Musica

Musica leggerissima #8 – Donna Circo

8 Luglio 2023

“Musica leggerissima”, ovvero come parlare ogni volta di un disco poco discusso o dimenticato. Come parlare ogni volta di un bel disco italiano.

 

È una storia travagliata quella del disco Donna Circo (1974) di Gianfranca Montedoro: un concept album sul ruolo della donna nella società dei Settanta raccontato, appunto, attraverso la metafora del mondo del circo. Una storia travagliata perché una volta che tutto era stato messo a punto, una volta che il disco era pronto e bello che impacchettato, la casa discografica BASF, causa chiusura imminente (e chissà per quali altri motivi, ma è facile immaginarlo, visto il tema trattato), decise di non distribuirlo. A quel punto l’album si perse nel nulla. Montedoro provò in tutti i modi a fargli evitare l’oblio, ma non ci riuscì. Un paio di anni fa, grazie all’etichetta La Tempesta, il disco si è magicamente e finalmente rimaterializzato a quasi 50 anni di distanza ed è stato per molte e molti ascoltatori una vera e propria folgorazione.

Donna Circo è un disco corposo, con un amalgama musicale solido e in grado di parlare di temi ancora attualissimi. Il concept è effettivamente straordinario, la musica e gli arrangiamenti sono della stessa Montedoro, i testi della storica dell’arte e illustratrice Paola Pallottino e sono a dir poco meravigliosi: dai racconti sulla pratica dell’aborto prima della legge del 1978 all’eterno conflitto delle relazioni eterosessuali, dai pericoli annunciati sulla convivenza in mancanza d’amore allo sguardo femminile che irride argutamente la società maschilista e patriarcale, quest’opera valorizza liricamente ogni parola ricca di contenuti. Lo fa con una musica che fluttua tra jazz, funk e folk lisergico, concepiti abilmente grazie anche alla precisa interazione tra Montedoro e i membri della band dei Murple (formazione prog il cui disco Io sono Murple è divenuto negli anni un altro piccolo cult per gli amanti del genere).

Intervistata recentemente da Giulia Cavaliere, Montedoro affermava: “L’idea del concept è del 1973, un periodo in cui questa struttura per i dischi era molto in auge, io ho seguito Paola: ho cercato di muovermi sui suoi testi al punto che non ho neppure fatto fare gli assoli ai musicisti perché mi parevano, proprio rispetto al lavoro sul testo, delle inutili perdite di tempo, doveva esserci la possibilità di offrire a chi avrebbe ascoltato, un ascolto attento alla parola, fare una musica che non allontanasse dalla scrittura”. Aveva ragione e, nonostante questa considerazione, possiamo dire che la musica emerge e si rende avvolgente, amplificando i concetti e le immagini messi su dai testi chirurgicamente metaforici di Pallottino. Donna Circo è un disco incredibile anche perché comprende come il figurale e il simbolico possano portare avanti, nell’arte, una battaglia ben più efficace di una fatta semplicemente con discorsi diretti e senza fronzoli. Peccato che nel 1974 chi avrebbe dovuto capirlo probabilmente non comprese la forza di questa operazione. Peccato davvero. Ma oggi possiamo recuperare il tempo perduto. Quindi buon ascolto e (ancora) buona lotta.

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