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L’esperimento del Primavera Sound, come tenere un concerto in sicurezza
Nonostante la pandemia non sembri essere intenzionata ad allentare presto la sua morsa, ecco che da Barcellona ci arriva notizia di un esperimento che ha dimostrato come sia possibile, qualora si sia disposti ad adottare le dovute precauzioni, organizzare un concerto anche di questi tempi.
L’inedito Primavera Sound 2020
Il Primavera Sound Festival è un’iniziativa che si tiene ogni anno, solitamente a giugno, a Parc del Fòrum, un parco molto bello nella capitale catalana. Il festival è multi-genere, non ancorato ad un solo stile musicale, e dunque riesce ad attirare una folla diversificata e disomogenea, di svariata età e background. Per tentare di salvare l’annata, gli organizzatori hanno collaborato con numerosi enti di ricerca iberici nel portare avanti un esperimento ribattezzato come studio Prima-Cov. L’iniziativa potrebbe riuscire a ridare respiro alla boccheggiante industria della musica dal vivo.
L’esperimento è andato in scena lo scorso 12 dicembre, presso la Sala Apolo di Barcellona. Sono state coinvolte 1.047 persone di età variabile tra 18 e 59 anni. A ognuno di loro è stata dapprima consegnata una mascherina, poi sono stati tutti sottoposti a tampone rapido – dall’esito negativo per ogni partecipante – e divisi in due gruppi. Gli appartenenti al primo sono stati fatti entrare in sala, quelli nel secondo sono stati rimandati a casa, a seguire l’evento via streaming. A loro è stato detto di tornare dopo 2 ore e 30 minuti circa, per dare il cambio ai membri del primo gruppo.
All’interno dell’Apolo si è tenuto un concerto tradizionale, senza obbligo di distanziamento, della durata di circa 5 ore. Gli ascoltatori hanno assistito a quattro esibizioni – due live e due dj set – senza mai togliere la propria mascherina protettiva. Lontano dal palco era stata allestita l’immancabile zona bar, ove si potevano consumare drink e cocktail. In media ogni partecipante è stato dentro il locale per 2 ore e 40 minuti. L’intera sala era stata accuratamente ottimizzata per garantire un continuo ricircolo dell’aria.
L’esito dell’esperimento Prima-Cov
Due settimane dopo è stato ripetuto il tampone a tutti coloro i quali erano stati coinvolti nell’evento. Nuovamente ogni partecipante è risultato negativo, eccezion fatta per due membri del team di controllo che non hanno mai messo piede nel locale, la sera del 12 dicembre. Gli organizzatori si sono detti soddisfatti dell’esito dell’esperimento portato avanti, il quale dimostra come sia in effetti possibile, volendo, trovare una qualche ancora di salvezza per l’intera industria musicale, nella fattispecie per quanto riguarda gli eventi dal vivo. “Questo studio ci ha dimostrato come sia possibile tenere un concerto, se si segue una serie di misure di sicurezza dettate dall’attuale emergenza sanitaria.” Hanno riportato gli organizzatori nella nota di commento allo studio Prima-Cov.
Naturalmente, non tutti gli organizzatori di eventi possono permettersi una sala come la Apolo e possono sostenere le spese di ottimizzazione dovute al necessario ricircolo di aria all’interno e al tampone rapido. Ciononostante, resta il fatto che una soluzione per tenere simili iniziative è stata trovata, dunque l’industria della musica può sorridere, anche se in maniera velata e abbozzata.
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