Alleluia, alleluia-a. Alleluia, alleluia-a. Alleluia, alleluia-a[61]
Sono anni difficili. La StB la sottopone ad estenuanti interrogatori, persecuzioni e coercizioni. “Ho preferito chiudere Kateřina in casa con una catena alla porta e non perderla mai di vista. Alla fine, gli interrogatori peggiori sono avvenuti nel pomeriggio, quando Kateřina era all’asilo. Mi sono venuti a prendere alle tre e mi hanno lasciato andare alle cinque e mezza”, ha ricordato in una delle interviste. Ma l’asilo è finito alle cinque: “Così Kateřina e l’insegnante hanno marciato fuori sul marciapiede per un’ora e mi hanno aspettato. Ho inventato la scusa che il capo mi ha mandato lontano e lì mi sono persa”[62].
Lei non molla. La ritroviamo il 10 dicembre 1988 in piazza Škroupovo a Praga, a intonare l’inno nazionale in occasione della prima uscita pubblica del dissenso, voluta coraggiosamente dalla nuova generazione di attivisti e tacitamente autorizzata dalle autorità[63]. Ed è ancora lei, dal balcone dell’ex casa editrice Melantrich in Piazza Venceslao, ad accompagnare cantando a squarciagola la fine della normalizzazione[64]. Il 21 novembre 1989 al fianco di Havel, futuro Presidente della Repubblica, davanti a 200mila[65] manifestanti pro-democrazia. Ad Ostrava intona Preghiera per Marta davanti ad una oceanica folla in lacrime. Qualche giorno dopo la canta dal vivo a Praga, nella piana di Letná, davanti a centinaia di migliaia di spettatori[66]. La Preghiera per Marta, che era stata l’inno segreto della dissidenza durante gli anni del regime filo-sovietico, diventa ora la colonna sonora della Rivoluzione di Velluto e del ritorno alla libertà e la democrazia in tutti i paesi slavi.
21 novembre 1989: Marta Kubišová canta dal balcone di Melantrich[67]
La liberazione
Con la fine del comunismo per Marta inizia una nuova vita[69]. Dopo il 1989 si impegna per qualche mese in politica, tra le fila del Forum Civico, ma dal 1990 torna alla musica, alla tv e al teatro Ungelt di Praga[70]. Riprende a incidere musica e a cantare in pubblico sia in Repubblica Ceca che all’estero (Svezia, Svizzera)[71]. Negli anni successivi organizza e partecipa a vari concerti di beneficenza, o di solidarietà con i dissidenti cinesi[72].
Attualmente, a causa delle sue precarie condizioni di salute (è stata ricoverata in ospedale dove ha subito un intervento chirurgico per una perforazione intestinale[73]), si è ritirata a vita privata. Tuttavia, ha fatto un’eccezione per la premiere del film “Marta”, che racconta la storia della sua vita[74]. Un film doveroso per l’artista vivente forse più importante del paese: Kubišová ha vinto tre volte il Golden Nightingale per la cantante più popolare cecoslovacca e la Golden Bratislava Lyre nel 1968. Si è esibita, tra le altre cose, all’Olympia di Parigi, a Cannes al festival MIDEM ed ha recitato nel film Martyrs of Love del suo ex marito Jan Němek e nella serie TV Song for Rudolf III[75]. Nel 1995, Marta Kubišová ha ricevuto dalle mani del presidente ceco Václav Havel il premio di Stato la Medaglia al merito. È stata inserita nella Hall of Fame nel 1998 come parte dell’Academy of Popular Music Awards[76].
Nei durissimi venti anni in cui è stata relegata ai margini della società, lei è stata un esempio per tutti, un simbolo di determinazione e caparbietà. La sua bellissima voce è diventata il segnale della sfida all’oppressione e, più tardi, lei è stata il volto della rivoluzione. Marta Kubišová non ha avuto paura di reagire, di scontrarsi, di sopravvivere. Una splendida donna, coraggiosa come le migliaia che si ribellarono alla marea montante sovietica. Porta con sé la consapevolezza della sua responsabilità nei confronti delle generazioni future: la patria, la democrazia e la libertà sono privilegi che si ottengono combattendo non con le armi, ma con le idee, l’onestà intellettuale e la bellezza.
