Musica

Madrigale contemporaneo: un percorso per Parma. Intervista a Martino Traversa

26 Ottobre 2019

Un percorso di appuntamenti per conoscere, approfondire, studiare il Madrigale, una forma musicale nella quale parole e musica appaiono strettamente e inscindibilmente legate: questo il progetto sviluppato da Fondazione Prometeo che, nel corso del prossimo biennio, realizzerà concerti, conferenze, installazioni multimediali che possano mettere in relazione il Madrigale – e la musica barocca – con la musica contemporanea e la città di Parma, sede dell’iniziativa. Valore aggiunto del percorso la splendida sede del Teatro Farnese, patrimonio artistico della città al quale la Fondazione vuole ridare valore come luogo di elaborazione culturale e di spettacolo. Ne abbiamo parlato con il presidente della Fondazione, Martino Traversa, per capire meglio le ragioni di questa scelta artistica, i suoi obiettivi e i possibili sviluppi, anche in relazione all’appuntamento di Parma Capitale della cultura italiana 2020.

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Partiamo dalla più classica delle domande: da cosa nasce il desiderio o l’esigenza di costruire un percorso biennale dedicato al Madrigale?

L’esigenza di avviare un progetto sul “Madrigale contemporaneo” è scaturita dalla consapevolezza che questo tipo di composizione musicale, originariamente nata in Italia intorno al XIII secolo, e che nel periodo fra il Rinascimento e Barocco ha raggiunto il suo massimo livello di perfezione, a parte qualche rarissimo concerto, per lo più realizzato da soggetti privati, è un repertorio che non trova alcuno spazio nella geografia delle iniziative musicali cittadine. Nell’intento di sviluppare una progettualità condivisa con le altre istituzioni musicali e teatrali di Parma, la Fondazione Prometeo, grazie al sostegno del Ministero dei Beni Culturali ha deciso di promuovere questa nuova iniziativa sul «Madrigale Contemporaneo», con la speranza che nell’immediato futuro Parma possa finalmente avere una rassegna di musica rinascimentale e barocca.

In che modo questo genere musicale, fortemente legato, nell’immaginario comune e da un punto di vista formale e storico, al periodo Barocco, si sposa con il percorso contemporaneo e d’innovazione della Fondazione Prometeo?

A differenza di quanto si possa pensare, la musica del tardo Rinascimento, e conseguentemente quella del periodo Barocco, per i musicisti delle epoche successive ha continuato a rappresentare una fonte inesauribile dalla quale attingere per lo sviluppo del linguaggio musicale. È stato così da sempre, e continua ad esserlo anche per i musicisti che vivono il tempo presente. Il patrimonio della musica classica europea non ha eguali, e rappresenta senza alcun dubbio l’apogeo della creatività musicale nel mondo intero. Al di là dei contributi che altre culture musicali hanno apportato allo sviluppo del pensiero musicale occidentale, nulla risulta paragonabile alla storia ed alla centralità della musica europea, di cui l’Italia, nel periodo rinascimentale, è stata il punto di riferimento assoluto per i musicisti di tutta Europa. Per questa ragione, in un’epoca caratterizzata da forti criticità come quella attuale, la consapevolezza dell’esistenza di un così straordinario patrimonio musicale, è una grande certezza.

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Il legame con la città di Parma: questo progetto mette in stretta relazione l’esperienza musicale con quella artistico/architettonica del “vivere e rivivere” il Teatro Farnese. Quale legame di lungo corso potrebbe crearsi fra questo spazio e lo studio/sperimentazione in ambito musicale?

