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LE MIGLIORI CANZONI INDIE DELL’ESTATE 2017

31 Maggio 2017

Ormai l’estate è alle porte e con essa arriveranno il caldo e i cosiddetti tormentoni, ossia quelle stomachevoli canzonette che verranno passate in loop fino a fartele piacere prendendoti per sfinimento. Già si candidano a canzone dell’estate i vari Despacito, Pamplona di Fabri Fibra e i Thegiornalisti, e Volare di Fabio Rovazzi.
Ho deciso di stilare una classifica, strettamente personale, inserendo brani che si candidano a diventare hit estive del panorama indie italiano: un po’ perché mi piace fare il diverso, un po’ perché questo è quel che generalmente ascolto.

#1 LIBERATO – TU T’E SCURDAT’ ‘E ME

Chi cazzo è LIBERATO?“: oltre ad essere una pagina Facebook che si pone l’obiettivo di scoprire la vera identità di colui che si cela dietro a questo nuovo progetto musicale, è la domanda che ci stiamo facendo un po’ tutti da quattro mesi a questa parte.
Tutto è iniziato a febbraio, con l’uscita di “Nove maggio”, primo brano di questo misterioso artista napoletano: LIBERATO. Passano alcuni mesi ed esce poi il secondo video, “Tu t’e scurdat’ ‘e me”:  giubbotto blu con la scritta “Liberato” sulle spalle, cappuccio alzato, riprese solo di spalle, e la curiosità attorno a questo nuovo fenomeno cresce ulteriormente. I numeri delle visualizzazioni si fanno sempre più grandi fino ad arrivare al 26 maggio 2017 – al MiAmi festival di Milano –  quando per il primo live si presentano a cantare sul palco: Calcutta, IZI, Priestess (“chi cazzo è Priestess?”) e Dj Shablo.
A posteriori possiamo dire: beh ovvio fosse Calcutta per quattro motivi:
La regia dei video è stata affidata a Francesco Lettieri, come accaduto in passato per i video di Calcutta. Nota personale: secondo me è il miglior regista musicale che abbiamo in Italia.
Il giorno stesso del live al Magnolia, dalla sua pagina personale LIBERATO ha pubblicato l’immagine dello striscione del Napoli teso in alto in Piazza Duomo, come nella copertina dell’album Mainstream di Calcutta.
Nel video “Cosa mi manchi a fare” di Calcutta c’è un bambino a cantare la canzone, in “Nove maggio” di LIBERATO c’è una bambina.
Calcutta in una precedente intervista aveva dichiarato che stava lavorando a un progetto che coinvolgeva la musica rap.

Quindi mistero risolto: LIBERATO è Calcutta. No, niente di più sbagliato. 
L’identità di questo nuovo artista sembra proprio non corrispondere a quella di Edoardo D’Erme: Calcutta è solo un mezzo, un tramite per far esistere LIBERATO anche live, sopra un palco. Allora ci chiediamo se nelle prossime esibizione la composizione sarà nuovamente con questo quartetto, o se ci sarà qualcun altro che si presenterà sul palco come LIBERATO.
PS: mentre si esibivano sul palco Calcutta, Dj Shablo, Priestess e IZI, il vero LIBERATO era tra la folla e la giacca che aveva quella sera al MiAmi è ora in vendita su Ebay con base d’asta di 1000 euro. Per i feticisti del nuovo artista napoletano potrebbe essere addirittura un affare: magari non scoprirete la sua vera identità, ma almeno conoscerete il suo odore.

#2 CARL BRAVE x FRANCO 126 – PELLARIA

Irrompono nella scena indie italiana – con l’album “Polaroid” – due artisti romani: Carl Brave e Franco 126. “E’ come se Drake fosse nato a Trastevere”, dicono in molti. 
Il loro vien definito indie-rap, ma questa categorizzazione è forse troppo semplicistica perché il loro progetto è molto di più. Polaroid è un insieme di istantanee e di storie della Roma d’oggi, qualcosa di molto fresco e curato. Finora si sono esibiti principalmente nella loro città, ma è in programma un tour in giro per l’Italia forse addirittura con una band al seguito.

#3 PINGUINI TATTICI NUCLEARI – SCIARE

Questo 2017 ci ha regalato “Gioventù Brucata”, terzo album dei Pinguini Tattici Nucleari. 
La giovane band bergamasca ha partorito un disco maturo, molto curato, e frutto di un gran lavoro che ha permesso di scrollarsi di dosso quello sporco adolescenziale che un po’ li delegittimava nel panorama indie. Questi ragazzi – per scelta – non sono sotto ad alcuna etichetta e non hanno un ufficio stampa, e questo li penalizza, ma col passare del tempo se ne sentirà parlare sempre di più.
Il primo brano dell’album è “Montanelli (intro)”, e già solo per questo motivo dovrebbero meritarsi il dico d’oro. A seguire possiamo ascoltare “Sciare”: una canzone adatta per tutte le stagioni. 
Perché non far sì che diventi la hit dell’estate una canzone che parli dell’inverno? 