[1] Lisa Parks, “Bringing Barbarella Down to Earth”. In Radner, Hilary; Luckett, Moya, “Swinging Single: Representing Sexuality in the 1960s”, University of Minnesota Press, Minneapolis 1990
[2] Mim Scala, “Diary of a Teddy Boy: A Memoir of the Long Sixties” Surrey, UK: Goblin Press, 2009
[3] https://www.europarl.europa.eu/sakharovprize/it/alexander-dubcek-1989-slovacchia/products-details/20200330CAN54164
[4] https://www.focus.it/cultura/storia/che-cosa-la-primavera-di-praga
[5] https://magazin.aktualne.cz/marta-kubisova-nepovazuji-se-za-hrdinku-svym-osudem-jsem-se/r~55e9255a9c7411e89271ac1f6b220ee8/
[6] Lorenz Friedrich Beck: Herrschaft und Territorium des Herzöge of Saxe-Wittenberg (1212–1422). Verlag für Berlin-Brandenburg, Potsdam 2000
[7] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[8] Ať mír dál zůstává s touto krajinou. Zloba, závist, zášt, strach a svár, ty ať pominou, ať už pominou.
Teď když tvá ztracená vláda věcí tvých zpět se k tobě navrátí, lide, navrátí. Z oblohy mrak zvolna odplouvá
a každý sklízí setbu svou. Modlitba má ta ať promlouvá k srdcím, která zloby čas nespálil
jak květy mráz, jak mráz. Ať mír dál zůstává s touto krajinou. Zloba, závist, zášt, strach a svár,
ty ať pominou, ať už pominou. Teď když tvá ztracená vláda věcí tvých zpět se k tobě navrátí, lide, navrátí.
[9] https://alleanzacattolica.org/la-normalizzazione-della-cecoslovacchia-nel-1968/
[10] https://www.visitczechrepublic.com/it-IT/5b35b278-a3fb-4cab-9ab0-501ccc6b02ee/place/t-ceske-budejovice-budweis
[11] https://zena-in.cz/clanek/marta-kubisova-byla-obvinena-ze-nafotila-porno-a-presto-se-stala-ikonou-naroda-a-symbolem-svobody
[12] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[13] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[14] https://magazin.aktualne.cz/marta-kubisova-nepovazuji-se-za-hrdinku-svym-osudem-jsem-se/r~55e9255a9c7411e89271ac1f6b220ee8/
[15] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[16] https://www.fdb.cz/lidi-zivotopis-biografie/20922-bohuslav-ondracek.html
[17] https://munster-records.com/en/producto/ne-the-soul-of-marta-kubisova/
[18] https://www.csfd.cz/tvurce/1240-marta-kubisova/biografie/?biography=23874
[19] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[20] https://www.csfd.cz/tvurce/1240-marta-kubisova/biografie/?biography=23874
[21] https://zena-in.cz/clanek/marta-kubisova-byla-obvinena-ze-nafotila-porno-a-presto-se-stala-ikonou-naroda-a-symbolem-svobody
[22] https://www.kafe.cz/celebrity/marta-kubisova-7-padu-honzy-dedka.html
[23] Bez tebe mám jenom chvíli dlouhou, naplněnou spoustou divnejch snů, v nich starý kostel modlí se mou touhou a já prosím: nechte zvony znít. Chtěla bych znát píseň hrozně dlouhou,
vyzpívat v ní samotu mých dnů, ty naučils mě polovinu pouhou a já prosím nechte zvony znít. Jen zvony ví, co jsi mi vzal, jen zvony ví, co bude dál. Přijde jednou skladatel a básník, který umí sto divnejch snů žít, má píseň bude růst jak křehkej krápník a já prosím: nechte zvony znít, a já prosím: nechte zvony znít. Jen zvony ví, co jsi mi vzal, jen zvony ví, co bude dál. Přijde jednou skladatel a básník, který umí sto divnejch snů žít, má píseň bude růst jak křehkej krápník a já prosím: nechte zvony znít
[24] https://www.idnes.cz/kultura/hudba/turne-golden-kids-se-rusi-kubisova-odmitla-vystoupit.A080401_123821_hudba_jaz