Il mio legame con il Teatro Farnese, uno dei teatri barocchi più importanti al mondo, inizia nel maggio del 1990, mese nel quale realizzammo il grande “Omaggio a Luigi Nono”, un progetto televisivo prodotto da RAI 3, a un anno dalla scomparsa del grande compositore veneziano. Fin da allora il Teatro Farnese ha rappresentato il principale luogo d’elezione per la nostra rassegna di musica moderna e contemporanea Traiettorie, ed altre iniziative collegate. Il Teatro Farnese è uno spazio straordinario, non solo per la sua bellezza e magnificenza, per le sue eleganti architetture teatrali seicentesche, ma anche per la dimensione acustica che è in grado di restituire all’ascolto, in modo particolare, della musica contemporanea e barocca. È proprio per questo che il nuovo progetto «Madrigale contemporanea» non è solo indagine sul madrigale, ma anche una riscoperta del rapporto che esiste fra il suono e lo spazio, all’interno di quello che ho sempre amato definire lo “spazio degli infiniti possibili”: il Teatro Farnese. Esiste poi un altro aspetto di carattere generale, che ha a che fare con la storia della città di Parma, e quindi sedimento dell’immaginario collettivo, relativamente alla rilevanza che la Pilotta e il Teatro Farnese hanno per l’intera cittadinanza, poiché in essi sono conservati i ricordi della fastosa vita di corte dei Duchi Farnese. Sulla base di queste considerazioni, la  Pilotta e il Teatro Farnese rappresentano “i luoghi” d’eccellenza per la realizzazione di nuovi progetti di sperimentazione musicale, poiché attraverso la musica e le forme più avanzate di ricerca sulla spazializzazione sonora è possibile innescare processi di rigenerazione delle architetture del passato.

Cosa ritieni potrà lasciare – e quali eventuali percorsi futuri potrà generare – questo progetto?

L’interesse per il Madrigale in questi ultimi anni è cresciuto molto, non solo testimoniato dai tanti gruppi musicali che si sono costituiti in epoca recente nell’intento di promuovere questo tipo di repertorio, ma anche, e soprattutto, nell’ambito della composizione contemporanea. Non si tratta naturalmente di “scrivere in stile” – sarebbe un esercizio non molto gratificante per un compositore – quanto piuttosto di utilizzare del materiale di base per poi trasformarlo, mediante le tecniche compositive e la sintassi in uso nella musica del nostro tempo, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie elettroniche e sistemi per la diffusione del suono multidirezionali. È solo grazie ai processi di trasformazione linguistica, e dunque alla sintassi musicale contemporanea, che questo tipo di composizione potrà rinascere.

Un’ultima domanda. L’anno prossimo Parma sarà Capitale Italiana della cultura, che stimolo vuole dare alla città questo tipo di lavoro multidisciplinare?

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La Fondazione Prometeo ha contribuito in modo determinante al sostegno del dossier Parma Capitale Italiana della Cultura, e lo ha fatto attraverso «Parma Città della Muse», un progetto strategico di rilettura dello spazio urbano contemporaneo realizzato attraverso innovative installazioni audiovisive. L’uso delle nuove tecnologie, con video, suoni spazializzati, foto e realtà aumentata, sono in grado di garantire ai cittadini e turisti nuove possibili relazioni e interazioni culturali, interpretando i temi dello spazio, nelle sue relazioni con il suono, la luce e la sostenibilità, in una dimensione inedita e interattiva. Ecco che la città contemporanea è in grado di offrire uno spazio di contatto in grado di informare (e formare) la società, assicurandone l’integrazione nelle strutture economiche, sociali ed epistemologiche, in quanto inserite in questo nuovo spazio trasformato. Il progetto che verrà realizzato nel settembre del 2020 al Teatro Farnese si intitola «Polifonia interattiva», e consiste in una sperimentazione di architettura interattiva che si pone il duplice obiettivo di favorire, attraverso la musica e la voce, l’integrazione socioculturale e, al tempo stesso, di esplorare nuovi rapporti tra suono e spazio grazie all’applicazione di tecnologie innovative. La realizzazione della «Polifonia interattiva» si svolgerà in due fasi: attraverso un laboratorio che coinvolgerà soggetti di diverse nazionalità si cercherà di proporre un percorso di avvicinamento alle tematiche musicali (incluso l’uso delle tecnologie), preparando i partecipanti alla performance che li vedrà coinvolti nel concerto inaugurale, e successivamente l’installazione – all’interno del Teatro Farnese – di un “totem interattivo” in grado di reagire al movimento dei visitatori attivando la proiezione di luci, la diffusione di parole registrate in diverse lingue e i frammenti di canti gregoriani che, combinandosi fra loro in modo pseudo-casuale, creeranno una polifonia ogni volta differente. L’installazione sarà una vera e propria esperienza percettiva e sensoriale nuova, dove sensori, software parametrici/interattivi, speaker, led e proiettori interagiranno in tempo reale rendendo l’uomo e la musica protagonisti dello spazio. Questo progetto verrà realizzato grazie al contributo del Comune di Parma e del Complesso Monumentale della Pilotta.

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