Musica
Musica leggerissima #3 – Faccia di luna
“Musica leggerissima”, ovvero come parlare ogni volta di un disco poco discusso o dimenticato. Come parlare ogni volta di un bel disco italiano.
A volte basta poco per essere originali. Basta capire il proprio potenziale, provando a sfruttarlo fino in fondo. Con i suoi tre dischi (Compro tutto, Una donna… Una storia e Faccia di luna) prodotti tra il 1977 e il 1979, Walter Foini ha dimostrato che spesso la bella musica leggera è veramente fatta di lievi sfumature. Tra i grandi outsider della canzone italiana, con quello stile riconoscibilissimo, con quel suo tipico graffiato, con una fantasia musicale innegabile, Foini è uno che sapeva come far marciare la banda. C’è tantissimo dentro i suoi lavori: suoni giusti, produzione intelligente, arrangiamenti a tratti freak, ma mai stucchevoli, voglia di stupire giocando però sempre su un canovaccio classico.
Gli album di quel periodo sono tutti e tre molto belli, anche se Compro tutto e Faccia di luna hanno una marcia in più. Se fossi obbligato a sceglierne uno però opterei proprio per quest’ultimo. Rispetto al primo riesce a declinare il tipico tono melanconico-energico di Foini in un fluido sonoro più rigonfio e meno intimista (anche se meno prog e più elettronico). Foini crede molto nella musica, si percepisce per come cerca sempre incastri alle volte rapidamente dissonanti o giochi strumentali inattesi. È la sua forza, è la sua cifra stilistica. La necessità dell’abbellimento dei dettagli è una delle caratteristiche dei suoi lavori.
Faccia di luna ha una title track in questo senso emblematica: cullata dagli archi, con una forza melodica indiscutibile, che contrasta con il cantato rauco di Foini, trova nel pizzicato degli stessi archi l’amplificatore della sua bellezza. Un altro pezzo particolarmente intrigante è “Tu come me”: circondato da folate di synth, lancia cori in vocoder stranianti e cambia tempo quando meno ci si aspetta. Ma ci sono tanti altri momenti ed elementi stupefacenti: il tiro follemente west coast di “Sogno” con la chitarra di Ezio Vevey, gli schiaffi drum’n’synth di “Così com’è” con il basso pulsante di Bob Callero, la prog disco di “Dammi una mano”, le tastiere e i polymoog di Aldo Banfi in quasi ogni pezzo, la batteria di Flaviano Cuffari, i testi di Luigi Albertelli, gli arrangiamenti furbi ma decisivi di Massimo Salerno. Faccia di luna stupisce per il suo eclettismo, per la sua capacità di restare ancorato alla seconda metà degli anni Settanta, sguazzando in tutti i generi più energici di quel periodo.
Pensate di Walter Foini quello che volete: io questo bellissimo disco e gli altri suoi li ho consumati e continuerò a farlo.
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