Musica
Morta Esther Bejarano, dall’orchestra di Auschwitz al rap contro i neonazisti
Esther Bejarano si è spenta nella notte del 9 luglio all’età di 96 anni nell’ospedale israelitico di Amburgo. Era nata il 15 dicembre 1924 a Saarlouis in Saarland come Esther Loewy, la più piccola di 5 figli. Figlia di un cantore sinagogale, cantò ella stessa nel coro del tempio israelitico di Saarbrücken ed imparò a suonare il piano. La musica le salvò la vita.
Nel 1940 abbracciò il sionismo partecipando ad Ahrensdorf a corsi agricoli per prepararsi ad emigrare in Palestina, ma già nel giugno 1941 la struttura fu chiusa forzatamente dai nazisti e tutti i giovani internati in un campo di lavoro coatto a Neuendorf presso Fürstenwalde/Spree. I genitori vennero deportati il 25 novembre a Kowno/Kaunas in Lituania dove morirono, ma Esther lo avrebbe appreso solo dopo; avevano 43 e 47 anni di età.
Ella stessa il 20 aprile 1943 finì ad Auschwitz-Birkenau. Con le cantate di Schubert, Bach e Mozart che aveva imparato da ragazza seppe intrattenere i capi baracca, finché uno di essi non le disse di cercare una musicista. Non poteva aspirare ad un piano, ma sarebbe servita suonando la fisarmonica. Sopravvisse così il lager nell’orchestra femminile che accompagnava l’uscita delle squadre di prigionieri inviate a lavoro coatto e poi anche quanti mandati nelle camere a gas. Deportata ancora a Ravensbrück riuscì a scappare durante una delle marce della morte, con cui i nazisti cercarono di svuotare il campo di concentramento per fare sparire le tracce dei loro crimini.
Dopo la guerra riuscì finalmente ad andare a vivere in Israele, dove conobbe e sposò suo marito Nissim Bejarano ed ebbe due figli. Ma le era difficile sopportare il clima della nuova Patria e nel 1960, seguendo consiglio medico, le voltò le spalle. I coniugi non vendettero subito l’appartamento, caso mai fossero tornati, ma presero una nave e attraversando Italia e Svizzera, risalirono l’Europa fino a stabilirsi con i figli ad Amburgo in Germania.
Esther Bejarano in concerto © AMJ
È stato un incontro con dei neonazisti nel 1972 a determinare Esther Bejarano a dedicare tutto il resto della sua vita alla lotta contro i vecchi e nuovi nazismi in discorsi pubblici, visite nelle scuole, ed ancora con la musica, in cui è stata impegnata anche con i due figli in più formazioni. Dal 2009 aveva dato vita all’orchestra Microphone Mafia nella quale si incontravano simbolicamente tre generazioni di tre religioni diverse. Il nome della band, anche se Esther non era del tutto convinta della scelta, voleva simbolizzare che come la mafia spara con le armi, loro usavano solo canzoni pacifiste e della tradizione ebraica. Esther ne faceva parte insieme al figlio Joram, ed i musicisti Rossi Pennino di origini italiane, e Kutlu Yurtseven di radici turche.
Fondatrice e presidentessa dell’Auschwitz-Komitees, presidentessa onoraria dell’associazione dei perseguitati del regime nazista e federazione delle antifasciste ed antifascisti e.V., ha raccolto molte onorificenze per il suo impegno politico. Ancora nel gennaio 2020 ha scritto una accesa lettera pubblica “ai Governanti e tutti coloro che vogliono imparare qualcosa dalla Storia” prestando nome e volto per una campagna attraverso la sezione tedesca della piattaforma change.org, per la quale è tuttora aperta la raccolta di firme, volta ad introdurre l’8 maggio come festa nazionale in Germania a ricordo dalla capitolazione del nazismo, impegno contro AfD e NPD, accoglienza dei rifugiati nella Repubblica Federale e freno alle esportazioni di materiale bellico. I suoi ricordi sono stati riuniti in tedesco dalla giornalista italiana Antonella Romeo in un libro.
La scomparsa di Esther Bejarano è stata accompagnata da innumerevoli note di compianto. Il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha inviato un messaggio di condoglianze ai figli ed affermato <perdiamo una personalità coraggiosa> sottolineando come <era suo impegno interiore come testimone tenere vivo il ricordo degli orrori del regime nazista e soprattutto avvertire i giovani dei pericoli dell’estremismo di destra e della xenofobia> e <chi l’ha vissuta nel suo elemento musicale se ne ricorderà sempre: tanto ella era trascinante!>. Il Ministro degli Esteri Heiko Maas ha scritto a sua volta <la sua voce ci mancherà> mentre il candidato della CDU Armin Laschet ha rimarcato <il suo lascito, la lotta contro estrema destra, antisemitismo e razzismo, rimane> e la sua concorrente dei Verdi Annalena Baerbock twittato <sta a noi, trasmettere, ricordare e mai dimenticare il vissuto narrato da persone come Esther Bejarano> .
Immagine di copertina e nel testo: foto dell’autore, 16 marzo 2019 © AMJ
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