#4 POP_X – FROCIDELLANIKE

Tutti ormai li chiamano “pop_ics”, e così per forza di cose è diventata la pronuncia ufficiale, ma originariamente si pronunciava “Popper”, non come il filosofo: come la droga.
Quello che propongono live è la cosa più punk e allo stesso tempo assurda che possiamo trovare in Italia: uomini in mutande che suonando, ballano e fanno un po’ quello che gli pare in base ai loro istinti primordiali. I loro testi sono irriverenti, provocatori e all’apparenza senza senso. I loro concerti invece sono l’essenza dello spettacolo, veri e propri intrattenitori che divertono e si divertono. 

#5 SICK TAMBURO –  UN GIORNO  NUOVO

Sick Tamburo, band che quest’anno compie 10 anni di vita, è uno dei progetti più sottovalutati del panorama indie, nonostante gli anni di esperienza e l’altissima qualità della loro musica. 
Gian Maria Accusani (Mr. Man) ed Elisabetta Imelio (Boom Girl), hanno dato vita a questo progetto una volta separatisi dai Prozac+: insomma non gli ultimi arrivati. Lo stile non è più quello di Acida, Betty Tossica, GM o Gone Daddy Gone: è infatti molto più soft, sebbene qualche canzone ricordi sonorità di tempi andati.

#6 BAUSTELLE – IL VANGELO DI GIOVANNI  

“L’amore e la violenza”, come ammette Bianconi è un album estremamente pop, ma è anche uno dei migliori album che abbiano fatto. Ovviamente non ai livelli di Amen, ma nella Top3 sicuramente.
Se non ne siete ancora convinti, vi invito allora ad ascoltarli live. Il loro stile e la loro teatralità sono ammalianti come sempre, e l’energia di queste canzoni – emanata dal vivo – è indescrivibile: la canzone-simbolo potrebbe essere proprio “Il Vangelo di Giovanni”.

#7 GAZZELLE – QUELLA TE

Gazzelle è una delle rivelazioni di questo 2017. 
Il primo album dell’artista romano è “Superbattito”, uscito a inizio marzo. E’ un disco da ascoltare interamente, tutto d’un fiato, lasciandosi trascinare dentro le sue storie, tra i suoi frammenti.
“Quella te”, è il primo singolo estratto dal disco, ma vale la pena ascoltare l’intero lavoro. 
Gazzelle ha un’evidente passione per i synth anni 80 e uno stile che talvolta può ricordare Calcutta oppure Coez: ma con le dovute differenze, perché ha la sua personalità e la sua unicità.

#8 COEZ – FACCIO UN CASINO 

E’ forse giunto il momento della svolta indie del cantante romano. Coez è un cantante dallo stile eclettico, che ha iniziato col rap per poi sperimentare suoni e musiche sempre diverse, alla ricerca sempre di qualcosa di nuovo e originale. Negli ultimi tempi i suoi brani si stanno via via avvicinando al mondo indie avendo sempre più contatti con artisti come Contessa dei Cani o Calcutta; ha realizzato anche cover di questi ultimi due. 
Si vociferava persino che Coez e Contessa abbiano intenzione di intraprendere un percorso musicale assieme: non può che uscirne sicuramente qualcosa di interessante.
 
#9 LEVANTE – NON ME NE FREGA NIENTE

Un disco da cui ci si aspettava molto di più, si salvano due – massimo tre – canzoni: “Non me ne frega niente” è una di queste.
E’ inserita all’interno di questa classifica, ma poteva benissimo non esserci anche perché possiamo anche non considerarla più appartenente al panorama indie e le sue scelte fatte negli ultimi tempi lo dimostrano. Paladina della lotta contro i talent e lo sfruttamento di giovani artisti costretti a vendersi e ad annullare i propri valori per avere più fama, ha ora cambiato la propria posizione a riguardo: l’anno prossimo la vedremo al tavolo dei giudici di XFactor.

#10 COLOMBRE – PULVISCOLO

Colombre, al secolo Giovanni Imparato, è il nuovo progetto da solista del cantante della band indie pop Chewingum. 
Colombre vuole essere un omaggio al racconto di Dino Buzzanti, che parla della difficoltà di affrontare le proprie paure: e ciò vien messo in risalto all’interno delle proprie canzoni.
Pulviscolo è il brano che ha anticipato, e da il nome, al primo album dell’artista.

Tommaso Proverbio – L’Anguilla

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