[25] https://zena-in.cz/clanek/marta-kubisova-byla-obvinena-ze-nafotila-porno-a-presto-se-stala-ikonou-naroda-a-symbolem-svobody
[26] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[27] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[28] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[29] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[30] https://www.extra.cz/marta-kubisova-slavi-80-tezky-osud-ztrata-ditete-klinicka-smrt-a-problemy-se-zdravim-c1d45
[31] https://www.planet-wissen.de/geschichte/ddr/das_leben_in_der_ddr/pwiediestasi100.html
[32] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[33] https://www.lastampa.it/esteri/2016/12/16/news/quando-la-stasi-cecoslovacca-spiava-trump-e-l-ex-moglie-ivana-1.34757203/
[34] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[35] https://english.radio.cz/former-pop-star-accused-collaborating-stb-8468063 ; https://www.idnes.cz/zpravy/domaci/kubisova-neckarova-spoluprace-s-stb-je-bublina.A070625_184031_domaci_tha ; https://www.tschechien-online.org/news/8998-stasi-wolken-tschechischen-woodstock
[36] https://deutsch.radio.cz/marta-kubisova-8687052 ; https://www.idnes.cz/jihlava/zpravy/marta-kubisova-zpevacka-pohled-chalupa-stb-komunismus-historie-charta-77-vysocina.A201114_581256_jihlava-zpravy_mv
[37] https://www.seznamzpravy.cz/clanek/domaci-politika-kubisova-jednu-dobu-fungoval-havel-jako-rohozka-strasne-me-to-bolelo-183416
[38] https://www.imdb.com/name/nm0625866/bio?ref_=nm_ov_bio_sm
[39] https://www1.pluska.sk/soubiznis/pre-gotta-bola-sexi-ale-manzel-nu-vytiahol-sekeru-zame-spevacka-zazila-horor
[40] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[41] https://celebwiki.blesk.cz/osobnost/1787/jan-moravec/
[42] https://www.prozeny.cz/clanek/zdravi-a-zivotni-styl-zaujalo-nas-marta-kubisova-a-jeji-osudovi-muzi-84078
[43] https://www1.pluska.sk/soubiznis/pre-gotta-bola-sexi-ale-manzel-nu-vytiahol-sekeru-zame-spevacka-zazila-horor
[44] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[45] https://zena-in.cz/clanek/marta-kubisova-byla-obvinena-ze-nafotila-porno-a-presto-se-stala-ikonou-naroda-a-symbolem-svobody
[46] https://www.britannica.com/biography/Vaclav-Havel
[47] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[48] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[49] https://www.ustrcr.cz/udalost-soud-se-po-56-letech-vratil-k-akci-vlasatci/
[50] https://alleanzacattolica.org/la-normalizzazione-della-cecoslovacchia-nel-1968/
[51] http://www.progetto.cz/charta-77-quarantanni-portati-male/?lang=it
[52] https://www.spiegel.de/kultur/kino/sonnenallee-musik-der-freiheit-a-45232.html
[53] https://www.furious.com/perfect/pulnoc.html
[54] https://www.werichovavila.cz/prvni-manicky-hippies-a-vlasatci-v-ceskoslovensku/
[55] https://www.furious.com/perfect/pulnoc.html
[56] http://www.progetto.cz/charta-77-quarantanni-portati-male/?lang=it
[57] https://www.hutka.cz/
[58] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[59] https://celebwiki.blesk.cz/osobnost/1787/jan-moravec/
[60] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[61] Aleluja aleluja-a. Zář sáronské růže je v ní, žár denice odpolední, na rtech jejích réva sladká, nardem voní kůže hladká. Jmenuje se Magdaléna, není svatá je jen žena. Aleluja. Jak studnice bývá žena zámkem ctnosti uzamčena, přijde poutník, zmírá žízní, vodu žalář studně trýzní. Žízeň ztiší Magdaléna, není svatá je jen žena.
