Musica
Lontano, lontano…
Luigi Tenco.
Passano gli anni e sempre più questo nome passa dalla dimensione del reale a quella del ricordo. Si tratta di un passaggio obbligato, propedeutico all’approdo a quella categoria che incasella le persone che hanno goduto in vita di una certa fama. La storia.
La storia della musica, la storia del costume, la storia di un determinato periodo, la storia di una nazione. Il contatto fisico è perduto, rimangono le memorie e le tracce lasciate lungo la via. Ritrovarle, riordinarle, renderle fruibili non solo ai contemporanei è un compito che richiede preparazione ed equilibrio.
Enrico de Angelis e Enrico Deregibus hanno deciso di raccogliere in un volume le parole scritte e pronunciate da Luigi Tenco nel corso della sua esistenza.
La scomparsa di Tenco è avvenuta in circostanze tragiche. Se l’intento del potenziale lettore è quello di arricchire le proprie conoscenze di particolari morbosi legati al suicidio dell’artista, il mio consiglio è di non spendere nemmeno un centesimo per l’acquisto di questo volume. Il testo sfiora il momento, prova a far percepire lo stato d’animo ma non indugia nemmeno per un solo istante sul particolare scabroso.
Il titolo dell’opera è “Luigi Tenco. Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste”, esce per i tipi de “Il Saggiatore”, 440 pagine scritte con attenzione e sensibilità da Enrico Deregibus e Enrico de Angelis.
Enrico de Angelis (Bolzano, 1948) è giornalista, storico della canzone e operatore culturale. È stato attivo all’interno del Club Tenco di Sanremo dall’anno di fondazione, il 1972, e ne è stato per vent’anni il direttore artistico. Ha curato inoltre numerose altre rassegne, eventi, lezioni, dischi, programmi radiofonici, soprattutto di “canzone d’autore”, espressione da lui stesso coniata nel 1969. Ha firmato o curato innumerevoli pubblicazioni, tra cui un’antologia dei propri scritti giornalistici raccolti nel volume “Musica sulla carta”.
Enrico Deregibus (Balzola, 1967) è giornalista e direttore artistico o consulente di vari eventi musicali e culturali. È considerato il biografo di Francesco De Gregori, su cui ha pubblicato vari libri. Oltre a questi, ha firmato Dizionario completo della canzone italiana (2006), Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore (2007) con Enrico de Angelis e Sergio Secondiano Sacchi, Chi se ne frega della musica? (2013). Nel 2017 ha realizzato un omaggio a Luigi Tenco con eventi in contemporanea in più di 30 località.
Dopo avere letto il loro lavoro ho avuto recentemente modo di sentire la presentazione del volume a margine dei lavori della 17.ma edizione del “Premio Andrea Parodi” a Cagliari. Ospiti di Elisabetta Malantrucco, programmista e regista Rai, i due autori hanno sintetizzato le linee guida seguite nella ricomposizione cronologica di un insieme di materiali in buona parte inediti. Dai temi delle elementari alle lettere, dai diari agli abbozzi di racconti e sceneggiature, dalle interviste fino alle ultime dichiarazioni durante il Festival di Sanremo del 1967.
In dieci diverse sezioni, arricchite da due appendici, de Angelis e Deregibus, utilizzando come struttura portante i pensieri propri e le parole dell’artista, si ritrovano coinvolti in una sorta di “impossibile autobiografia”.
Laddove tutti noi guardiamo a “Tenco” come a uno dei più grandi cantautori della storia d’Italia, de Angelis e Deregibus invece parlano di Luigi.
“ Lo osserviamo crescere, imparare a suonare il sax, la chitarra e il pianoforte, mettere in piedi una jazz band con i suoi amici, partire per il servizio militare, avere nostalgia di casa e di sua madre. Lo guardiamo iniziare a comporre canzoni e poi provare a cantarle, con la timidezza e la trepidazione dei ventenni; riuscire nell’impresa di incidere un disco e ascoltarlo trasmesso in radio. Lo vediamo infine combattuto tra la ricerca del successo e l’intransigenza, andare in televisione, rilasciare interviste su interviste, cimentarsi come attore; innamorarsi e rinnamorarsi, ogni volta perdutamente”.
Il libro racchiude una serie di testimonianze e di documenti inediti, raccolti in collaborazione con colleghi, collezionisti e soprattutto con l’aiuto della famiglia Tenco.
“L’aiuto della famiglia nella raccolta documentale – ricorda Enrico de Angelis – è stato importante. Solitamente il loro atteggiamento nei confronti delle numerose pubblicazioni precedenti è sempre stato prudente, restio se non proprio diffidente. Sulla scomparsa di Tenco si è sempre detto di tutto e di più, dalle ipotesi più fantasiose alle teorie più realistiche, entrambe comunque destinate a rimanere avvolte in un alone di mistero.
Di noi si sono fidati perchè sapevano che, sia io sia Enrico, non ci siamo mai occupati della morte di Luigi ma abbiamo sempre trattato esclusivamente temi legati alla sua vita e alla sua opera.
Ci hanno fornito materiale molto interessante, a partire per esempio dai manoscritti dei suoi compiti delle elementari, dai quali già si riesce a leggere in controluce il maturare della sua personalità”.
“Abbiamo provato a presentare Tenco per il giovane che era e non solo per l’immagine – sempre seria – che veniva proposta al grande pubblico. La personalità che emerge di Luigi – ci ricorda Enrico Deregibus – è quella di un ragazzo gioviale, molto scherzoso, un giovanotto che tutti gli amici più stretti ricordano come una persona gradevole, piacevole, sensibile e allegra”.
Sono numerosi i particolari che emergono di questo grande artista leggendo il libro, come ad esempio il suo rapporto con la musica degli altri artisti della sua epoca.
“Apprezzava – ricorda ancora Enrico de Angelis – l’amico Piero Ciampi e poi Sinatra, Paoli, Bindi (…ma io sono più cattivo di loro…), De Andrè, Modugno, Dalla, Patty Pravo, Aznavour, Donovan e Bob Dylan. E poi Sergio Endrigo… il più bravo di tutti! “
Luigi Tenco, un giovane artista arrivato in anticipo sui tempi. Un precursore che possiamo rileggere tra le righe scritte da de Angelis e Deregibus, osservandone da una posizione privilegiata i successi e i fallimenti artistici.
“Luigi Tenco. Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste”,“Il Saggiatore”, 440 pagine – Enrico Deregibus e Enrico de Angelis.
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