Aleluja. Špatně luna hrozny hlídá, lišky vinic nedohlídá; mužů těch je mnohem více, dala jim klíč od vinice.
Není svatá je jen žena, proto hřeší Magdaléna. Aleluja. Marně luna lišky stíhá, vinici už neostříhá. Slyším volat Farizeje: tato žena v peklo spěje! Amen, pravím, amen, stůjte, jste-li svatí, kamenujte. Aleluja. Krása není hříchem, hříchem bývá přísný půst. Láska je jak píseň, v níž se mění žízeň úst. Aleluja aleluja-a. Nocí myrha hořce voní, tráva pláče, rosu roní, marně pastýř ovci hledá, luny svit se chytit nedá. Vítr z vinic tiše sténá: Magdaléna, Magdaléna. Aleluja. Přísní soudci ženu jali, krásnou kadeř ostříhali. K pranýři ji městem vedou, odpustit to nedovedou. Mají pro ni různá jména, jen neslyší Magdaléna. Aleluja. Kámen z hory Olivetské bude pršet v zlobě světské, ústa, která líbávala, talár nutí aby lhala. Ruka něžná v roztoužení ta teď sahá po kameni. Aleluja. Jménem lásky, jménem mládí, jménem dlaní, které hladí, jménem noci, která spí, jménem srdce, kterým bdí, amen, pravím, amen, stůjte, jste-li svatí, kamenujte. Aleluja. Krása není hříchem, hříchem bývá přísný půst. Láska je jak píseň, v níž se mění žízeň úst. Aleluja aleluja-a. Aleluja aleluja-a. Aleluja aleluja-a.
[62] https://zena-in.cz/clanek/marta-kubisova-byla-obvinena-ze-nafotila-porno-a-presto-se-stala-ikonou-naroda-a-symbolem-svobody
[63] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[64] https://www.irozhlas.cz/zivotni-styl/spolecnost/marta-kubisova-modlitba-pro-martu-listopad-vystoupeni_2011171349_tzr
[65] https://francais.radio.cz/sur-les-traces-de-la-revolution-de-velours-v-melantrich-le-balcon-le-plus-8115414
[66] https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=45144
[67] https://www.irozhlas.cz/zivotni-styl/spolecnost/marta-kubisova-modlitba-pro-martu-listopad-vystoupeni_2011171349_tzr
[68] http://www.raffem.com/MartaKubisovaNy.htm
[69] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[70] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[71] https://musicbrainz.org/artist/b788c1cc-af1c-44f0-9db8-35990c364faf
[72] https://www.tempi.it/blog/parla-marta-kubisova-la-cantante-che-divenne-con-havel-la-nemica-pubblica-numero-uno-del-regime-comunista-cecoslovacco/
[73] https://koktejl.azet.sk/clanok/OD73UhT/marta-kubisova-prekonala-operaciu-ktora-jej-zachranila-zivot-islo-o-minuty/
[74] https://zena-in.cz/clanek/marta-kubisova-byla-obvinena-ze-nafotila-porno-a-presto-se-stala-ikonou-naroda-a-symbolem-svobody
[75] https://globe24.cz/kultura/lucerna-byla-na-koncertu-pocta-marte-svedkem-vyjimecneho-vystoupeni-kubisove.de52e2a7
[76] https://www.lidovky.cz/serialy/marta-kubisova-pohnute-osudy-hymnby-zakaz-vystupovani-hlasovy-klid.A220725_091215_ln_specialy_ape
[77] https://www.msn.com/cs-cz/zpravy/zahrani%c4%8dn%c3%ad/zp%c4%9bva%c4%8dka-marta-kubi%c5%a1ov%c3%a1-po-n%c3%a1ro%c4%8dn%c3%bdch-oslav%c3%a1ch-80-narozenin-p%c3%a1d-a-boule-na-z%c3%a1p%c4%9bst%c3%ad/ar-AA13ZmoO?li=BBOoSYl#image=AA13Zfwm|2
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